Donne iraniane si guardano allo specchio e declinano attraverso le immagini la loro esistenza quotidiana.
“Sono volti e corpi di madri del dolore e spose della gioia, ragazze della decenza e principesse della bellezza”, dicono gli organizzatori della mostra che raccoglie cento scatti di donne narrate da cento fotografe.
L’esposizione “Donna iraniana racconta donna iraniana”, dall’1 al 16 giugno e dal 3 al 25 agosto sarà ospitata nell’ex Convento del Carmine a Modica nel Ragusano.
Un allestimento organizzato dalla fondazione Teatro Garibaldi, con il patrocinio del Comune di Modica, curato da Najme Arshadi, da Tonino Cannata, sovrintendente della fondazione Teatro Garibaldi, e da Paolo Nifosì, con la collaborazione di Hamid Tabaei e Stephanie Johnson.
Le opere sono state selezionate fra le tante diverse che hanno partecipato a un bando tramite “woaret.ir”.
“Questa mostra – spiega Ali Asghar Kalantar, che l’ha diretta – è un omaggio alle madri iraniane, madri di attesa, madri dell’amore, madri di preoccupazione e madri della ninnananna. Nel misticismo islamico il desiderio di essere visto è una richiesta divina. La Creazione e l’Amore sono due manifestazioni della divinità della donna iraniana. Lei nella sua natura desidera di essere vista: una volontà divina. Questa mostra è quindi un tentativo di trasmettere donne e ragazze oneste e vere che vogliono raccontare, con passione, la loro storia per farsi conoscere”.
“In questa mostra – aggiunge – guardate il Dovere e l’Essere della donna iraniana. In ogni immagine, nello stesso momento, ci sono due donne e presenze nascoste: soggetto, fotografa e geografia. La fotografa è narratrice, e la donna nella foto è narrativa. E ciò che unisce queste due è una geografia che determina la religione, la razza, la società, la famiglia e quello che è lei”.
Ne viene fuori una realtà diversa da quella mostrata dalla cronaca.
“Mi viene difficile comprendere il dibattito politico internazionale sull’Iran guardando le immagini di questa bellissima mostra fotografica – osserva Nifosì – Mi viene difficile rispetto all’intelligenza, alla sensibilità, al gusto che le fotografie di questa mostra narrano. Un mondo, quello iraniano, che l’Occidente non ha visitato se non sporadicamente”.
“Mi trovo davanti a immagini molto variegate, una rara finestra – conclude Nifosì – su una cultura e su una condizione femminile che aspira ad una maggiore e naturale libertà”.
“Siamo orgogliosi – commentano il sovrintendente Cannata, curatore della mostra, e il direttore artistico della Fondazione Giovanni Cultrera – di avere potuto organizzare questa esclusiva mostra, che rappresenta un momento straordinario, sia per la bellezza delle foto e sia per il messaggio che da esse trapela Immagini che raccontano di una cultura che, forse, è molto diversa da come la immaginavamo. Un viaggio emozionante, nel quale ci accompagnerà Najme Arshadi, curatrice della mostra”.
La mostra sarà inaugurata sabato 1 giugno, alle ore 11 e resterà fruibile fino al 16 giugno e poi dal 3 al 25 agosto, da martedì a domenica dalle ore 17 alle 21, lunedì chiuso.

