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Fondi Pnrr a rischio per la rete idrica catanese, botta e risposta tra Ati e Sie sulle responsabilità

Fondi Pnrr a rischio per la rete idrica catanese, botta e risposta tra Ati e Sie sulle responsabilità

CATANIA – L’avvio del procedimento di revoca del finanziamento di 17 milioni di euro per ridurre le perdite nelle reti idriche della provincia di Catania ha scosso gli animi di molti. La recente lettera del ministero delle Infrastrutture, inviata all’Assemblea territoriale idrica (Ati), ente in cui siedono i sindaci, e alla Sie, società pubblica per il 51 per cento e per il 49 di Hydro Catania – al cui interno ci sono compagini private tra cui quella che fa capo all’imprenditore Sergio Cassar, che di Sie è l’amministratore – ha suscitato le comprensibili reazioni di chi, tra i cittadini, fa spesso i conti con la penuria di acqua. Alla possibile perdita del finanziamento si è arrivati dopo un anno in cui tra Ati e Sie se non è stata guerra, di certo non ha regnato la pace. Le incomprensioni tra le parti continuano a essere molte e nella vicenda del finanziamento legato al Pnrr sono emerse tutte.

Pnrr e reti idriche nel Catanese: lo scontro tra Ati e Sie

Se per l’Ati, la Sie ha temporeggiato senza motivo valido nell’avvio di lavori che avrebbe avuto diritto a eseguire direttamente; per la Sie, a non creare le condizioni affinché i soldi del Pnrr potessero essere spesi senza rischio alcuno è stata proprio l’Ati con un altro tipo di inerzia. A essere tirato in ballo, infatti, è la mancata approvazione da parte dell’Assemblea territoriale idrica del piano d’ambito, del piano economico-finanziario e del piano delle opere strategiche, ovvero i documenti che dovrebbero fare da bussola nei quasi trent’anni in cui Sie sarà gestore unico in tutta la provincia.

La gara d’appalto e il ruolo del Cga

La società vinse una gara d’appalto a metà anni Duemila, ma soltanto nel 2022 si è vista riconoscere dalla Consiglio di giustizia amministrativa (Cga) la validità di quella procedura. Il Cga ha disposto anche che la convenzione da stipulare con l’Ati dovesse essere aggiornata, anche e soprattutto per ciò che riguarda i termini economici della gestione, ma ciò è avvenuto soltanto nel 2024 dopo che la Regione ha commissariato l’Ati finendo poi in parte per essere impugnata al Tar. La partita, infatti, è anche politica: le tante gestioni che in questi vent’anni si sono registrate nella provincia, tra società in house, conduzioni in economia e privati, hanno rappresentato un potere a tutto tondo. Se si considera poi che alcune società partecipate – Sidra, Ama, Acoset – vivono il doppio ruolo di gestori uscenti ma anche di soci di Hydro Catania, è facile intuire la complessità dei rapporti.

Il rischio revoca dei fondi Pnrr

Tornando alla questione Pnrr, il ministero nell’ultima lettera ha motivato l’avvio del procedimento con la concreta impossibilità di completare le opere entro il prossimo marzo. Dal canto proprio Sie già nei mesi scorsi aveva fatto presente in più di un’occasione il motivo che, a suo dire, rendeva impossibile andare avanti: “La problematica riguarda quanto prescritto al comma 2 dell’articolo 4 dall’avviso pubblico si legge che l’ammissibilità dei soggetti proponenti e attuatori è altresì subordinata alle seguenti condizionalità: ottemperanza agli obblighi previsti per l’adozione e l’approvazione dello specifico schema regolatorio, composto dal programma degli interventi – incluso il Piano delle opere strategiche, dal piano economico-finanziario e dalla convenzione di gestione – viene riportato in una lettera inviata dalla società a inizio settembre – A fronte di tali previsioni deve dunque ritenersi che rientri tra i requisiti di ammissibilità del soggetto beneficiario Ati possedere un Pef coerente con la regolazione Arera nonché una tariffa aggiornata vigente secondo i metodo tariffati imposti nel tempo da Arera”.

