Napolitano: "Attività sempre in evoluzione per restare al passo coi tempi" - QdS

Napolitano: “Attività sempre in evoluzione per restare al passo coi tempi”

Francesco Sanfilippo

Napolitano: “Attività sempre in evoluzione per restare al passo coi tempi”

giovedì 17 Novembre 2022

Forum con Domenico Napolitano, comandante provinciale della Guardia di Finanza di Palermo

Intervistato dal direttore Carlo Alberto Tregua e dal vice presidente Filippo Anastasi, il comandante provinciale della Guardia di Finanza, Domenico Napolitano, risponde alle domande del QdS.

Quali sono e come sono cambiati nel tempo i compiti principali della Guardia di Finanza?
“La Guardia di Finanza oggi opera in forza di un ampio spettro di potestà ispettive che consentono di analizzare e approfondire in maniera trasversale contesti connotati da elevata complessità che interessano tutta l’area della finanza pubblica e dell’economia. Si pensi, tanto per citarne alcune, alle frodi fiscali, doganali, sulle accise e sui monopoli statali, all’evasione fiscale internazionale, all’economia sommersa, alla corruzione, alle condotte illecite in danno degli stanziamenti pubblici nonché alla contraffazione anche del ‘Made in Italy’, alle scommesse clandestine, ai traffici illeciti di stupefacenti e tabacchi lavorati esteri. Naturalmente per far fonte a tutti questi compiti è necessario orientare la propria azione in modo mirato e selettivo individuando quei soggetti connotati da un maggior rischio di pericolosità fiscale ed economico-finanziaria o che hanno accumulato, illecitamente, patrimoni consistenti. A tali finalità si tende tramite il patrimonio informativo a disposizione, grazie a procedure che consentono di far inter operare tra di loro tutte le banche dati e i database a cui abbiamo accesso, elaborando sofisticate analisi di rischio anche in relazione alle diverse caratteristiche delle varie aree geografiche del Paese. Quest’approccio nuovo è indispensabile, perché stiamo vivendo anche come cittadini una grande rivoluzione digitale”.

Può farci un esempio?
“Un esempio è dato dalle criptovalute, che stanno acquisendo sempre più maggiori quote di mercato, che, seppur non siano falsificabili, vengono usate, non di rado, per effettuare grosse frodi telematiche o per riciclaggio di denaro. Si tratta di valute virtuali destinate alla saturazione, perché la loro produzione è limitata dai pochi che possono produrle senza possibilità di replica. La rivoluzione informatica permette ai criminali di creare schemi nuovi per riciclare denaro. In tale ambito ci avvaliamo di tecnologie selettive e del supporto del Nucleo Speciale Tutela Privacy e Frodi Tecnologiche, per individuare i soggetti considerati a rischio. Un altro settore importante delle falsificazioni è quello manifatturiero che può essere considerato un ‘moltiplicatore di illegalità’ a causa della sua capacità di alimentare molteplici circuiti illeciti: dal lavoro nero e irregolare al riciclaggio, dall’evasione fiscale e contributiva al commercio abusivo finanche alle infiltrazioni della criminalità anche di stampo mafioso. In tal senso l’attività del Corpo è orientata prioritariamente, oltre che al contrasto del fenomeno cosiddetto ‘visibile’, alla ricostruzione della cosiddetta ‘filiera del falso’ e i relativi canali di finanziamento. Questi profitti, oltre che sfuggire all’Erario, finiscono sovente per sovvenzionare le attività delle organizzazioni criminali procurando un inquinamento dell’economia legale. L’esperienza maturata, inoltre, porta ad affermare che oggi i principali canali di contraffazione sono sui social network. Ormai ci sono veri e propri professionisti digitali della contraffazione che operano su internet. Senza contare il fenomeno, altrettanto preoccupante, della cosiddetta ‘pirateria digitale e televisiva’ concernente l’illecita diffusione di quotidiani on line nonché dei principali palinsesti televisivi a pagamento. Per contrastare questo fenomeno, la Guardia di Finanza si avvale della collaborazione della componente specialistica del Corpo e, in particolare del Nucleo speciale beni e servizi, per la contraffazione on line e del Nucleo Speciale Tutela Privacy e Frodi Tecnologiche che provvede a segnalare, grazie anche alle comunicazioni delle diverse Autority, i siti pirata”.

La legge sui beni confiscati alla mafia ha avuto successo in questi anni?
“Abbiamo una triste storia di organizzazioni criminali di stampo mafioso, il cui contrasto ha richiesto una legislazione specifica che non esiste ancora in altri Paesi. La legge sulla confisca dei beni illeciti della criminalità organizzata è fondamentale in questo senso, perché ci ha permesso di dare una risposta significativa. L’azione della Guardia di Finanza, in tal senso, mira a impedire che gli interessi della criminalità, soprattutto di stampo mafioso ma anche quella economico-finanziaria, possano introdursi nell’economia legale. Non è semplice individuare i collegamenti con la criminalità organizzata, perché i mafiosi nascondono i beni tramite la complicità di prestanomi, generalmente scevri da precedenti penali e agli occhi dell’opinione pubblica del tutto rispettabili. Occorre pertanto ricostruire, dal punto di vista giuridico e finanziario, i collegamenti tra quest’ultimi e gli esponenti della criminalità, e non è semplice. Per aggredire i patrimoni illecitamente accumulati risultano fondamentali l’esecuzione di mirati accertamenti patrimoniali delegati dall’Autorità giudiziaria anche su proposte dei Reparti e il monitoraggio continuo delle dinamiche che inquinano il tessuto sociale ed economico del Paese, effettuato anche con il supporto del Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata. Un caso emblematico di affermazione della legalità dello Stato è stata la confisca a titolo definitivo di quella che fu la casa di Totò Riina e che oggi è sede della caserma della Tenenza della Guardia di Finanza di Corleone e che riveste, pertanto, un alto valore simbolico”.

