Francesco Renga non vede l’ora di abbracciare il suo pubblico con “Angelo Venti”, il tour che partirà il 31 maggio dalla Piazza Cattedrale di Piazza Armerina e si concluderà a settembre inoltrato.
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“Angelo – Venti” è un tour speciale per Francesco Renga perchè celebra i vent’anni di “Angelo”, brano con il quale nel 2005 ha vinto il Festival di Sanremo e dal forte valore personale per l’artista. Per tale ragione, sarà una grande festa e un viaggio musicale attraverso i suoi più grandi successi.
A distanza di pochi giorni dall’inizio del tour, abbiamo intervistato Francesco Renga che sarà in Sicilia con il suo “Angelo – Venti” con ben tre date. Renga, infatti, canterà il 31 maggio in Piazza Cattedrale di Piazza Armerina, l’1 giugno in Piazza del Popolo di Floridia e il 24 agosto all’Anfiteatro Falcone e Borsellino di Zafferana Etnea nell’ambito del “Sotto Il Vulcano Fest”.
“Angelo Venti”, nuovo tour di Francesco Renga. L’intervista
Ci diamo subito del tu con Francesco e inizia ad aprire il baule di ricordi e musica tra passato e presente, sottolineando sempre il grande legame che lo unisce al suo pubblico e che vuole fortemente ritrovare in questo tour. Mentre parla, trasuda entusiasmo, passione e gioia: elementi indispensabili per festeggiare e per dare il via ad un nuovo tour.
Il tour “Angelo Venti” partirà proprio dalla Sicilia con le prime due date per poi ritornare il 24 agosto con il concerto a Zafferana Etnea. Qual è il suo rapporto con la Sicilia?
Il mio rapporto con la Sicilia è splendido perchè mia madre era siciliana, di Palermo. Il suo cognome era Caruso. Ho un legame molto profondo con la Sicilia. I miei genitori erano entrambi isolani perchè mio padre era sardo e mia madre siciliana appunto. Al di là dell’incanto che rappresenta come terra, per me la Sicilia è anche radici.
Da Piazza Armerina partirà un tour che si concluderà a settembre. Cosa si aspetta da questo tour? E a cosa assisteranno i tanti fans?
Prima di tutto mi aspetto di incontrare il mio pubblico perchè in questi ultimi due anni ero in tour con Filippo, quindi ho captato la voglia della mia gente di ritrovarmi e vedermi da solo su un palcoscenico. Ho approfittato dell’anniversario di “Angelo” per fare un tour celebrativo di questi anni di carriera. La scaletta, infatti, è molto particolare. Si sviluppa attraverso i vari dischi. Attraversa tutto il mio percorso artistico. E’ un tour sorprendente perchè vado a recuperare delle canzoni che non facevo da tempo. Non vorrei spoilerare troppo, ma sarà un tour molto impegnativo da un punto di vista vocale, ma sarà molto emozionante. Ricantare certe canzoni emoziona tantissimo anche me.
Ad esempio?
Dovendo ripercorrere tutti gli album, partendo dal primo, ritorno a fare canzoni come “Ancora di lei”, la prima canzone che ho scritto e “Affogo Baby”, il primo singolo che ho rilasciato come Francesco Renga. E poi via via. Farò delle chicche che non portavo da tempo sul palcoscenico.
Quanto è importante per un artista il live, oltre le classifiche e i numeri?
Per me il live, soprattutto negli ultimi anni, è determinante perchè continua a rinverdire il legame profondo che c’è col mio pubblico. C’è questo interscambio bellissimo, soprattutto nei live. Il live non può mancare per me perchè è un momento di comunione con la mia gente e anche di crescita. Riesco a vedere nei loro occhi il mio essere diventato grande: molti sono cresciuti con me e con le mie canzoni. E’ un abbraccio corale ogni volta. Sarà un tour molto affascinante. Secondo me è una delle migliori scalette che abbia messo in atto negli ultimi anni.
Una preparazione al tour che l’ha riportata indietro nel tempo e a fare un bilancio?
Esatto! Attraverso questo importante anniversario, ne ho approfittato per fare un bilancio di tutti questi anni, anche prima di “Angelo”. Quest’ultimo è stato un punto di arrivo importantissimo e anche un punto di partenza fondamentale, ma è stato solo un momento. Attraverso le canzoni, ho proprio la possibilità di fare un bilancio non solo artistico ma anche della mia vita. Ogni canzone rappresenta qualcosa per me ben specifica e per il pubblico altrettanto perchè la bellezza del live e delle canzoni è proprio quella: tu hai una tua chiave per quello che hai scritto in quel momento. Per il pubblico è come dare una chiave ad una porta che è la mia, ma se la dai al pubblico apre una porta che è tutta sua. Ognuno ha la possibilità attraverso il live di rivivere questi anni insieme.
Il tour celebra i vent’anni di “Angelo”, il brano con il quale nel 2005 ha vinto il Festival di Sanremo. Quali ricordi conserva sia della composizione del brano sia di quel momento?
