Formazione, la Regione pagherà otto milioni di euro - QdS

Formazione, la Regione pagherà otto milioni di euro

redazione

Formazione, la Regione pagherà otto milioni di euro

giovedì 26 Settembre 2019

Riguardano le quote integrativa per il fondo di garanzia. Lo ha deciso il Tribunale di Messina che si è pronunciato su un singolo ricorso che avrà però con effetti su migliaia di lavoratori iscritti all'albo della formazione professionale

Il tribunale di Messina, sezione lavoro, con una sentenza che non ha precedenti, ha condannato la Regione siciliana al pagamento a favore dei lavoratori della formazione professionale, iscritti all’albo, delle spettanze dovute a titolo di quota integrativa del fondo di garanzia della legge regionale.

In particolare la normativa regionale prevedeva che “nei casi di sospensione dell’attività o riduzione dell’orario di lavoro con intervento della cassa integrazione guadagni in deroga, il Fondo di Garanzia erogasse al personale interessato un contributo mensile per il sostegno del reddito destinato ad integrare il trattamento spettante a ciascun lavoratore in base alla vigente normativa nazionale fino all’80% della retribuzione mensile”.

L’amministrazione regionale, che fino a oggi ha disatteso questa disposizione sostenendo che il pagamento delle somme dovute era subordinato a una valutazione di disponibilità ed adeguatezza delle relative risorse, sarà adesso costretta a sborsare ingenti somme di denaro, valutate in oltre otto milioni di euro, in favore dei lavoratori interessati.

Il ricorso presentato dallo studio legale Giuseppa Marabello & associati, che ha riguardato un lavoratore dello “Ial Sicilia”, avrà infatti effetti nei confronti di migliaia di lavoratori in crisi della formazione professionale siciliana grazie ad un diritto riconosciuto dalla normativa regionale e nazionale.

L’avvocato Giuseppa Marabello, che difende migliaia di lavoratori della formazione professionale, si dice “soddisatta del risultato ottenuto, in un settore profondamente in crisi nel quale vengono disattese da anni le norme regionali a tutela dei lavoratori”.

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