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Fondi discrezionali e questione morale: all’Ars sistema che solleva interrogativi

Fondi discrezionali e questione morale: all’Ars sistema che solleva interrogativi
Sede dell’Ars, immagine di repertorio da Imagoeconomica

Nei primi mesi dell’anno nuova pioggia di contributi per associazioni ed eventi di vario genere sulla base del regolamento di Palazzo dei Normanni. Queste somme non risultano all’attenzione dei magistrati

Al 29 aprile la cifra sfiorava il milione di euro, adesso sarà decisamente più elevata. Sono i soldi che nei primi quattro mesi dell’anno, sono stati assegnati dal presidente dell’Assemblea regionale siciliana, Gaetano Galvagno, a enti pubblici, associazioni, fondazioni e realtà del terzo settore. Erogazioni che fanno parte dei fondi che il primo inquilino di Palazzo dei Normanni ha a disposizione per sostenere iniziative che si svolgono in giro per la Sicilia.

Nel 2024 oltre due milioni e mezzo distribuiti per eventi di natura diversa

Nei mesi scorsi, il Quotidiano di Sicilia aveva analizzato le spese effettuate da Galvagno nel 2024: oltre due milioni e mezzo distribuiti per eventi di natura diversa, tra occasioni istituzionali e altri dimensione più ristretta. Un viaggio tra sacro e profano, considerata anche l’elevata considerazione data da Galvagno alle celebrazioni religiose e alle manifestazioni a esse collegate.

Gaetano Galvagno indagato per corruzione

Il tema della gestione dei fondi pubblici è attualmente al centro dell’attenzione per il coinvolgimento di Galvagno nell’inchiesta giudiziaria della procura di Palermo, che lo vede indagato per corruzione. Gli inquirenti hanno acceso i riflettori sui rapporti che il politico di Fratelli d’Italia, per alcuni papabile candidato alla Regione nel 2027, ha costruito negli anni con soggetti che operano nel settore dell’organizzazione degli eventi. L’ipotesi coltivata dagli inquirenti è che Galvagno abbia avallato politicamente lo stanziamento di fondi con l’obiettivo di ottenere tornaconti per se stesso e per le persone a lui vicine, tra componenti dello staff e familiari. A indagare sulle relazioni di Galvagno – in cui avrebbe avuto un ruolo da catalizzatore Sabrina De Capitani, sua portavoce – sono i militari della guardia di finanza. A oggi dall’inchiesta sono rimasti fuori i fondi che il presidente dell’Ars ha destinato, come previsto dal regolamento di Palazzo dei Normanni aggiornato lo scorso anno, per sostenere gli eventi sul territorio.

Un’occhiata alle scelte fin qui compiute da Galvagno

Tuttavia, tornare a dare un’occhiata alle scelte fin qui compiute da Galvagno è interessante sia perché si tratta di risorse pubbliche – e dunque, a prescindere dall’esistenza di un’indagine giudiziaria, di interesse collettivo – sia perché, tra le intercettazioni al vaglio dei magistrati, ce n’è una in cui De Capitani, parlando con il proprio compagno, riporta un discorso che le avrebbe fatto Galvagno: “Sabrina, mi è scattata la molla. Quello del mondo degli eventi effettivamente per me è un bacino di lavoro”. Parole che, a detta della donna, descrivevano come il presidente dell’Ars avesse capito che dalla gestione dei fondi pubblici potessero ricavarsi vantaggi personali in termini di consolidamento del consenso elettorale.

In quattro mesi finanzimenti a 317 enti

Da gennaio a fine aprile, Galvagno ha dato il proprio sta bene alla richiesta di 317 finanziamenti. L’elenco si apre l’8 gennaio con lo stanziamento di 4mila euro alla Confraternita Misericordia Librino per un progetto di inclusione destinato a bambini e anziani e 2mila euro per l’Unione Nazionale Insigniti al Merito della Repubblica Italiana, che ha sede in provincia di Bari ma ad Agrigento ha organizzato la consegna del Premio Unimri.

