Formazione, in Sicilia il mercato continua a essere ignorato. Occorre sostenere le esigenze delle imprese - QdS

Formazione, in Sicilia il mercato continua a essere ignorato. Occorre sostenere le esigenze delle imprese

Michele Giuliano

Formazione, in Sicilia il mercato continua a essere ignorato. Occorre sostenere le esigenze delle imprese

mercoledì 26 Giugno 2024

L'Isola continua a sfornare acconciatori ed estetisti, ma le aziende sono alla ricerca di ben altre competenze

PALERMO – Sono 309 i percorsi di studio in avvio dopo l’approvazione della graduatoria definitiva dell’avviso per la realizzazione di percorsi di Istruzione e formazione professionale (Iefp) per il ciclo formativo dal 2023 al 2026, vale a dire quei corsi di continuità scolastica per chi è ancora in età scolare tra i 13 e i 16 anni e ha deciso di non continuare il suo percorso dietro i banchi.

Le qualifiche principali sono sempre le stesse: sono ben 211, infatti i corsi che permetteranno di ottenere la qualifica come operatore del benessere (estetisti e acconciatori, ndr). I numeri possono confondere: se, infatti, sono 309 i percorsi approvati, nella grande maggioranza dei casi si tratta di attività articolate, che raccolgono al proprio interno più figure professionali da poter formare. Nella pratica, i discenti seguono lezioni comuni per le materie considerate propedeutiche, mentre vanno a separarsi per quelli che invece sono gli argomenti specifici per la singola qualifica. Se gli operatori del benessere continuano a rimanere ben saldi sul gradino più alto del podio, a seguire si trovano gli operatori nella ristorazione, con 59 corsi, e gli operatori alla riparazione dei veicoli a motore, con 45 corsi. Si scende a 20 per gli operatori termoidraulici, a 17 per gli elettrici, a 14 per gli informatici. Risicati i numeri delle ultime qualifiche in elenco: 7 meccanici, 6 operatori di servizi alle imprese, tre grafici. In ultimo, corsi singoli per la lavorazione di oro e preziosi, per le produzioni tessili, di abbigliamento e di servizi logistici, e un solo operatore agricolo.

Il bando, per un ammontare di 60 milioni di euro, si divide su tre linee, denominate A, B e C. Nella prima erano previsti un massimo di 180 percorsi, mentre ne sono stati approvati 160; la linea B prevedeva un massimo di 140 corsi, e tanti ne sono stati assegnati, mentre la linea C, quella maggiormente vocata all’artigianato, su un massimo di 30 ne vede soltanto 9 in elenco, con molte qualifiche che sono state completamente ignorate, che vanno dalla lavorazione della pelletteria ai materiali lapidei, dalle calzature alle produzioni chimiche, per non parlare degli operatori edili.

Scostamento tra la proposta formativa e le esigenze del mercato

L’analisi della graduatoria mostra come continui lo scostamento tra quella che è la proposta formativa messa in atto dagli enti, e quelle che invece sono le esigenze del mercato, che richiedono competenze diverse, come evidenziato di mese in mese dai dati forniti dal sistema Excelsior gestito da Unioncamere e Anpal. Lo stesso assessore regionale all’Istruzione e formazione professionale, Mimmo Turano, fece notare questa discrepanza, all’uscita del bando, per chiedere agli Enti di lavorare per colmare questo gap e aiutare i giovani siciliani a prepararsi per ciò di cui il mercato isolano ha bisogno in termini di professionalità, per istituire un circolo virtuoso, a tutto favore dell’intera economia regionale. Secondo le ricerche, infatti, oltre il 40% dei posti disponibili rimane scoperto, e molto spesso proprio per mancanza di competenze. Una differenza che può essere colmata soltanto grazie a una istruzione più mirata ed efficace, con l’utilizzo del sistema duale, una modalità di apprendimento basata sull’alternarsi di momenti formativi “in aula”, presso l’istituzione formativa, e momenti di formazione pratica in “contesti lavorativi”, presso una impresa, favorendo così politiche di transizione tra il mondo della scuola e il mondo del lavoro per consentire ai giovani, ancora inseriti in un percorso di diritto-dovere all’istruzione e formazione, di orientarsi nel mercato del lavoro acquisendo competenze spendibili e accorciando i tempi di passaggio tra l’esperienza formativa e quella professionale.

I percorsi prevedono una “alternanza simulata”, durante la prima annualità, con periodo di applicazione pratica che può variare dal 15% al 25% del monte ore del percorso di Iefp. Quindi, l’alternanza rafforzata, da realizzare nel corso della seconda e terza annualità, con periodo di applicazione pratica in impresa dal 30% al 50% del percorso duale. Quindi, l’apprendistato di primo livello, per gli allievi della seconda e terza annualità.

Rilevazione dei fabbisogni formativi operazione complessa

“La rilevazione dei fabbisogni formativi – hanno affermato Antonino Panzica e Giuseppe Raimondi, responsabile e segretario regionale della Uil Scuola – è sempre stata un’operazione complessa ma è stata altrettanto difficile organizzare una pronta reazione del sistema formativo regionale per una pronta alla richiesta di nuove professionalità del mercato del lavoro. È doveroso, tuttavia, per capire il contesto in cui si opera in Sicilia, fare una distinzione tra i percorsi formativi denominati Iefp, destinati ai minori, e quelli indirizzati ai beneficiari dell’Adi, dell’Sfl, dei disoccupati in Naspi o beneficiari di ammortizzatori sociali o in cerca di prima occupazione. Nel caso dell’Iefp, il secondo segmento pubblico dell’istruzione, è necessario correggere alcune distorsioni del mercato. Ci riferiamo a quella fascia di popolazione che partecipa ai corsi per acquisire una competenza da utilizzare in attività individuali non ufficiali. Una indagine condotta dal dipartimento regionale Formazione a termine di un triennio ha potuto verificare che gran parte dei parrucchieri ed estetisti non sono stati né assunti da esercizi già avviati, né hanno attivato partite Iva per lavorare in proprio. Insomma parliamo di attività povere non ufficiali. Bisogna dare atto, tuttavia, che la formazione professionale intercetta ancora gran parte della dispersione scolastica che in Sicilia si attesta a oltre il 22%. È sempre meglio un triennio passato tra i banchi e partecipare a un corso desueto che in strada e diventare preda di organizzazioni criminali”.

Secondo la Uil si deve andare nella direzione di premiare l’offerta presentata da enti che tiene conto delle mutate condizioni del mercato del lavoro, autorizzando l’avvio dei percorsi con 15 allievi iscritti anziché con 22, e di incrementare il finanziamento di tali percorsi se per realizzarli occorrono macchinari e strumenti più costosi e sofisticati.

La formazione degli adulti

Per quanto riguarda la formazione degli adulti, segnaliamo che già con l’avviso 7/2023 sembra che il dipartimento si avvii verso un cambio di rotta. “La Uil indica nel piano delle attività 2024 del comitato regionale Inps – hanno aggiunto Raimondi e Panzica – una proposta molto interessante già favorevolmente accolta da Cgil e Cisl e da Confindustria, Confcommercio e Confagricoltura. L’idea è quella di costituire dei tavoli di animazione del mercato del lavoro a livello territoriale con tutti gli attori istituzionali disponibili per ragionare sui percorsi formativi da attivare, per erogare quelle competenze che le aziende ricercano in mercato che sembra non garantire più nessuno”.

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