Stretta della Regione per progetti dal 2013 al 2018: si attende la conclusione tra settembre e dicembre. Stabilite le modalità di presentazione da parte degli enti, mai sottoposti a rigidi controlli
PALERMO – È necessario chiudere i conti. La Regione non ammette più ritardi. Troppi i rendiconti rimasti indietro, ed è ormai una priorità organizzare i tempi per evitare sovrapposizioni e accumuli di lavoro che ingolferebbero ulteriormente gli uffici. A tale scopo, l’assessorato all’Istruzione e alla formazione professionale ha emesso una circolare, nella quale si comunica come sia “opportuno modulare la presentazione dei rendiconti al fine di agevolare la distribuzione delle attività e procedere parallelamente alle attività di verifica scaglionate”.
Pertanto, sarà obbligo per gli enti presentare i rendiconti delle annualità dell’Iefp (Istruzione e formazione professionale) 2013-2014, 2014-2015, 2015-2016 e 2016-2017 entro il 30 settembre, mentre entro l’ultimo giorno dell’anno in corso dovranno presentare i rendiconti per l’anno 2017-2018.
Rimane ovviamente la possibilità di presentare tutti i rendiconti insieme, rispettando la scadenza del progetto più vecchio, fruendo in tal modo della priorità nelle attività di verifica. Per le annualità successive si procederà secondo quanto previsto in via ordinaria, e cioè alla presentazione della rendicontazione entro 60 giorni dalla conclusione delle attività didattiche e degli esami conclusivi. Se non dovessero essere rispettati i termini fissati, per i progetti rimasti in sospeso si procederà alla revoca del finanziamento.
La rendicontazione del progetto, fase in cui gli enti devono presentare tutta la documentazione atta a permettere il controllo analitico delle spese sostenute per il corretto svolgimento delle attività e a verificare che queste siano state svolte in maniera efficace e funzionale al raggiungimento degli obiettivi prefissi, è la fase culmine delle attività, in cui si tirano le fila e si mette un punto. Negli anni, è sempre stato il momento in cui gli enti hanno cominciato a tergiversare, e si è accumulato un ritardo che è ormai ingestibile.
La Regione sembra, ogni tanto, tentare di mettere una pezza: nel 2012, ad esempio, gli allora dirigenti Ludovico Albert e Anna Rosa Corsello definirono “urgente e improrogabile” la chiusura dei progetti. Il Servizio Rendicontazione avrebbe dovuto, dopo un primo controllo di congruità, distribuire il lavoro agli uffici provinciali del lavoro competenti per territorio le effettive attività di rendicontazione. Evidentemente questo lavoro non è stato portato a termine, se nel 2014 una nuova circolare intima l’urgenza di chiudere le attività che andavano dal 2003 al 2010, con una nuova scadenza per la presentazione della richiesta di rendicontazione.
C’è da dire che il sistema di rendicontazione dei progetti della formazione professionale è cambiato diverse volte, alla ricerca di una modalità che fosse efficace nel controllo delle attività e che permettesse una chiusura celere della parte contabile a conclusione delle stesse. Per alcuni anni, poi, fu introdotto l’obbligo di presentare periodicamente copia di tutta la documentazione, ma le non poche difficoltà di gestione e di controllo di tutto questo ingombrante materiale portarono presto a cambiare ancora.
Dall’altro lato, in assessorato si lavora per mandare avanti il sistema duale, che si articola in percorsi di durata triennale e quadriennale: progetti importanti e innovativi, di alto valore in quanto le qualifiche e i diplomi professionali che saranno rilasciati a chi frequenterà i corsi, sebbene di competenza regionale, sono riconosciuti e spendibili a livello nazionale e comunitario, compresi in un apposito ‘Repertorio nazionale’, condiviso tra Stato e Regioni con accordo del 27 luglio 2011 (aggiornato con accordo del 19 gennaio 2012).