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Follia in montagna, escursione in vetta in uniforme nazista: 25 fermati

Follia in montagna, escursione in vetta in uniforme nazista: 25 fermati
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Il gruppo di escursionisti composto di circa 25 persone provenienti da diversi Paesi europei e dagli Stati Uniti è stato fermato nei pressi di una radura a 1.600 metri di quota

Durante lo scorso fine settimana un gruppo di 25 uomini, tutti vestiti con uniformi della Wehrmacht, le forze armate attive nella Germania nazionalsocialista, è stato fermato dalla Polizia mentre si apprestava a fare un’escursione nei pressi del Wildhorn, vetta alpina dell‘Oberland bernese.

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La segnalazione alla Polizia

Le forze dell’ordine avevano già ricevuto una segnalazione venerdì, ha dichiarato Deborah Zaugg, portavoce della Polizia cantonale bernese ai microfoni del programma radiofonico “Heute Morgen”, dell’emittente svizzerotedesca Srf. Il gruppo di escursionisti composto di circa 25 persone provenienti da diversi Paesi europei e dagli Stati Uniti è stato fermato nei pressi di una radura a 1.600 metri di quota, vicino a Lenk, ha sottolineato Zaugg. Stando ad un portavoce della Polizia cantonale bernese, interpellato dall’agenzia Keystone-Ats, all’interno del gruppo era presente un cittadino elvetico.

La Polizia ha intimato agli uomini di togliersi le giacche militari ornate da emblemi nazisti, tra cui svastiche e altri simboli riconducibili al Terzo Reich, in primo luogo per evitare possibili scontri con passanti, ha spiegato la portavoce alla Srf. Tuttavia, la comitiva non è incorsa in alcuna sanzione e non rischia nessuna conseguenze giuridica, poiché attualmente in Svizzera non è ancora vietato indossare simboli nazisti. Secondo il diritto vigente, una persona viene sanzionata solo se utilizza un simbolo razzista e nel contempo promuove la corrispondente ideologia. La polizia ha comunque preso nota dei dati personali dei singoli.

Una destinazione già nel mirino dell’estrema destra

Già in primavera l’Oberland bernese era stato la destinazione prescelta da un gruppo di estrema destra, per la precisione da alcuni membri di “Junge Tat”, che a fine aprile si erano dati appuntamento in un campo sportivo a Lenk, nella Simmental. Secondo le informazioni di allora diffuse dalla Srf, in quell’occasione si erano radunate 40 persone, all’insaputa delle autorità comunali. “Junge Tat”, che stando al sindaco di Lenk, René Müller, non avrebbe richiesto alcun permesso, aveva poi pubblicato un video girato durante il ritrovo. Le riprese mostravano membri del gruppo di estremisti azzuffarsi tra loro in quello che loro stessi definivano “un campo di addestramento”.

La politica

La maggioranza dei partiti politici, dei cantoni e delle associazioni intende vietare l’uso e la distribuzione di simboli nazionalsocialisti nello spazio pubblico, stando ad una consultazione relativa a una legge del governo. Il Consiglio federale ha annunciato nel dicembre scorso che chiunque trasgredirà al divieto sarà punito con una multa di 200 franchi. In una seconda fase, saranno vietati anche altri emblemi estremisti e di esaltazione della violenza.

Senza quest’ultimo requisito, non sono possibili sanzioni. Ora legislativo ed esecutivo vogliono colmare questa lacuna legale. Concretamente, il divieto comprende sia simboli palesemente nazionalsocialisti, quali la croce uncinata, quelli runici delle Ss o il saluto a braccio teso, ma anche delle varianti, pur se in questo caso sarà ovviamente decisivo il contesto: si tratta, ad esempio, di riferimenti più sottili quali i codici alfanumerici “88” (la H è l’ottava lettera dell’alfabeto, quindi significa “Heil Hitler”) e “18” (A+H, le iniziali del “Führer”).