Ma non sarà una "valanga", come molti paventano, di 60 milioni di atti in partenza: secondo quanto si apprende dall’Agenzia
Conto alla rovescia per le cartelle fiscali: mercoledì prossimo, primo settembre, scade infatti la proroga che aveva consentito agli italiani di tirare un breve sospiro di sollievo estivo per il rinvio degli avvisi. Ma non
sarà una ‘valangà, come molti paventano, di 60 milioni di atti in partenza: secondo quanto si apprende dall’Agenzia.
Entrate-Riscossione si tratterà infatti di un riavvio graduale. Dei 20-25 milioni di cartelle ne inizierebbero a ‘viaggiarè solo 4 milioni e spalmate nel corso di tutti i mesi dell’ultimo Quadrimestre. Sarebbero le cartelle consegnate dagli enti al ‘riscossorè poco prima dello stop determinato dalla pandemia, quindi a marzo 2020.
La politica intanto inizia a muoversi in vista del riavvio dei lavori parlamentari. Qualche giorno fa, dopo un incontro con il premier, il leader della Lega, Matteo Salvini indicava questa scadenza: «L’incontro con il presidente Draghi è andato bene. Le mie preoccupazioni sono su settembre» aggiungeva spiegando che, tra l’altro, «ci sono da bloccare milioni di cartelle di Equitalia».
Anche l’opposizione con Giorgia Meloni chiedeva: “come fa lo Stato a chiedere soldi a quelle attività che ha fatto chiudere e a quei lavoratori che non hanno percepito entrate a causa delle restrizioni?».
Insieme alle cartelle ripartirebbero intanto anche gli ”atti»: la sospensione fino al 31 agosto riguardava infatti anche le procedure cautelari ed esecutive come fermi amministrativi, ipoteche e pignoramenti. La sospensione riguardava anche gli obblighi di accantonamento derivanti dai
pignoramenti presso terzi effettuati prima della data di entrata in vigore del decreto Rilancio (19/5/2020), su stipendi, salari, altre indennità relative al rapporto di lavoro o impiego, nonché a titolo di pensioni e trattamenti assimilati. Ripartirebbero anche le verifiche di inadempienza delle Pubbliche Amministrazioni e delle società a prevalente partecipazione pubblica prima di disporre pagamenti di importo superiore a cinquemila euro.
Il primo appuntamento con il fisco è già martedì. Entro il 31 agosto si torna in cassa per fare ‘pacè con il fisco, per salvare la rata scaduta a maggio 2020 della rottamazione e rinviata a fine mese. Il termine per il versamento è fissato dalla legge di conversione del Decreto Sostegni-bis che ha concesso ai contribuenti la facoltà di effettuare i pagamenti delle rate scadute lo scorso anno ripartendoli nei mesi di luglio, agosto, settembre e ottobre 2021 e mantenere così i benefici previsti dalla definizione agevolata.
Restano poi confermati i termini per il pagamento delle rate di febbraio,
marzo, maggio e luglio 2021 che dovranno avvenire (in unica
soluzione, a meno di un intervento) entro il 30 novembre 2021. La partita complessiva, al di la dei diversi rinvii che si sono resi indispensabili con la pandemia, si giocherà però, oltre che con gli interventi spot, sul tavolo più ampio della riforma fiscale che il governo ha annunciato di voler varare. L’ipotesi avanzata dalle commissioni Finanze di Camera e Senato è quella di restringere a cinque anni la prescrizione dei crediti iscritti a ruolo accorciando così i tempi della riscossione per renderla più efficiente.
Questo vorrebbe dire rinunciare all’’illusionè dei 1000 miliardi custoditi dal cosiddetto «magazzino» dell’Agenzia delle Entrate, facendo piazza pulita delle cartelle che risultano inesigibili.