Dodici anni di carcere per frode fiscale con aggravante mafiosa. Questa la richiesta del procuratore aggiunto Federico Manotti e del sostituto Giancarlo Vona nei confronti di Salvatore Vetrano, il “re dei surgelati” di Palermo, secondo gli inquirenti molto vicino agli ambienti di cosa nostra.
Le altre richieste dei pm
Chiesti cinque anni e sei mesi per la moglie di Vetrano, Anna Bruno, e sei per il padre di quest’ultima, Pietro Bruno, considerato legato a Totò Riina. Infine sei anni e sei mesi sono stati chiesti per Mauro Castellani, imprenditore genovese del settore ittico. Chiesta anche la confisca di cinque milioni, sequestrati un anno fa. Domani inizieranno a parlare le difese e la sentenza è prevista per il 13 gennaio.
Le accuse
Vetrano era stato estradato dalla Spagna ed è l’unico a cui è contestata l’aggravante mafiosa. Secondo la procura, l’imprenditore avrebbe gestito una rete di società con sedi in Italia, Spagna e Portogallo, attraverso le quali sarebbero state realizzate frodi fiscali su vasta scala. A Pietro Bruno, invece, è contestata la ricettazione e la mancata comunicazione della variazione patrimoniale per persona sottoposta alla sorveglianza speciale.

