Riceviamo e pubblichiamo le considerazioni di un nostro lettore, Francesco Agati
Caro Direttore,
Il Governo Pd e M5S dicono no alla programmazione di spesa della Sicilia in fumo una parte consistente dei fondi del Piano di ripresa e resilienza destinato alla Sicilia.
Quasi la metà dei progetti è stata bocciata sul totale complessivo di quelli presentati. Se vogliamo considerare anche l’aumento delle materie prime la Sicilia considerata il granaio d’Italia, già ai tempi di Gesù Cristo, è in serio pericolo. Lo Stato da Garibaldi fino ad oggi continua nella strategia politica di destabilizzare la fragile economia della regione trasformata dalla regione più ricca d’Europa con i Borboni alla regione più povera d’Europa da Garibaldi e anni susseguenti.
La Sicilia perde il finanziamento per progetti che avrebbero potuto dare respiro ad una popolazione fiera, laboriosa ma stremata dalle vessazioni dello Stato.
Solo chi ha imparato a convivere con il clientelismo e la corruzione, così pregnanti nel tessuto sociale della nostra regione, riesce a sopravvivere, lo vuole Roma. Grazie a Roma la Sicilia è il luogo in cui tutto questo ha trovato il suo habitat naturale. Gli imprenditori e professionisti onesti la stragrande maggioranza dei siciliani scappano chi resta vive al di sotto delle proprie potenzialità per colpa delle decisioni di Roma.
Abbiamo le nostre ferite dentro e fuori. Perché sappiamo cosa significa combattere. Ma per vincere i soprusi dobbiamo remare nella stessa direzione perché siamo nella stessa barca, il nostro territorio non può restare il più arretrato d’Europa.
Francesco Agati
Gela