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Finanziaria, pace terminata all’Ars: tornano le frizioni in maggioranza

Finanziaria, pace terminata all’Ars: tornano le frizioni in maggioranza

La manovra, tra riscritture e urla in una caotica Sala d’Ercole, si chiuderà comunque entro e non oltre la mezzanotte di sabato

Dopo la pacifica approvazione delle prime tre norme della finanziaria, dopo un paio di accantonamenti di gruppi di ulteriori norme e dopo l’esultanza dell’asse Lega – Democrazia Cristiana per l’approvazione della norma che consente l’aumento delle ore di lavoro per i forestali, Sala d’Ercole mostra le prime gravi frizioni. Sulla votazione dell’articolo 23 sbotta il capogruppo di Fratelli d’Italia, Giorgio Assenza, alzando parecchio il tono della voce per l’assenza dei deputati di maggioranza in aula. La scarsa presenza dei deputati del centrodestra, e la presenza delle tessere nei banchi, è notata e sottolineata alla presidenza anche da vari deputati di opposizione. Il climax quando un intervento di Cateno De Luca attiva uno scambio a distanza con il vicepresidente della Regione Luca Sammartino. Parole poco istituzionali ed uno scatto verso i banchi del governo da parte del deputato di Sud chiama Nord ha fatto sospendere bruscamente aula e soprattutto diretta streaming da Sala d’Ercole.

Maggioranza spaccata

La ripresa dei lavori non è avvenuta, come prevedibile, alle concordate ore 15. Alla ripresa dei lavori il banco della presidenza è stato occupato da Gaetano Galvagno, il quale, rispondendo a qualche voce in aula, ha detto testualmente: “Non c’é alcun genere di sintesi, pertanto si va avanti come vuole nostro Signore”. Parole che ben racchiudono il senso del proseguo dei lavori di Sala d’Ercole sulla finanziaria. “Dopo appena una manciata di articoli la maggioranza si è già sgretolata, al punto che lo stesso capogruppo di FdI è stato costretto ad intervenire per sottolineare l’assenza dall’aula di interi gruppi di centrodestra che sulla carta sostengono il governo”, dice il capogruppo del Partito Democratico Michele Catanzaro mettendo poi il dito nella piaga: “Con questo clima vorremmo capire dal presidente Schifani come pensano di andare avanti sui 134 articoli della manovra”.

Schifani assente in mattinata

“Il capogruppo di Fratelli d’Italia che chiama alla responsabilità ai suoi in una aula vuota, è la fotografia del fallimento del governo Schifani”. Così anche il deputato Controcorrente Ismaele La Vardera. “L’ennesima riprova che questo governo non esiste, ormai si tratta di compagni di bande armate che giocano ad accoltellarsi alle spalle”, dice il deputato che già in aula annuncia l’intenzione di lasciare i lavori: “Se hanno i numeri si approvino da soli questa finanziaria scellerata, posto che le mie proposte, tutte per il bene della Sicilia, e non per l’interesse di qualcuno, non sono state nemmeno prese in considerazione”. La tensione a Sala d’Ercole si è innescata al terzo giorno di lavori sull’articolato, ma al primo giorno di presidente della Regione assente. E lontani dal clima instauratosi, temporaneamente e con chiarezza di intenzioni nei primi due giorni, senza Schifani in aula e con conti da chiudere sui singoli interventi si sono accesi nuovamente i toni.

Il bonus edilizia

Raggiunto anche un momento di frizione tra il presidente democristiano della Commissione Affari istituzionali Ignazio Abbate ed il rappresentate con delega completa per la finanziaria Alessandro Dagnino, per divergenze su procedure, a Sala d’Ercole ha fatto la sua comparsa il presidente della Regione Siciliana. Schifani è entrato in aula mentre si discuteva del bonus edilizia inserito in manovra all’articolo 5. Misura che, secondo il capogruppo del M5s Antonio De Luca, così com’è non ha modo di risultare efficace. Il Cinque stelle ha infatti proposto, con il presidente Schifani davanti, di dirottare le risorse sul recupero del patrimonio pubblico – come suggerito dal deputato Pd Antonello Cracolici e ribadito dal collega Mario Giambona – invece che su edilizia privata che per diffidenza o incapacità economica non parteciperà al bando.

Il caso Tardino

Tra gli impegni del presidente della Regione, che non gli hanno consentito di presenziare già al mattino ai lavori di Sala d’Ercole, anche il convegno “Noi, il Mediterraneo” che ha fatto deporre l’ascia di guerra sulla nomina che il ministro Matteo Salvini ha fatto per il dopo Pasqualino Monti all’Adsp della Sicilia occidentale. “Pasqualino Monti ha fatto sognare Palermo e ora Annalisa Tardino sta dando prova di grande impegno e professionalità nel prendere possesso di questa grande eredità”, ha infatti dichiarato il presidente Schifani promuovendo la leghista nominata commissaria straordinaria senza approvazione della Regione che aveva infatti presentato un ricorso al Tar.

Il fondo per l’editoria

Tra le buone notizie, al terzo tentativo, si nota come questa volta sia stato approvato il fondo per l’editoria. Con uno scambio tra opposizione e maggioranza, senza voto segreto per non offrire alibi alla maggioranza, Sala d’Ercole ha approvato il fondo che verrà gestito da Irfis per tre milioni di euro a sostegno dell’informazione ed un milione a sostegno dell’editoria libraria. “Anche in questo caso abbiamo presentato emendamenti migliorativi rispetto al testo iniziale; è importante che dopo le due precedenti bocciature dovute ai soliti litigi interni alla maggioranza, siamo finalmente riusciti ad approvare questa norma”, ha detto il capogruppo dem Catanzaro. “L’approvazione degli aiuti all’editoria rappresenta un atto fondamentale a sostegno della pluralità dell’informazione in un momento di grande crisi del settore”, dice anche il capogruppo M5s Antonio De Luca ricordando che non solo il Movimento “ha sostenuto l’articolo ma ha anche ottenuto l’ampliamento dei fondi al fine di garantire l’erogazione anche in favore delle testate più giovani per agevolarne il percorso”.

Si va avanti a oltranza

Contrasti anche sulla norma in materia di tassa automobilistica regionale pluri emendata dallo stesso governo ed infine approvata. La manovra, in un modo o nell’altro, tra riscritture e urla in una caotica Sala d’Ercole, si chiuderà comunque entro e non oltre la mezzanotte di sabato. Così, almeno, il presidente dell’Ars Gaetano Galvagno anticipando all’aula che non ci saranno altre sospensioni e si andrà avanti ad oltranza qualunque cosa accada. Poi, all’inciampo sull’ennesima riscrittura di una norma, lo stesso Galvagno ha convocato una conferenza dei capigruppo “perché così non si può andare più avanti”.

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