PALERMO – Il 2025 siciliano sarà l’anno delle difficoltà strutturali da risolvere per il governo della Regione. Tra crisi idrica e siccità, incendi e forestali in continuo stato di agitazione, tra gli assessorati della Regione Siciliana si avvicendano sindacati, dirigenti e report sui continui tavoli di crisi. Quello di lunedì appena trascorso verteva sulla stabilizzazione dei lavoratori forestali e il tavolo riguardava tre assessorati: Bilancio, Territorio e ambiente e Agricoltura. Dal lato opposto del tavolo le tre primarie organizzazioni sindacali a tutela dei circa 16 mila lavoratori forestali precari della Regione: Cgil, Cisl e Uil. Malgrado la presenza al tavolo dei tre assessori regionali, il risultato del confronto ha prodotto la decisione condivisa dei tre sindacati di uno sciopero regionale già entro metà marzo, con data da concordare.
“Da due anni trattiamo con gli assessori per la riforma del comparto forestale, quindi della parte che riguarda gli operai della manutenzione e del servizio antincendio e repressione incendi”, spiega al QdS Tonino Russo, segretario Cgil Flai. La riunione non ha dato i risultati sperati, come previsto dal comparto, essendo stata approvata la legge di stabilità 2025-2027 della Regione siciliana senza copertura finanziaria per la stabilizzazione dei lavoratori forestali. “Ci hanno detto che non ci sono risorse per un’eventuale riforma – afferma Russo – ma loro ci avevano promesso che l’eventuale copertura l’avrebbero inserita in finanziaria”. Il quadro generale vede circa sedicimila lavoratori, molti dei quali con più di cinquant’anni di età e parte con addirittura circa sessant’anni, con periodi di impiego di quattro o sei mesi annui e con in parallelo un ricorso – già ammesso – per le compensazioni di indennità che potrebbe costare caro alla Regione.
“Ci hanno detto che ci sono soltanto dodici milioni di euro nel fondo di riserva”, spiega Tonino Russo, riferendosi all’assessore al Bilancio Alessandro Dagnino, con i quali non è possibile pensare alla stabilizzazione dei lavoratori né avviare un percorso di avvicendamento dei forestali con giovani lavoratori. Questi, nel contesto di una prossima gobba pensionistica che vedrà ridursi drasticamente il numero di lavoratori, già adesso di poche migliaia in contemporaneo impiego, potrebbero produrre opportunità a fronte del continuo e rilevante spopolamento di molte comunità siciliane dell’entroterra. I giovani vanno via, e il precariato dei genitori, impiegati quattro o sei mesi all’anno come operai forestali non è un incentivo a restare. Per offrire risposte, la Regione siciliana dovrà attendere e fare i conti con il prossimo bilancio, quando l’operazione di riduzione del disavanzo e quella di rilancio dell’impresa siciliana con conseguente gettito diranno se Palazzo d’Orleans potrà pensare di stabilizzare i precari del lavoro forestale.
“Siamo rimasti molto insoddisfatti – dice Tonino Russo – perché c’erano degli impegni presi. Le sigle sindacali quindi, l’indomani del tavolo con gli assessori regionali, hanno riunito la segreteria unitaria per gli esecutivi regionali di Cgil, Cisl e Uil e procederanno il 14 febbraio con il confronto per decidere sul da farsi. Al momento però sembra che la decisione sullo sciopero regionale a marzo sia già stata presa in accordo dalle tre sigle. A fermare lo sciopero potrebbe essere il presidente della Regione siciliana Renato Schifani, cui le organizzazioni sindacali intendono inviare una lettera per chiedere un intervento. Possibilità remota però quella di un intervento miracoloso del presidente della Regione con rassicurazioni attualmente non attuabili. Per la prossima variazione di bilancio, come affermato all’Ars in altro contesto da parte del governo, non se ne parlerà prima di maggio o giugno ed a quella data l’estate sarà già prossima.
Nel frattempo in Commissione affari istituzionali dell’Assemblea regionale siciliana sono state audite altre sigle sindacali, di comparto funzioni pubbliche, in merito al disegno di legge numero 711 recante “Norme in materia di personale del Corpo forestale della Regione”. Altro contesto, altre leggi. Il Corpo forestale, assorbito dal corpo dei Carabinieri con la riforma nazionale di settore, in Sicilia è ancora personale della Regione siciliana. Al vaglio della prima commissione dell’Ars c’è quindi anche una riforma regionale delle norme che regolamentano le “guardie” della Forestale, mentre il sostegno antincendio e prevenzione incendi vede gli “operai” forestali in ausilio, finché le forze reggono, i turni sono sufficienti e gli scioperi non faranno incrociare le braccia.