Sussidi, settore sanitario e risorse Pnrr indispensabili competenze a 360 gradi

La vostra attività riguarda solo il settore economico-finanziario o ha più ampie competenze?
“Grazie alle sinergie sviluppate con gli altri Enti istituzionali, le nostre competenze possono realmente essere considerate a 360°, cioè attive in tutti i settori economici. Chiaramente a Palermo il rapporto con il mondo agricolo è molto ridotto per le sue dimensioni, ben diverse dalle imprese padane che sono vere e proprie industrie che fatturano svariati milioni di euro. Tuttavia bisogna considerare che oggi anche il mondo imprenditoriale e industriale è cambiato: prima c’era la Fiat a Termini Imerese con tutto l’indotto che oggi non c’è più. Ciò ha portato ad un incremento del cd terzo settore al quale è rivolta in misura maggiore la nostra attenzione. Cosi come sono aumentati i controlli in tema di spesa pubblica nazionale ed europea. Tra l’altro per arginare il fenomeno sempre più crescente delle frodi all’Unione europea è stata istituita la Procura Europea (EPPO), operativa dal giugno 2021 con sede centrale in Lussemburgo ma con sede decentrata, tra l’altro, anche a Palermo, con la quale la Guardia di Finanza collabora con l’intento di perseguire i maggiori reati che ledono gli interessi finanziarie europei, rafforzando inoltre la cooperazione con i vari Stati membri”.

La pandemia ha cambiato il vostro modo di operare?
“Gli effetti della pandemia hanno anche inciso in modo decisivo sull’operato della Guardia di Finanza. Basti pensare all’enorme flusso di denaro destinato agli operatori economici che per effetto delle misure restrittive imposte dal lockdown sono stati costretti a chiudere temporaneamente le attività commerciali e imprenditoriali o hanno visto flettere sensibilmente il proprio fatturato. Ciò ha comportato, necessariamente, un maggior ricorso alle anche l’opportunità a molti imprenditori di approfittarne, pur non avendone diritto, presentando false autocertificazioni attestanti requisiti non veritieri. Successivamente la nostra attenzione si è orientata al settore sanitario e a quello degli appalti, dove la situazione di emergenza ha dato diverse opportunità di speculazioni. Oggi, con l’utilizzo dei fondi europei del Pnrr e con importanti appalti da assegnare, non possiamo permetterci errori. Perciò l’attenzione è altissima su tutte le procedure poste e da porre in essere nelle misure di ristoro, alle sovvenzioni e alle diverse forme di sostegno pubblico rilasciate per motivi contingenti agli operatori economici bisognosi che ne hanno fatto richiesta”.

Un’eccellenza tutta italiana apprezzata anche dall’Ue

Le convenzioni attivate con i vari Enti riescono a produrre i risultati sperati?
“Sì, funzionano. Se un ente pubblico riscontra una violazione in campo tributario, deve comunicarla per legge alla Guardia di Finanza. Inoltre, sono stati stipulati Protocolli d’intesa a livello locale con i Comuni e con le Città Metropolitane per i controlli in tema di fondi del Pnrr. Questi accordi ci consentono di programmare e di eseguire investigazioni in sinergia con i principali centri di spesa pubblica, rappresentati dagli Enti locali con cui collaboriamo”.

Di quanti uomini dispongono i vostri uffici?
“Attualmente il Comando provinciale di Palermo ha una forza effettiva di circa mille e duecento unità. Tale presidio è dato sia perché operiamo nella provincia siciliana più importante per Pil, che è un quarto di quello regionale, sia perché ha uno sviluppo economico più strutturato rispetto ad altre realtà economiche, seppur l’85% sia costituito da servizi terziari come trasporti e ristorazione, mentre solo il 12% è costituito da industrie e imprese e solo il 3% compone il settore agricolo. Inoltre, rispetto agli altri Comandi provinciali, siamo chiamati a uno sforzo più importante per far fronte a maggiori sollecitazioni operative come il contrasto alla criminalità organizzata, per la presenza di un maggior numero di famiglie e sodali appartenenti a Cosa nostra, o alle frodi al bilancio nazionale e regionale in ragione della presenza dei principali Enti pubblici”.

Il vostro numero è adeguato per sopperire alle necessità cui siete chiamati a dare risposta?
“Il Comando provinciale di Palermo è tra quelli con una struttura più articolata e conta una forza organica importante proprio per fronteggiare la complessità del contesto territoriale di riferimento, ma occorre considerare che il crimine, soprattutto negli ultimi tempi, si è evoluto al passo coi tempi: è divenuto più finanziario. Non a caso oggi possiamo definirci, unica in Italia, una Polizia economico-finanziaria. Una specificità riconosciuta e apprezzata anche a livello europeo”.

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