“L’elemento psicologico dei reati è comprovato dalla sicura consapevolezza da parte dell’indagata della vera identità del soggetto favorito”. Il gip che ha firmato l’ordinanza che ha portato in carcere Floriana Calcagno, accusata di avere aiutato Matteo Messina Denaro negli ultimi anni della latitanza, non ha dubbi: altro che Francesco Salsi, come la donna ha giurato che il boss si sarebbe a lei presentato, Calcagno sarebbe stata pienamente a conoscenza del fatto di frequentare il capo di Cosa Nostra trapanese.
Il contesto in cui si inserisce l’ultimo arresto dei presunti favoreggiatori del boss è lo stesso che ha accompagnato le indagini negli ultimi due anni: nell’estremo occidente della Sicilia, erano in molti a sapere che Messina Denaro era vivo e si muoveva in zona.
Tra questi, tuttavia, non c’erano – è ciò che perlomeno fino a oggi si può desumere – le forze dell’ordine e tutte le istituzioni impegnate, a vario titolo, nella cattura di un uomo che, come sottolineato dallo stesso giudice, aveva una caratura criminale tale da non poter essere ignorato sia nel Trapanese quanto altrove, “stante la diffusione pressoché mondiale delle notizie riguardanti le ricerche”.
Eppure dagli ultimi sviluppi della lunga indagine partita con il ritrovamento dei pizzini scritti dal boss, vengono fuori ulteriori prove di come Messina Denaro sia riuscito a fare una vita normale: pranzi al ristorante, giri in auto, movimenti sotto gli occhi elettronici dei sistemi di video-sorveglianza, relazioni amorose.
Floriana Calcagno e il boss Messina Denaro, un legame duraturo
Se negli anni precedenti all’arresto, avvenuto a gennaio 2023 mentre Messina Denaro si trovava nella clinica La Maddalena di Palermo, il lavoro degli inquirenti è stato a movimenti concentrici, cercando di fare terra bruciata tra i tanti favoreggiatori che negli anni avrebbero portato avanti gli affari economici del boss; dal giorno in cui il latitante è finito in carcere – dove è morto nove mesi dopo – i magistrati hanno iniziato a muoversi in direzione opposta. Partendo dai legami più stretti intrattenuti da Messina Denaro e cercando via via di ampliare il cerchio.
Per quanto sia verosimile pensare che una latitanza lunga trent’anni sia possibile soltanto se a essere coinvolti sono profili di livello più alto dei semplici vivandieri, per il momento i riflettori continuano a essere puntati su questi ultimi.
L’ultima si chiama Floriana Calcagno, ha 49 anni ed è un’insegnante di Mazara del Vallo. La donna sarebbe stata una delle amanti di Messina Denaro, ma soprattutto tra le persone di fiducia che lo avrebbero aiutato a rendere più sicura la sua latitanza.
Le lettere e i documenti
Nelle lettere recuperate – come quelle di Laura Bonafede, altra maestra, già condannata per associazione mafiosa in quanto ritenuta più di una semplice favoreggiatrice – Floriana Calcagno viene indicata in diversi modi. Parlare in codice era uno delle regole che Messina Denaro imponeva nelle comunicazioni. In questo caso, i nomignoli spaziano da riferimenti romantici ad altri di diverso tenore, e non è chiaro quanto in ciò abbia influito la gelosia che Bonafede avrebbe via via sviluppato nei confronti di Calcagno.
A novembre 2022, è Messina Denaro che comunica a Bonafede di avere interrotto una relazione con la 49enne. “Intuivo qualcosa da parte di Acchina (uno dei nomi che avrebbero identificato Calcagno, ndr) ma mi hai sorpreso, del resto riesci sempre in ciò”, scrive Bonafede al boss. La donna, a sua volta figlia dello storico boss Leonardo Bonafede, vicinissimo al padre di Messina Denaro, nutre qualche dubbio sulla durata del rapporto tra i due. Fa notare, per esempio, che già nel 2017 Calcagno aveva cercato di allacciare un rapporto con Messina Denaro.

Una rivelazione che per gli inquirenti dimostra come l’insegnante abbia mentito quando si è presentata volontariamente ai magistrati per parlare di una conoscenza durata soltanto pochi mesi con un uomo che le si era presentato come il medico in pensione Francesco Salsi e che poi aveva scoperto essere il capomafia.
La gelosia di Laura Bonafede per Floriana Calcagno
Dal canto proprio Floriana Calcagno ha parenti in Cosa Nostra. La donna è nipote della moglie del boss Francesco Luppino. Il marito di Calcagno, invece, è stato in passato condannato nel processo sui favoreggiatori di un altro Luppino – John Calogero – esponente della criminalità trapanese.
“Usciva dalla zona chiave, dritta come un palo e con una Louis Vuitton sicuramente regalata da te. Regali borse come un distintivo? Fuck”. Le parole di Laura Bonafede davanti alle attenzioni che Messina Denaro avrebbe riservato a Floriana Calcagno non riescono a contenere la gelosia, ma soprattutto per il gip rappresentano uno degli elementi che consentono di sostenere come tra il boss e la 49enne ci sarebbe stato un rapporto tale da consolidare la tesi di un pieno favoreggiamento da parte della donna.
Scavando nell’ultimo anno di libertà del capomafia di Castelvetrano, gli investigatori sono riusciti a trovare prove di un’assidua frequentazione tra i due: da incontri nel covo di via CB31, a Campobello di Mazara, a un pranzo in un ristorante di Petrosino, prenotato da Messina Denaro in persona dopo avere telefonato in almeno tre diversi locali. In quell’occasione il boss, presentatosi in camicia bianca e foulard rosso, sarebbe passato dalla scuola in cui lavorava la donna per attenderne l’uscita.
Stando a quanto ricostruito dagli investigatori, Messina Denaro avrebbe anche trascorso parte dell’estate 2022 nella residenza estiva di Calcagno.
La raccomandazione
Se Laura Bonafede parla di un tentativo di approccio da parte di Calcagno risalente al 2017, gli inquirenti hanno accertato come nel 2015 l’imprenditore Giuseppe Grigoli – ex re dei supermercati, considerato tra i principali riferimenti economici di Messina Denaro – parlando ai magistrati fece riferimento a una richiesta di raccomandazione pervenutagli in precedenza a favore di Calcagno.
“Grigoli – si legge nell’ordinanza di custodia cautelare – specificava che il latitante, tramite l’intermediazione di Filippo Guttadauro (boss e cognato di Messina Denaro, ndr) gli avrebbe fatto pervenire la richiesta di procurare un’occupazione per una nipote di Francesco Luppino”. A tale richiesta, Grigoli raccontò di essersi mosso per far sì che Calcagno venisse assunta nello studio di un ragioniere.
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