Il direttore dell’Agenzia delle Entrate: “Sistema come un flipper impazzito, la riforma non è più procrastinabile”. Contribuenti ostaggio di una giungla di norme
ROMA – “Il sistema tributario che caratterizza ormai da troppo tempo il nostro Paese è un flipper impazzito”, per questo è “un’impresa possibile, ma anche doverosa” quella di fornire ai contribuenti un codice unico tributario in tempi brevi. Le parole del direttore dell’Agenzia delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini, intervenuto ieri al forum nazionale dei commercialisti ed esperti contabili, confermano quanto già sapevamo: semplificazione e tax compliance sono ancora un miraggio.
Il rapporto tra fisco e contribuenti resta difficile, complicato da una mole considerevole di norme fuori sistema che sono più di quelle sistematiche.
Ruffini ha evidenziato come il testo unico del 1986 abbia subito circa 1.300 modifiche, quindi di unico oggi non è rimasto nulla.
“Bisogna rimettere mano a tutto perché noi contribuenti abbiamo la necessità di sapere quali sono le regole del gioco”, ha detto il direttore, spiegando che “l’esigenza di raccogliere le norme esistenti in testi unici tematici e raccogliere tutti i testi unici in un unico codice tributario è un dovere per consentire a chiunque di poter sapere almeno dove andare a cercare”.
Tutti motivi per i quali l’agognata riforma di cui tutti continuano a parlare non è più rinviabile: “Quest’anno – ha aggiunto Ruffini – finalmente dovrebbe esserci l’appuntamento della riforma del fisco, Una misura urgente, anche perché l’attuale contesto economico, i cambiamenti in atto e le sfide imposte dall’accelerazione tecnologica non consentono ulteriori ritardi su questo”. Una riforma che “anno dopo anno cerchiamo di vedere come possibile obiettivo e ci auguriamo che sia la volta buona per ordinare la normativa esistente, razionalizzare il sistema tributario a beneficio dei contribuenti e del sistema produttivo del Paese”, ha chiosato Ruffini.
Il riferimento ai benefici che il sistema produttivo del Paese potrebbe certamente trarre dalla riforma fiscale non è casuale. Nel giorni scorsi Unimpresa, attraverso il suo vicepresidente Giuseppe Spadafora aveva lanciato l’ennesimo appello al governo Meloni indicando le due “direttrici” sulle quali costruire un fisco nuovo e capace di cogliere le sfide del nostro tempo: “La prima – aveva detto Spadafora – è quella della semplificazione delle regole, la seconda è quella di incardinare un piano concreto volto al serio ridimensionamento del peso delle tasse sia sulle imprese sia sulle famiglie”.
Una parte importante della riforma tributaria riguarderà la riscossione, anche questa non più rinviabile: “è da molto tempo che noi cerchiamo di sollecitare ed evidenziare questa tematica, perché la riscossione è la cartina di tornasole di tutto il sistema tributario e di tutta l’attività dell’Amministrazione finanziaria e anche della Guardia di Finanza”, quindi “è necessario che i contribuenti e chi è chiamato a fare i controlli trovino nel sistema della riscossione l’elemento finale e funzionante, che dia dignità a tutto il resto dell’attività”, ha sottolineato Ruffini.
Il lavoro di razionalizzazione delle norme fiscali da racchiudere poi in un codice unico tributario è già iniziato, come ha affermato lo stesso Maurizio Leo, Vice ministro dell’Economia e delle Finanze il quale ha tracciato anche una sorta di road map della riforma, garantendo tempistiche precise: “La legge delega sarà pronta entro marzo – ha assicurato Leo che ieri è intervenuto in conferenza stampa alla Camera sulla proposta di riforma fiscale organizzata su iniziativa del deputato dem Luigi Marattin. Secondo Leo, uno dei fronti di intervento è il sistema sanzionatorio, da rivedere: “Oggi – ha spiegato -la sanzione Iva va al 200-240%, è fuori linea con i partner Ue e bisogna portarla almeno al livello del 60%”.
“Serve una riforma organica. In questa legislatura potremo dare una svolta al sistema fiscale”, ha detto, ricordando infine che “siamo in una fase in cui ci deve necessariamente essere condivisione. Il tema fiscale non può dividere ma deve trovare convergenze”.