Un vero e proprio grido di disperazione da parte di chi, in un lasso di tempo breve, potrebbe vedersi soffiati via la propria attività e, soprattutto, il proprio mare
Centinaia di persone si sono radunate questa mattina sotto il Ponte di Ognina per urlare no alla privatizzazione del Borgo Marinaro del quartiere catanese in seguito alla concessione rilasciata lo scorso 17 ottobre dalla Regione Siciliana per ampliare il porticciolo turistico. Un presidio che ha visto la presenza di abitanti e pescatori del posto, finalizzato a contestare il provvedimento che, secondo i manifestanti, precluderebbe l’accesso alla cittadinanza in uno dei pochi affacci sul mare della città. Un vero e proprio grido di disperazione insomma da parte di chi, in un lasso di tempo breve, potrebbe vedersi soffiati via la propria attività e, soprattutto, il proprio mare. Ad organizzare la manifestazione il Movimento 5 Stelle insieme a Antimafia e legalità, Arci, Argo, Associazione comunista Olga Benario, Borgo marinaro di Ognina, Europa verde, Free Green Sicilia, I Siciliani giovani, Legambiente, Lipu, M5s, Oulp, Pd, Rifondazione comunista, Sinistra italiana, Sunia, Volere la luna, WWF Sicilia nord orientale.
Anthony Barbagallo (PD): “Si fermi immediatamente il procedimento”
Tra i presenti vi era anche il segretario regionale del Partito Democratico, Anthony Barbagallo, che ha intimato l’immediato annullamento del procedimento.
“Oggi insieme a centinaia di cittadini che chiedono di conoscere la verità, chiediamo che venga fermato il procedimento – dichiara Barbagallo – La Regione deve sospendere tutto mentre il sindaco di Catania, Enrico Trantino, occorre che faccia chiarezza all’interno della sua amministrazione e revochi gli atti che ha rilasciato. In definitiva, chiediamo: sospensione della concessione da parte dell’Assessorato Regionale del Territorio e Ambiente, nonchè revoca di provvedimenti e pareri espressi del Comune di Catania anche per coerenza rispetto alle dichiarazioni rilasciate nelle scorse ore dal primo cittadino”.
Concetta Raia (Associazione Comunità e Progresso): “Storia vecchia, siamo stufi”
“E’ una storia vecchissima, anche negli anni passati ci siamo ritrovati qui a manifestare per bloccare questo processo di privatizzazione del Porticciolo – le parole invece di Concetta Raia, ex deputata PD – Abbiamo capito però che ci sono troppi interessi, privati e ammnistrativi. Eppure abbiamo in dote tantissime risorse, sia del PNRR quanto della Comunità Europea, con cui sarebbe possibile valorizzare i borghi marinari. Perchè si deve dare tutto in mano ai privati? Noi non vogliamo questo: noi vogliamo che la gente comune possa continuare ad usufruire del mare e stare a contatto con questa realtà. Ci siamo rotti le scatole di questo perenne tentativo di privatizzare qualsiasi cosa: questo posto deve essere restituito a marinai, pescatori e alla città”.
Angelo Villari (Presidente Ass.Politico-Culturale “Comunità in progresso”): “Stop alle privatizzazioni selvagge”
Anche il presidente dell’Associazione politico-culturale “Comunità in progresso”, Angelo Villari, ha gridato il proprio no al percorso di privatizzazione del porto di Ognina intrapreso dalla Regione Siciliana.
“Il borgo marinaro potrà essere sicuramente riqualificato e ammodernato, ma deve necessariamente rimanere in mani pubbliche – dichiara l’ex deputato PD – Questa privatizzazione spregiudicata che il governo Schifani sta tentando di fare del territorio è una cosa vergognosa. Il sindaco Trantino ha chiesto il ritiro del provvedimento in autotutela: bene, oltre questo dovrà emanare un atto pubblico per ribadire che il borgo di Ognina possa restare pubblico. Stop alle privatizzazioni selvagge che sono solo occasioni per qualcuno di arricchirsi ai danni dell’intera città”.
Domenico Cosentino (Segretario provinciale “Rifondazione Comunista”): “Mare bene pubblico, provvedimento Regione antigiuridico”
Tutela di un bene pubblico dal valore inestimabile come il mare. Questo, in sintesi, il messaggio lanciato da Mimmo Cosentino, segretario provinciale di “Rifondazione Comunista”, intervenuto anche lui ai microfoni del Quotidiano di Sicilia: “Siamo assolutamente contro questo provvedimento della Regione – le sue parole – Va difeso il bene pubblico: il mare e l’acqua sono beni pubblici e questo spazio della città di Catania è uno spazio storico fruito dai cittadini, dai pescatori, dal quartiere, da tutte le maestranze legate all’artigianato del mare e delle imbarcazioni, nonchè dal turismo. E’ una decisione inaccettabile dal punto di vista politico, sociale, economico ed anche giuridico, in quanto lede a nostro avviso diritti fondamentali con procedure opache. La Regione ha forzato e si è piegata al privato. L’intenzione del Comune di Catania di opporsi in autotutela è una notizia positiva. Adesso, però, devono seguire i fatti: la giunta Trantino può e deve far valere le sue ragioni”.
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