Il regolamento in vigore a Palazzo dei Normanni prevede che gli organizzatori degli eventi facciano pervenire una richiesta via posta elettronica, almeno due settimane prima, contenente la descrizione della manifestazione, la richiesta di contributo e l’impegno a fornire i giustificativi delle spese sostenute. Lo stesso regolamento fissa a 15mila euro il massimo importo erogabile. Stando però al documento pubblicato dal sito dell’Ars, in un caso la cifra sarebbe stata sforata: in occasione della festa di san Giuseppe alla Pro Loco di Gela, città da cui proviene il vicepresidente dell’Ars Nuccio Di Paola, che con Galvagno in questi due anni e mezzo di legislatura ha portato avanti un rapporto estremamente collaborativo, sono stati assegnati 16mila euro.

Ai festeggiamenti di san Giuseppe corrispondono svariate concessioni di contributi. Gli importi di volta in volta variano, per motivi che è difficile intuire. A titolo di esempio per l’organizzazione di eventi legati al santo si va dai mille euro dati all’Associazione Carabinieri di Guardia Mangano (Acireale) ai duemila a una parrocchia di Ragusa, fino ai cinquemila per un’associazione di Favara e agli 8mila concessi alla parrocchia di Valguarnera Caropepe.

Finanziamenti a realtà legate a Galvagno

Scorrendo l’elenco dei finanziamenti ammessi, non mancano quelli legati a realtà legate – per geografia o altro – a Galvagno. A Paternò, città di cui è originario il presidente dell’Ars, è arrivata oltre una decina di contributi per una cifra complessiva che si aggira sui 50mila euro: si va dai 3mila euro all’associazione Il Faro ai 1500 al Presidio partecipativo del patto di fiume Simeto che a Paternò ha organizzato l’evento “Il carnevale paternese: passato, presente e futuro. Storia di una tradizione”.

Sul punto, il Presidio Partecipativo del Patto di Fiume Simeto – in una richiesta di rettifica inviata alla nostra testata – tiene a precisare come “per l’ottenimento del finanziamento di € 1.500,00, ha presentato regolare istanza secondo quanto previsto dal Regolamento dell’Assemblea Regionale Siciliana” (da noi citato nell’articolo riguardante, come abbiamo scritto in apertura, le modalità con cui la Presidenza dell’Ars assegna i fondi a “insindacabile giudizio del presidente” e che non rientra nell’inchiesta giudiziaria, ndr). Il Presidio precisa anche di non avere “alcun legame, né politico né partitico” con Galvagno e che “il finanziamento è stato richiesto dal Presidio Partecipativo del Patto di Fiume Simeto, che ha proposto l’iniziativa nella cornice di un’ampia coalizione di associazioni – e quale primo passo verso la riscoperta e la valorizzazione dello storico Carnevale paternese, mettendo insieme, in modo aperto, inclusivo e collaborativo, cittadini, istituzioni, associazioni e imprese del territorio che, con entusiasmo, hanno compartecipato all’organizzazione di un’iniziativa molto sentita dalla comunità paternese, nell’ambito delle attività culturali di rivitalizzazione dell’ex Macello di Paternò quale bene che viene reso fruibile grazie alle associazioni che operano nella e per la comunità”.

Sempre nella città che ha dato i natali anche al presidente del Senato, Ignazio La Russa, principale riferimento politico di Galvagno, sono arrivati 5mila euro al Rotaract locale per l’iniziativa “BullyBox”, mentre altrettanti sono andati alla locale squadra di calcio promotrice dell’evento “Un gol per Andrea”. Soldi anche allo Juventus Club locale: 2mila euro per organizzare un incontro con un campione bianconero. Al Comune di Paternò sono arrivati invece 15mila euro: 5mila per la passione di Cristo e 10mila per il carnevale dei bambini. In occasione della Pasqua, un contributo di 2500 euro è andato anche all’associazione Teatro Giovane Turi Pappalardo. Ultimo soggetto paternese destinatario di fondi pubblici è l’associazione Vivi Sicilia: 8mila euro per l’organizzazione di “Madri di Sicilia”.

