Fotografia, Palermo, torna rassegna nel giardino "Al Fresco" - QdS

Fotografia, Palermo, torna rassegna nel giardino “Al Fresco”

Fotografia, Palermo, torna rassegna nel giardino “Al Fresco”

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giovedì 27 Maggio 2021

Apre questa lunga estate di racconti per immagini "La città congelata" del giornalista Giovanni Franco.

Torna la fotografia nel giardino di Al Fresco bistrot (vicolo Brugnò, 1 a Palermo), con una rassegna dal titolo “Gira, foto e firrìa” dedicata agli autori palermitani e al loro sguardo sul presente. Apre questa lunga estate di racconti per immagini “La città congelata” del giornalista Giovanni Franco, in programma da sabato 29 maggio (inaugurazione alle 18) al 16 giugno e visitabile durante gli orari di apertura del bistrot (da mercoledì a domenica, dalle 12 alle 23). Un ritratto inedito della città di Palermo, “congelata” durante il lockdown ma con un forte desiderio di tornare alla normalità.

A curare la rassegna, è il fotografo Salvo Gravano: “Negli spazi di Al Fresco giardino e bistrot aspetteremo chi, amante della buona compagnia e del buon cibo, è disponibile a condividere emozioni, facendosi condurre “dentro” le storie, vicine per tempi e per luoghi, proposte da alcuni fotografi palermitani”. Tra i fotografi che esporranno Al Fresco anche Igor Petyx, con la mostra “Vivi pagliaccio” (dal 19 giugno al 7 luglio), dedicata alla vita degli artisti durante l’emergenza sanitaria, e Marcello Mussolin e Marcello Troisi, con “Periferie culturali”, un ritratto del centro storico e dei suoi abitanti (dal 10 al 28 luglio).

Un programma che proseguirà per tutta l’estate e che vuole lasciare
una traccia di sé nei visitatori: per cercare di far comprendere meglio cosa
possa significare “lasciare una testimonianza di un incontro”, alcuni
dei fotografi della rassegna saranno disponibili per creare una foto
segnalEtica che acconti un istante fugace e unico di un’esperienza condivisa da
due persone che in quel determinato istante si guardano negli occhi.

“L’emergenza Covid-19 ha costretto tutti noi a limitare i nostri impegni e i nostri spostamenti e, in alcuni casi, ad azzerarli del tutto, frenando quella che lo scrittore novecentesco Ernest Hemingway definisce come un’eccitantissima perversione di vita: la necessità di compiere qualcosa in un tempo minore di quanto in realtà ne occorrerebbe”, afferma Gravano.

“Le nostre città, abituate ad un frenetico via vai,
durante il lockdown hanno assunto nuovi volti e nuove abitudini. – prosegue –
Giovanni Franco,  ci mostra con i suoi
scatti aspetti della città “congelata”: c’è chi ha tentato di
continuare a lavorare, ci sono i monumenti e le zone normalmente trafficate ora
completamente vuote e ci sono dei nuovi spazi, prima sottovalutati e dati per
scontato, ma che di recente hanno acquisito importanza per tutti: i balconi. Il
tutto è rappresentato con colori vividi e brillanti, che rappresentano la
speranza di tornare alla normalità raggiungendo il più presto possibile la
tanto sospirata immunità di gregge”.

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