Floyd, l'ex agente Chauvin condannato a 22 anni e mezzo - QdS

Floyd, l’ex agente Chauvin condannato a 22 anni e mezzo

redazione web

Floyd, l’ex agente Chauvin condannato a 22 anni e mezzo

sabato 26 Giugno 2021

Per il presidente americano Biden, la sentenza sarebbe "appropriata". Ma la decisione della corte ha amareggiato chi si aspettava una condanna al massimo della pena, ossia trent'anni di reclusione

“Non sono a conoscenza di tutte le circostanze che sono state considerate ma” la sentenza “sembra appropriata”.
Così il presidente Usa Joe Biden ha commentato la condanna a 22 anni e mezzo di reclusione di Derek Chauvin, l’agente che ha ucciso George Floyd.
Una sentenza che lascia molti delusi e amareggiati perché la ritengono troppo debole.
La famiglia e i legali di Floyd avevano chiesto la massima pena, ovvero trent’anni di carcere.
Gli avvocati di Chauvin avevano prima tentato la strada della libertà vigilata, poi si sono arresi e hanno chiesto una sentenza leggera “basata sulla legge”.
Il giudice Peter Cahill prima di pronunciarsi ha chiarito di aver deciso “non sulla scia delle emozioni e della simpatia ma sui fatti. La mia decisione è accompagnata a un memorandum di 22 pagine che la spiega e non vuole essere un messaggio a nessuno”, ha aggiunto.
Chauvin, presente in aula dopo due mesi trascorsi in cella di isolamento, è rimasto imperterrito. Giacca e cravatta grigio chiaro, ha avuto il volto coperto dalla mascherina per quasi tutta l’udienza.
L’ha rimossa solo per parlare: dopo essere rimasto in silenzio per tutte e sei le settimane del processo, l’ex agente ha infatti preso brevemente la parola e si è rivolto alla famiglia di Floyd, presentando le sue condoglianze con la voce tremante e palesemente scosso.
Prima di lui si era rivolta al giudice e al pubblico sua madre, Carolyn Pawlenty.
“Lo hanno descritto come aggressivo, incurante e razzista. Ma voglio dirvi che non è così: è una brava persona”, ha detto Pawlenty.
La donna poi si è rivolta fra le lacrime direttamente al figlio: “Derek ho sempre creduto alla tua innocenza. Sei il mio figlio preferito”.
A rivolgersi al giudice Cahill è stata anche la famiglia di Floyd, a partire dalla figlia di sette anni Gianna, collegata via video.
A chi le chiedeva cosa direbbe al padre, la bimba ha risposto: “Gli direi che mi manca e che gli voglio bene”.
Decine di persone attendevano la sentenza fuori dal tribunale di Minneapolis, sventolando la foto di George Floyd e urlando a squarciagola Black Lives Matter.
“Non cerchiamo vendetta, guardiamo solo alla gravità di quanto accaduto”, ha detto il procuratore del Minnesota, Keith Ellison, prima della sentenza.
Il riferimento è al video shock che ha documentato gli ultimi nove minuti di vita di Floyd il 5 maggio del 2020 e che ha fatto il giro del mondo, spingendo migliaia di persone in piazza negli Stati Uniti per manifestare contro la polizia violenta e razzista.
Proteste che mandarono su tutte le furie l’allora presidente Donald Trump, convinto che bisognasse usare il pugno duro contro i manifestanti.
“Dovremmo spaccargli la testa, ecco come dovremmo trattarli. Sparate”, avrebbe detto il tycoon durante i giorni caldi dell’estate del 2020, premendo per l’intervento dell’esercito.
La sentenza chiude un caso che ha scosso l’America ma delude chi chiedeva una sentenza esemplare. La battaglia di Black Lives Matter – assicurano i manifestanti – va avanti, questo è solo l’inizio.

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