Sulla nuova legge di stabilità ci sarà battaglia. Gli emendamenti – moltissimi soppressivi, diversi che puntano a modificare le previsioni contenute nel disegno di legge di iniziativa governativa e non pochi che tendono a introdurre proposte di finanziamento ex novo – saranno in discussione a Sala d’Ercole già a partire dalla prossima settimana. L’obiettivo della maggioranza che sostiene il governo è quello di arrivare all’approvazione del testo entro la fine dell’anno, così da evitare l’esercizio provvisorio, spauracchio che ha accompagnato l’intera passata legislatura e che invece in quella attuale è sempre stato schivato.
Il bonus
Tra le norme su cui bisognerà esprimersi, tra quelle contenute nel testo da 134 articoli uscito dalla commissione Bilancio, c’è anche quella riguardante l’introduzione per tre anni di un bonus edilizio regionale. La misura, che nelle intenzioni del governo Schifani dovrebbe interessare uno stanziamento di 30 milioni di euro, punta a “promuovere interventi diffusi di riqualificazione energetica e sismica degli edifici, orientati alla sostenibilità ambientale e alla riduzione dei consumi, nonché di favorire la conservazione e il miglioramento del patrimonio edilizio esistente, con riferimento agli edifici e alle unità immobiliari a destinazione residenziale siti nel territorio della Regione siciliana”.
La proposta del governo
A leggere il testo dell’articolo – il numero 5 del ddl – è inevitabile tornare con la memoria ai bonus che nella precedente legislatura nazionale furono introdotti per rilanciare il settore edile dopo lo stop forzato causato dalla pandemia di Covid-19 e su cui, a livello politico, si è dibattuto tanto: da una parte chi ha difeso l’iniziativa, dall’altra chi l’ha criticata aspramente, sottolineandone l’incapacità soprattutto di contrastare le frodi ma anche di anticipare i problemi che sono scaturiti dalle cessioni del credito. La proposta del governo Schifani è quella di creare un plafond destinato all’erogazione di contributi diretti a fondo perduto per interventi edilizi da effettuare su immobili presenti sul territorio isolano. “Una quota del fondo è destinata all’erogazione del contributo in favore di proprietari di immobili con un indicatore Isee inferore a 20 mila euro”, si legge nel disegno di legge, anche se non è specificata in termini percentuali quale sarebbe la fetta della torta destinata a tale fascia di popolazione.
Chi potrà beneficiarne?
Altra previsione è quella riguardante i beneficiari: a poter ambire al contributo sarebbero “persone fisiche, operanti al di fuori dell’esercizio di attività d’impresa, arti o professioni, nonché a condomini, per interventi sulle parti comuni” purché titolari di immobili che siano stati costruiti con “regolare titolo abilitativo”. Con il finanziamento della Regione si potrebbero effettuare diversi tipi di lavori: dagli interventi di adeguamento sismico a quelli che prevedono miglioramenti strutturali o abbattimento delle barriere architettoniche, ma anche interventi che favoriscano la transizione energetica nell’intento di favorire l’adozione di standard che siano in linea con la direttiva Us 2024/1273 sulle prestazioni energetiche nel settore edile. “Le disposizioni si applicano – si legge – agli interventi su edifici già esistenti per lavori non ancora avviati all’entrata in vigore della presente legge. Sono esclusi gli interventi su unità immobiliari appartenenti alle categorie catastali A/1, A/8 e A/9”.
La gestione del fondo
L’aiuto economico è previsto nella misura “pari al 50 per cento sulle spese ammissibili calcolate ai sensi del prezziario unico regionale vigente decurtate almeno del venti per cento”. Questi, invece, i massimali proposti dal governo Schifani: 25 mila euro per ciascuna unità immobiliare in edificio unifamiliare ovvero per ciascuna unità immobiliare funzionalmente indipendente con accesso autonomo dall’esterno sita in edificio plurifamiliare; 20 mila euro per ciascuna unità immobiliare, per gli edifici composti da due fino a otto unità immobiliari; 15mila euro, per ciascuna unità immobiliare, per gli edifici composti da più di otto unità immobiliari. A gestire il fondo sarebbe Irfis, mentre i finanziamenti verrebbero concessi con modalità a sportello, tenendo conto dell’ordine cronologico di presentazione delle istanze ma senza prevedere un click day. “Al fine di assicurare un’equa distribuzione delle risorse, il plafond è articolato in sezioni per tipologie di interventi”, viene specificato. Gli ulteriori dettagli verrebbero delegati a un decreto del presidente della Regione. Prima però bisognerà che la norma venga approvata dall’Assemblea regionale siciliana.
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