Tra i Comuni che hanno beneficiato di fondi da Galvagno e attualmente hanno un’amministrazione meloniana c’è Belpasso. Nella città dello scacchiere, l’associazione Belpasso che ha ottenuto 10mila euro per un’iniziativa che si è svolta a Linguaglossa, il Comune 5mila euro per il carnevale, il santuario Regina della pace 4mila per la rappresentazione vivente della passione di Cristo, mentre la parrocchia di Sant’Antonio 2mila per un progetto teatrale. Contributo da 5mila euro anche all’associazione Sikarte, organizzazione di una mostra a Modica dedicata all’artista Renato Guttuso, mentre l’associazione Fattore X ha preso 10mila euro per il Vulkano Summit svoltosi il primo maggio.

Molti sono i contributi concessi – lo stesso era accaduto l’anno scorso – per l’organizzazione dei carnevali. Tra i Comuni che hanno ottenuto di più c’è Avola, dove l’amministrazione è guidata dall’ex deputata regionale Rossana Cannata, sorella del deputato nazionale di Fdi ed ex sindaco Luca Cannata, nei mesi scorsi finito al centro delle polemiche per il caso delle restituzioni di parte delle indennità da parte di ex assessori delle sue giunte. Per le sfilate in maschera ad Avola Galvagno ha concesso 10mila euro.

Tra gli eventi che è stato possibile organizzare grazie al sostegno economico del presidente dell’Ars ce ne sono due svoltesi a Catania tra fine gennaio e metà marzo: sono stati intitolati “Oltre il silenzio” e “Sguardi al femminile” e a organizzarli è stata We Love Unict. Si tratta dell’associazione universitaria che da sempre fa riferimento politicamente a Galvagno. Per le due manifestazioni, il politico di Fdi ha dato un totale di 18mila euro.

A voler rimanere nei dintorni del centrodestra ci si imbatte nel finanziamento da 8mila euro per l’evento musicale “Non solo classica”, svoltosi in queste settimane a Palermo. A organizzarlo è stata l’associazione Enogastronomica 90100, nel cui consiglio d’amministrazione siede anche Jore Di Prima, ex esponente di Diventerà Bellissima e socio dell’agenzia che a dicembre ha ottenuto un finanziamento diretto dall’assessorato ai Trasporti – guidato dal meloniano Alessandro Aricò – per promuovere l’iniziativa Sicily Express, il treno destinato ai fuorisede in occasione del Natale.

Tutte scelte che, tolto il caso del carnevale a Gela, fino a prova contraria sono legittime dal punto di vista strettamente regolamentare, ma che una volta di più – e dopo le molteplici polemiche sulle mancette inserite nelle leggi finanziarie – lasciano ampi margini di riflessione sulle modalità con cui la politica decide di premiare chi opera nei territori.

S.O.

Galvagno e le accuse di corruzione: “Nulla da nascondere o da temere”

“Nulla da nascondere o da temere”. Il presidente dell’Ars, Gaetano Galvagno, si è detto fiducioso di poter dimostrare la propria estraneità alle accuse contestategli dalla procura di Palermo, secondo cui avrebbe ottenuto tornaconti personali dalla concessione di contributi a diversi soggetti tra quelli che vivono anche di finanziamenti pubblici.

Nel mirino sono finiti i rapporti intrattenuti da Galvagno, da figure del proprio staff – tra cui la portavoce Sabrina De Capitani – ma anche dai familiari, come la sorella, con i vertici della Fondazione Dragotto, beneficiaria di importanti erogazioni di denaro da parte dell’Assemblea regionale siciliana. Nell’inchiesta che è ancora in corso vengono contestati anche fatti legati all’organizzazione di concerti di fine anno da parte del noto impresario Nuccio La Ferlita. Il ventaglio di accuse rivolte al delfino del presidente del Senato Ignazio La Russa è quello di avere speculato sulla propria posizione di numero uno dell’Ars per ottenere vantaggi per sé e per le persone a lui vicino. Si va da compensi per collaborazioni fatturate da persone del proprio staff a un vestito di alta moda, fino a biglietti per i concerti e a una consulenza di cui avrebbe dovuto beneficiare una cugina.

