Formazione professionale, in Sicilia imprese “pigre” nonostante i fondi - QdS

Formazione professionale, in Sicilia imprese “pigre” nonostante i fondi

Formazione professionale, in Sicilia imprese “pigre” nonostante i fondi

mercoledì 06 Aprile 2022

Nel 2021 poco più del 5% ha attivato i percorsi formativi dei 6 sportelli del Fondo Formazione Italia. Eppure i cambiamenti del mercato del lavoro richiedono interventi professionalizzanti

ROMA – Il confronto con i professionisti della formazione ha lasciato emergere una lacuna all’interno del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, programmazione strategica da 222,1 miliardi di euro, di cui 6,6 miliardi stanziati per formazione e lavoro. Le amministrazioni stanno lavorando in sinergia per ottenere le quote spettanti, ma se nei tavoli di lavoro governativi sono presenti diverse associazioni di categoria, sembra, invece, mancare un ruolo forte per i Fondi Interprofessionali.

È un fatto che dovrebbe destare attenzione per almeno due motivi: i forti cambiamenti in atto all’interno del mercato del lavoro (transizione digitale e green) che richiedono nuovi interventi professionalizzanti, lo 0,3 per cento versato dai datori di lavoro, attraverso la retribuzione dei dipendenti, necessario a finanziare l’attività dei fondi paritetici interprofessionali.

In Sicilia si investe ancora poco sulla formazione

La formazione è insomma un diritto dei lavoratori, eppure in regioni come la Sicilia s’investe ancora poco. A dimostrarlo sono le percentuali diffuse, ad esempio, da FondItalia, fondo paritetico interprofessionale che in Italia ha formato i lavoratori di oltre 11 mila imprese, utilizzando 50 milioni di euro nel solo quinquennio 2016-2020.

Secondo le stime diffuse dall’osservatorio, nel 2021 poco più del 5 per cento delle imprese siciliane aveva attivato uno dei percorsi formativi dei 6 sportelli del Fondo Formazione Italia e per cui erano disponibili quasi due milioni di euro. Le beneficiarie siciliane sono state 138, meno che in Campania (183), Puglia (292) e resta impossibile il paragone con la Lombardia (prima in Italia con 659 imprese aderenti).
Ad apertura del 2022 FondItalia ha promosso un nuovo programma, Avviso Femi 2022.01, e l’analisi dei primi dati non sembra dare elementi in grado d’invertire il trend siciliano. Ai primi due sportelli aperti hanno partecipato solo 40 imprese siciliane, in Campania 52, in Puglia 122, in Veneto 83, in Lombardia 263. Questo accade nonostante per i soli mesi di febbraio e marzo siano stati approvati 3,6 milioni di euro per la formazione.

“FondItalia lavora a favore di micro, piccole, medie e grandi imprese italiane attraverso Avviso Femi 2022.01 approvato con un primo stanziamento di 6 milioni di euro (soggetto ad incremento sulla base dei trasferimenti Inps che si renderanno disponibili) – ha dichiarato il vice presidente e direttore di FondItalia Egidio Sangue -. La nostra attività, anche in Sicilia, è finalizzata a promuovere la crescita e la qualificazione professionale dei lavoratori ed è a supporto dello sviluppo e dell’innovazione delle imprese. Per questo ci auguriamo che le misure e le riforme previste dalla Manovra di bilancio 2022, nell’ambito delle politiche attive per il lavoro e le politiche sociali, ci consentano di allargare il nostro campo di azione. Manteniamo una valutazione positiva della misura Gol e del Fondo Nuove Competenze, ma ci ha sorpreso il mancato coinvolgimento organico dei Fondi interprofessionali”.

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