Piano economico-finanziario e tariffe Arera

Condizioni che nel caso di Sie non ci sono e che derivano dalla mancata approvazione da parte dell’Ati dei documenti. Per la società guidata da Cassar, dunque, ci sarebbe la possibilità che “la mancata regolarizzazione della posizione dell’Ati in ordine all’assetto regolatorio e normativo possa implicare la revoca del finanziamento”. Ciò potrebbe portare Sie “al rischio di sopportare integralmente il costo dell’intervento, senza che per lo stesso sia prevista alcuna copertura economico-finanziaria”.

La replica dell’Ati

Per l’Assemblea territoriale idrica, presieduta dal sindaco di Adrano Fabio Mancuso, le giustificazioni non reggerebbero. “Riguardo all’impossibilità di avviare l’intervento manifestata dalla Sie a causa della mancanza del Piano d’Ambito e della manovra aggiornata, tale speciosa posizione, è stata confutata in diverse occasioni, ove è stato rappresentato che l’intervento risulta finanziato pressoché interamente sul Pnrr e soltanto per una minima parte (un per cento) da tariffa”, ha scritto Mancuso a settembre, facendo riferimento alla presunta pretesa di Sie di avere garanzie sulla possibilità di Sie di volere certezze riguardo “alla sostenibilità e copertura economico-finanziaria di un intervento che graverà sulla tariffa per 168.990,60 euro”. Sie, però, ritiene tale interpretazione fuorviante. “La grave problematica sollevata in ordine all’assenza del Pef e dell’aggiornamento tariffario, contrariamente a quanto sostenuto dall’Ati non è giustificata dall’esigenza di avere rassicurazioni circa la pur dovuta copertura della quota parte di finanziamento a carico del gestore ma derivava e deriva dalla preoccupazione che tali mancanze implichino profili criticità, in sede di rendicontazione, che condurrebbero alla revoca dei fondi”, ha replicato la società.

Il ruolo del ministero delle Infrastrutture

Per l’Ati, il riferimento a quanto previsto nell’avviso pubblico che disciplinava le modalità per ottenere i fondi del Pnrr sarebbe “pretestuoso” in quanto dopo che il finanziamento è stato riconosciuto la Sie ha sottoscritto, a settembre 2024, un accordo in cui prevede “l’obbligo di attuare l’intervento a partire dall’ottobre 2024”. Secondo l’Assemblea, dunque, se problemi c’erano Sie avrebbe dovuto agire di conseguenza già a suo tempo.

Ad assistere al botta e risposta, non solo come mero spettatore, è stato in questi mesi anche il ministero. A riguardo va detto che, a fine settembre, la direzione generale per le dighe e le infrastrutture idriche si era espressa su sollecitazione di Sie sui requisiti necessari per percepire i fondi. “Quanto riferito da codesto attuatore di secondo livello (Sie, ndr), in merito ai requisiti di ammissibilità al finanziamento risulta corretto così come l’assunto in base al quale, l’assenza, anche in corso di attuazione dell’intervento finanziato, comporti la revoca del finanziamento”. Nella stessa lettera, il ministero ha fatto presente all’Ati l’impossibilità di nominare un commissario ad acta, in quanto l’approvazione del piano economico-finanziario, con l’aggiornamento della tariffa, è di stretta competenza dell’Assemblea. Mentre i poteri sostitutivi sarebbe stato possibile attivarli soltanto per accelerare l’attuazione degli interventi Pnrr. “Le carenze provvedimentali evidenziate dal soggetto attuatore di secondo livello (Sie, ndr), risultano essere incidenti sull’ammissibilità a finanziamento, ovvero sulla garanzia di permanenza delle condizionalità di cui all’avviso pubblico che avevano consentito il finanziamento dell’intervento”.