Galvagno, che è stato interrogato dai magistrati guidati dal procuratore capo Maurizio De Lucia, non è la prima volta che finisce sotto la lente degli investigatori. Tra il 2021 e il 2022, il politico meloniano – all’epoca deputato di maggioranza nella legislatura targata Musumeci – fu indagato per corruzione a Catania. A tirarlo in ballo era stato Natale Zuccarello, dirigente arrestato e poi condannato nel processo sulle tangenti al Genio civile etneo. Zuccarello, che grazie al contributo spontaneo offerto agli inquirenti ottenne il patteggiamento, raccontò fatti che erano rimasti fuori dalle indagini delle Fiamme Gialle. I militari avevano già raccolto prove sulle modalità illecite con cui venivano affidati i lavori pubblici. Condizionamenti che Zuccarello attuava in cambio di prebende economiche da parte degli imprenditori, in quello che è lo schema per eccellenza della corruzione nel settore pubblico.

L’ex ingegnere capo del Genio civile rivelò di avere preso una mazzetta da 6500 euro anche a casa di Gaetano Galvagno, dove era stato convocato insieme a un imprenditore amico del deputato. L’incontro – stando alla ricostruzione di Zuccarello – sarebbe servito per concludere il rapporto corruttivo che aveva portato in precedenza il Genio civile ad assegnare due appalti all’imprenditore segnalato da Galvagno. Davanti a quelle pesanti accuse e in assenza di intercettazioni che suffragassero la versione del funzionario pubblico, il magistrato titolare dell’inchiesta decise di sottoporre a confronto Galvagno e l’imprenditore con Zuccarello. I primi smentirono la versione del secondo e la procura, non avendo la possibilità di accertare i fatti, decise di chiedere l’archiviazione.

Nel corso degli interrogatori, Galvagno confermò l’incontro in casa propria, ma negò che lo stesso si fosse tenuto nell’ambito di rapporto corruttivo. Il politico disse ai magistrati di essersi interessato alla gestione degli appalti da parte del Genio civile di Catania, dopo avere appreso dal proprio amico imprenditore un presunto mancato rispetto del principio di rotazione. Tuttavia, anziché affrontare il tema e chiedere chiarimenti nelle sedi istituzionali, per esempio depositando un’interrogazione parlamentare rivolta all’assessore alle Infrastrutture o al presidente della Regione, Galvagno aveva preferito ottenere spiegazioni direttamente da Zuccarello. Prima dell’incontro nel proprio salotto, i due si erano incrociati in un bar di Catania.

Per il capo del Genio civile, quegli scambi sarebbero state esplicite pressioni, davanti alle quali avrebbe deciso di andare incontro ai desiderata del politico assegnando i lavori all’imprenditore e sapendo che in futuro avrebbe ottenuto una contropartita economica. Per via dell’archiviazione, quella vicenda – divenuta pubblica il 10 novembre 2022, nel giorno dell’elezione di Galvagno a presidente dell’Ars – è presto sparita dall’attenzione generale, compresi i partiti di opposizione che, proprio in quei giorni, erano impegnati nelle trattative con la maggioranza per la spartizione delle presidenze delle commissioni legislative e delle cariche di vicepresidente.

A prescindere dall’esito giudiziario, però, quella storia così come quelle che emergono in questi giorni dall’indagine in corso a Palermo riportano in primo piano la questione morale all’interno delle istituzioni. Un tema che sembra ormai totalmente fuori dai radar della politica e che invece dovrebbe rappresentare il principale patto di fiducia tra eletto ed elettori. A oggi, l’unico ad aver chiesto le dimissioni del presidente dell’Ars è stato il deputato del gruppo misto Ismaele La Vardera.

S.O.