Racconto quel momento come l’allineamento dei pianeti. Avevo già pubblicato un album che stava andando anche abbastanza bene. Mi chiamò Bonolis perchè voleva che partecipassi al Festival. In quegli anni, Sanremo faceva paura a molti. Era un momento in cui lo si considerava come “lì ti giochi tutto”. Io non avevo nulla da presentare perchè avevo già pubblicato un album. Avevo solo una canzone che era un esercizio fatto dal mio maestro di canto con un testo improbabile ma scritta benissimo.
Mia figlia era piccola. Io dovevo scrivere il testo della canzone perchè volevo mandarla a Paolo. Era l’anno dello tsunami. Vedevo queste immagini e, d’improvviso, ho sentito gigantesco il peso di quella bambina che dormiva al piano di sopra con la mamma. Di getto è nata “Angelo”, che è una preghiera nei confronti di mia madre perchè mi aiutasse e proteggesse mia figlia.
Inoltre, quell’anno Paolo aveva voluto sul palco degli opinionisti e c’era Ambra (nda Angiolini). Tutto ciò ha fatto sì che si verificasse quel miracolo di “Angelo”.
A vent’anni di distanza, quest’anno “Angelo” è tornata sul palco dell’Ariston come canzone scelta per il duetto con i Modà. Ci racconta le emozioni?
Quando mi ha chiamato Kekko nemmeno pensavo all’anniversario di “Angelo”. Per me “Angelo” è l’emozione più grande che io possa condividere sul palcoscenico insieme alla gente perchè rappresenta la scrittura di quella notte, quel momento, quelle sensazioni. Quando scrivi una canzone che riesce ad essere così tanto capita, sentita recepita e poi condivisa e vissuta in maniera personale da ognuno, è una cosa che non si può spiegare.
In cosa “Angelo” è stato un trampolino di lancio per la sua carriera?
Ero già al terzo album da solista, ma vincere il Festival di Sanremo è stata la consacrazione. Ho capito dopo cosa era successo, ma certamente mi ha dato la possibilità di essere tra chi ha vinto il Festival. Il merito è della canzone che è stata un punto di arrivo importante.
Il 30 maggio uscirà una nuova versione di “Angelo”. Com’è stato tornare a lavorare sul brano, anche con l’apporto professionale di Tommaso Colliva?
Colliva è un produttore bravissimo, un genio. Abbiamo deciso di lavorare sul bilanciamento emotivo della canzone.
L’unica cosa che si poteva cambiare era l’approccio ai pesi emotivi di “Angelo”, quindi è una versione bellissima molto distante, ma molto rispettosa dell’originale. Era difficile fare un lavoro su “Angelo” perchè dal punto di vista musicale è molto complicata da trattare, nonostante l’apparente semplicità.
“Angelo” nasce come una preghiera per la sua primogenita. A quell’angelo, oggi, cosa chiederebbe per i suoi figli?
Quello che chiedevo allora. Non solo per i miei, però. Adesso lo chiederei per tutti. Il momento è difficile. L’umanità è sempre sul ciglio di un burrone. Chiedere aiuto a qualcuno che possa sollevarci dalla sofferenza del mondo che ce n’è tantissima, soprattutto adesso credo sia una cosa da fare sempre, anche perchè ti aiuta a rimanere in contatto con la tua umanità.
Sui suoi social, accanto ai contenuti legati alla musica, ci sono post dedicati alla famiglia. E’ una scelta precisa di togliere quella parete tra lei e la sua community e mostrare l’uomo oltre l’artista?
In realtà non è una scelta meditata. Essendo anziano, uso i social per come mi va di farlo. Non c’è alcun tipo di strategia. Il social è bello per questo perchè per me socializzare significa da vecchio boomer raccontare qualcosa che va al di là del personaggio pubblico. E’ come entrare nella casa di una persona e presentarti. Per me la famiglia è uno dei valori fondamentali e fondanti della mia anima. Per famiglia intendo tutto ossia i miei figli, la mamma dei miei figli, i miei amici che per me sono anche il pubblico.
A proposito di musica, secondo lei cosa dovrebbe migliorare del mercato discografico?
Fai la domanda alla persona sbagliata (nda. ride). Ho smesso di pensare al mercato nel senso che non ne ho idea. Il modo di fare musica che conosco io è lontanissimo da quello che è adesso l’approccio della scrittura delle nuove generazioni. L’unica cosa che continuo a dire è cercare di non impoverire troppo sia il linguaggio musicale sia quello testuale.
E’ reduce anche dalla collaborazione artistica con Nek. Prova che è aperto alle collaborazioni. C’è qualcuno del panorama musicale italiano con cui le piacerebbe avere un incontro artistico?
Ce ne sono tanti! Uno su tutti, direi in questo momento, è Fabri Fibra. Olly mi piace, Blanco è un altro ragazzo che scrive molto bene. Ce ne sono tantissimi perchè c’è molto talento intorno.
Non mi aspettavo il nome di Fabri Fibra. Il genere è diverso…
E’ diverso, ma credo lui abbia una vena pop molto accesa poi la usa per quello che vuole fare lui. Mi piace anche l’ironia che ha nei testi. Mi è sempre piaciuto lui.

