La fetta più grande del finanziamento della Regione per il triennio va all’Università di Palermo. Ecco come verranno divisi i 14 milioni di euro stanziati.
Quasi 14 milioni di euro alle principali università siciliane per finanziare i dottorati di ricerca negli anni 2024, 2025 e 2026. Con questi fondi la Regione vuole sostenere l’alta formazione e la specializzazione post-laurea, con borse di ricerca di durata triennale.
Fondi per i dottorati di ricerca alle università siciliane, i dati
In particolare, quasi 6 milioni di euro andranno all’Università di Palermo, 4,2 milioni all’ateneo catanese e 2,2 milioni di euro andranno all’Università di Messina. Cifre più ridotte alla Kore di Enna, con poco meno di 800mila euro, e alla Lumsa di Palermo, 315mila euro.
I fondi disponibili vanno a coprire tutte le proposte progettuali valutate positivamente secondo la graduatoria di merito. I finanziamenti saranno trasferiti agli enti nei tre anni, con due acconti del 30% ciascuno e un saldo del 40% nell’esercizio finanziario 2026. Tocca adesso alle università beneficiarie sottoscrivere l’atto di adesione, mentre i dottorandi titolari delle borse di ricerca dovranno sottoscrivere l’atto unilaterale d’impegno, il contratto ufficiale che permetterà di procedere alla fase successiva, con l’erogazione effettiva dei finanziamenti.
Gli obiettivi della Regione
L’iniziativa della Regione ha diversi obiettivi: migliorare la qualità e l’efficacia dell’istruzione terziaria, con particolare riferimento al terzo ciclo di formazione universitaria; promuovere il rafforzamento delle sinergie fra alta formazione, ricerca, professioni e mondo produttivo; innalzare i livelli di competenze, partecipazione e successo formativo sostenendo l’accesso ai corsi di dottorato di ricerca.
Questi devono essere in grado di fornire competenze per lo sviluppo economico orientate all’innovazione e alla specializzazione, e alla sostenibilità sociale e ambientale; sostenere la competitività del sistema regionale e l’occupazione di alto livello mediante la valorizzazione delle eccellenze del sistema universitario e della ricerca, la loro messa in rete e la spinta verso le riforme e l’innovazione, l’internazionalizzazione dei processi di ricerca e della qualificazione delle professioni di grado elevato; promuovere l’accesso all’istruzione superiore e consentire ai capaci e meritevoli di raggiungere i gradi più alti degli studi, realizzando il principio di uguaglianza dei cittadini anche mediante la rimozione di ostacoli di carattere sociale o economico.
Un’alta formazione dopo la laurea
Un percorso che permette la formazione di laureati preparati per la ricerca e l’insegnamento accademico. Un modo, anche, per proporre ai giovani siciliani che hanno voglia di studiare e portare il proprio percorso al massimo livello un’alternativa alla fuga fuori dall’Isola, come molti sembrano essere costretti a fare. I dottorandi ammessi sono laureati, nati o residenti in Sicilia, utilmente classificati nella graduatoria di ammissione ai corsi di dottorato di ricerca, con un’età non superiore ai 35 anni al momento della domanda di partecipazione al concorso di dottorato.
I percorsi di studi ammessi a finanziamento riguardano aree disciplinari coerenti al fabbisogno regionale di sviluppo, crescita e qualificazione territoriale. I dottorati di ricerca dureranno 3 anni, e le attività saranno realizzate in Sicilia, fatti salvi i periodi di studio e ricerca presso istituzioni diverse dall’Università sede del dottorato. Sono stati previsti periodi di studio e ricerca all’estero, della durata tra i 6 mesi fino a un massimo di 12 mesi nel triennio, garantendo un periodo di permanenza continuativa di almeno 4 mesi.
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