Formula 1, Verstappen rivela: "Offese e minacce dopo Gp Brasile" - QdS

Formula 1, Verstappen rivela: “Offese e minacce dopo Gp Brasile”

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Formula 1, Verstappen rivela: “Offese e minacce dopo Gp Brasile”

Redazione  |
giovedì 17 Novembre 2022

Polemiche e veleni dopo la gara in Brasile per il sorpasso del già campione Verstappen al compagno di squadra Perez

Polemiche e veleni dopo la gara in Brasile. Il sorpasso del già campione Verstappen al compagno di squadra Perez, in lotta per il 2° posto in campionato con Leclerc, è degenerato in una serie di atti deprecabili che sia il pilota olandese che la Red Bull hanno denunciato con forza.

Il sorpasso per il sesto posto in Brasile non era qualcosa per la classifica, ma riguardava una cosa accaduta in stagione – ha raccontato Verstappen in conferenza stampa ad Abu Dhabi -. Poi abbiamo parlato e chiarito, anche e quella conversazione avremmo dovuto farla prima con il team. Non sono mai stato un cattivo compagno di squadra, ma abbiamo capito che dobbiamo comunicare meglio. Sono stato dipinto come il cattivo dai media, ma non sanno come e quanto lavoro per il team. Il fatto più grave è che hanno attaccato e minacciato la mia famiglia dopo la gara in Brasile. Se avete un problema con me ok, ma lasciate stare la mia famiglia. Io ho un ottimo rapporto con ‘Checo’ e magari un giorno si sapranno tutti i fatti. Però non capisco gli attacchi verso di me e la famiglia. Tante cose scritte sono state ridicole”.

“Ci sono cose che non sono andate bene in Brasile – ha spiegato il pilota olandese – alcune le abbiamo capite mentre per altre abbiamo il tempo sufficiente prima di tornare a correre lì. Il secondo posto di Perez? Sì, sono pronto ad aiutarlo e non vedo l’ora che ci sia questa battaglia”. “Il team ha commesso degli errori in Brasile. Non avevamo previsto la situazione che si è verificata all’ultimo giro e non avevamo concordato una strategia per un simile scenario prima della gara”, si legge nelle prime righe di un comunicato diramato dalla Red Bull. “Purtroppo Max è stato informato solo all’ultima curva della richiesta di cedere la posizione senza che gli fossero trasmesse tutte le informazioni necessarie. Questo ha messo Max, che è sempre stato un giocatore di squadra aperto e leale, in una situazione difficile con poco tempo per reagire, cosa che non era nelle nostre intenzioni”.

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