I fringe benefit, sono compensi in natura attribuiti al lavoratore che non concorrono alla formazione del reddito.
Il governo Meloni, di recente, ha approvato una bozza del Decreto Legge Lavoro contenente una disposizione che prevede un incremento della soglia di non imponibilità dei fringe benefit a tremila euro, ma solo per i lavoratori dipendenti con figli a carico.
Il provvedimento rientra nelle “misure fiscali per il welfare aziendale“ e fa parte del pacchetto di misure del Decreto lavoro, approvato dal Consiglio dei ministri il 1° maggio, insieme al nuovo assegno di inclusione e al taglio del cuneo fiscale per i redditi medio bassi.
In questo articolo, scopriamo cosa sono i fringe benefit, l’incremento della soglia dei benefit per i dipendenti con figli, e le altre novità in materia introdotte dal decreto lavoro.
Cosa sono i fringe benefit
I fringe benefit, sono i compensi in natura attribuiti dal datore di lavoro nei confronti del lavoratore che non concorrono alla formazione del reddito.
I fringe benefit sono benefit aziendali previsti in primis dal Codice Civile che all’art. 2099 prevede proprio che il collaboratore possa essere retribuito anche con “prestazioni in natura”.
Un’azienda, di solito, disciplina le tipologie di fringe benefit all’interno del contratto individuale. Per loro natura, infatti, si tratta di benefit che possono essere concessi anche singolarmente al dipendente.
Cosa rientra nei fringe benefit?
Tra i fringe benefit più comuni ci sono, per esempio, la già citata auto aziendale e i buoni acquisto, come Edenred Shopping.
Possono esserlo beni e servizi dedicati al dipendente quali:
- assistenza sanitaria;
- polizze assicurative;
- concessione di prestiti;
- acquisti di azioni societarie (le cosiddette Stock option);
- alloggi che vengono messi a disposizione del dipendente.
Cosa prevede il bonus dipendenti con figli a carico nel 2023
Il cosiddetto bonus dipendenti torna ad aumentare anche nel 2023.
La soglia di non imponibilità fiscale dei fringe benefit salirà a 3.000 euro, come è stato fino alla fine dello scorso anno. La novità, però, riguarda solamente i lavoratori dipendenti con figli a carico.
Il provvedimento fa parte del pacchetto di misure del Decreto lavoro, approvato dal Consiglio dei Ministri il 1° maggio, insieme al nuovo assegno di inclusione e al taglio del cuneo fiscale per i redditi medio bassi
Il ministro dell’Economia Giorgetti del resto aveva già annunciato: “Il governo destinerà con un prossimo provvedimento di urgenza i margini di bilancio disponibili per finanziare per l’anno in corso un nuovo taglio dei contributi sociali a carico dei lavoratori dipendenti con redditi medio bassi e un innalzamento del limite dei fringe benefit per i lavoratori dipendenti con figli”.
Aumenta la soglia dei fringe benefit, esenzioni fino a tremila euro
Nel 2023 dunque sarà in vigore un nuovo aumento della soglia di non imponibilità dei fringe benefit, cioè i beni e servizi aziendali concessi al lavoratore e che non concorrono alla formazione di reddito. Il valore di questa soglia, come si legge nel comunicato stampa ufficiale del governo, sarà di 3.000 euro, proprio come l’intervento in vigore fino alla fine del 2022
La novità per il 2023 sui fringe benefit
La novità però è che il nuovo intervento sarà rivolto ad una platea di destinatari specifica, cioè i lavoratori dipendenti con figli a carico. Pertanto, per il periodo d’imposta 2023 il valore, nel limite di 3.000 euro, dei beni ceduti e dei servizi prestati dal datore di lavoro ai dipendenti con figli a carico non contribuiscono alla formazione di reddito
Cosa rientra nei fringe benefit
Rientrano tra i fringe benefit anche le somme erogate o rimborsate per il pagamento delle utenze domestiche di acqua, luce e gas.