Fondo di garanzia, il "buco" della formazione siciliana - QdS

Fondo di garanzia, il “buco” della formazione siciliana

Fondo di garanzia, il “buco” della formazione siciliana

mercoledì 14 Luglio 2021

Ben 667 persone non hanno fatto richiesta di accedere al beneficio nonostante ne abbiano diritto. Si tratta delle quote ad integrazione di chi prese gli ammortizzatori sociali

Un vero paradosso, quello che riguarda il fondo di garanzia della Regione Siciliana: ben 667 beneficiari per il 2012, 2014 e 2015, non hanno risposto alla comunicazione pubblicata sul sito dell’assessorato regionale all’istruzione e formazione professionale.

È stato ritenuto necessario, quindi, pubblicare un nuovo invito, per richiamare l’attenzione di chi ancora non presentato la documentazione necessaria: copia del documento di identità, del codice fiscale e le coordinate Iban su cui eseguire il pagamento.

La documentazione richiesta, deve essere inviata alle mail dell’ufficio speciale per la chiusura e liquidazione degli interventi a valere sul piano dell’offerta formativa, anni 1987-2011 e sull’obbligo di istruzione e formazione anni 2008-2013.

“Si spera in una fattiva collaborazione” scrive Michele Lacagnina, dirigente dell’ufficio speciale. Insomma, anche quando la Regione cerca di pagare i propri debiti, la strada da percorrere non è proprio facile: si tratta di pagamenti di cifre non elevate, ma che in questo momento di emergenza possono essere utili.

Negli anni 2012, 2014 e 2015 diversi lavoratori hanno potuto avere accesso ad ammortizzatori sociali, e la Regione avrebbe dovuto integrare con la quota del 20% tali somme, ma in molti casi non è stato fatto o almeno non è stato fatto per intero. Ultima cifra messa a disposizione, 15 milioni di euro, e diversi decreti emessi con i mandati di pagamento a favore dei singoli lavoratori, divisi per ente di appartenenza, per un totale di circa 2 mila individui.

Per velocizzare le operazioni, all’inizio del 2019 è stato istituito allo scopo l’Ufficio Speciale per la chiusura e liquidazione degli interventi a valere sul piano dell’offerta formativa, anni 1987-2011, e sull’obbligo di istruzione e formazione, anni 2008-2013 con sportello temporaneo e incarico triennale.

Nello stesso periodo, l’assessorato regionale dell’Istruzione e della Formazione professionale ha chiesto l’assegnazione all’Ufficio speciale dei capitoli di spesa relativi al Prof, il vecchio piano dell’offerta formativa con cui si finanziavano i corsi tradizionali, del capitolo relativo al fondo di garanzia e dei capitoli per gli impegni assunti negli esercizi finanziari dal 2008 al 2013, in modo di poter passare all’atto pratico e cominciare a distribuire i fondi agli aventi diritto.

Se i finanziamenti disponibili non dovessero essere bastevoli per coprire tutta la cifra dovuta, saranno distribuiti proporzionalmente a tutti i lavoratori, in attesa, successivamente, di nuove cifre disponibili, fino all’esaurimento del debito da parte dell’amministrazione regionale.

Il fondo di garanzia è un istituto previsto dalla legge regionale a supporto integrativo della cassa integrazione che è stata applicata dalla legge nazionale fino al 31 dicembre 2015. In particolare, la legge regionale del 7 giugno 2011, n. 10, prevede che gli interventi a carico del fondo sono disposti “in favore dei dipendenti degli enti di formazione professionale con contratto a tempo indeterminato, nonché del personale impegnato nei servizi di orientamento, dell’obbligo di istruzione e formazione e degli sportelli multifunzionali”.

Le erogazioni disposte raggiungono l’aliquota massima erogabile del 20% in relazione a quanto pagato dagli interventi di sostegno al reddito disposti dall’Inps a titolo di Cigd (cassa integrazione in deroga) nei confronti dei beneficiari. In molti casi le erogazioni già avvenute non hanno coperto la percentuale prevista, e così i pagamenti stanno avvenendo in più riprese.

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