Frode su fondi UE a Messina, scatta sequestro - QdS

L’ennesima frode all’UE, scatta sequestro da 170mila euro a Messina

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L’ennesima frode all’UE, scatta sequestro da 170mila euro a Messina

Redazione  |
mercoledì 25 Ottobre 2023

Ancora un'azienda attiva nel settore agricolo accusata di aver percepito indebitamente fondi comunitari. Il caso scoperto dalla Guardia di Finanza.

I finanzieri del comando provinciale di Messina, a conclusione di una complessa indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Patti, hanno denunciato due soggetti ritenuti responsabili di frode e indebita percezione di fondi UE per oltre 350mila euro ed eseguito un decreto di sequestro preventivo del valore di 170mila euro.

La misura cautelare reale di natura ablativa interviene nella fase delle indagini preliminari ed è basata su imputazioni provvisorie, che dovranno comunque trovare riscontro in dibattimento e nei successivi gradi di giudizio, nel rispetto del principio di presunzione di innocenza fino a sentenza definitiva stabilito dall’art. 27 della Costituzione.

Frode su fondi UE a Messina, scatta sequestro

I pagamenti della Politica Agricola Comune, interamente finanziati dall’Unione Europea, sono delle forme di sostegno a tutela del reddito degli agricoltori, in modo da innalzare il tenore di vita della popolazione agricola, incrementare le produzioni e favorire il processo di adeguamento delle strutture agrarie, attraverso misure di carattere socio-strutturale.

Per accedere a questi benefici, l’imprenditore agricolo deve, tuttavia, dimostrare il regolare possesso di
un’adeguata superficie coltivabile o destinata al pascolo. L’attività di polizia economico-finanziaria eseguita dalle Fiamme Gialle della Tenenza di Capo d’Orlando ha portato alla scoperta di un’insidiosa truffa dal responsabile di una società agricola ai danni di FEAGA (Fondo Europeo Agricolo di Garanzia) che, nelle campagne dal 2012 al 2020, aveva introitato risorse comunitarie non spettanti per un importo totale di oltre 350mila euro, di cui 170mila euro oggi sottoposti a sequestro, somma corrispondente all’indebito profitto per la quale non risultano già trascorsi i termini di prescrizione ai fini penali.

L’illecito e le due denunce

Più in particolare, il titolare dell’azienda aveva indicato all’Ente pagatore – A.G.E.A.- il possesso di particelle catastali di terreni agricoli inizialmente ceduti dall’ISMEA (Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare) a un suo parente, con contratto di riservato dominio. Tali poderi, in seguito, simulando un contratto di comodato, erano stati inseriti, illegittimamente, nella domanda unica di pagamento dall’imprenditore.

Il rappresentante legale pro tempore della società agricola, in concorso all’altra persona, è stato denunciato all’autorità giudiziaria avendo raccolto elementi indiziari configuranti responsabilità in ordine al reato di truffa aggravata ai danni dello Stato.

Di qui l’esecuzione dell’odierno provvedimento di misura cautelare reale delle somme di denaro e dei beni immobili, corrispondente all’illecito provento delle ravvisate responsabilità penali.

Il territorio della provincia messinese, purtroppo, non è nuovo a fenomeni della specie e le modalità illecite oggi documentate sono già assurte agli onori della cronaca, anche nazionale, perché sfruttate da strutturate organizzazioni criminali, anche di matrice mafiosa, che hanno intuito in anticipo le potenzialità dei flussi finanziari provenienti dalle risorse comunitarie.

Proprio per tali ragioni, autorità giudiziaria e Guardia di Finanza continueranno a mantenere altissima la soglia di attenzione, evitando che significative risorse pubbliche diventino facile preda di imprenditori spregiudicati, in danno dei tanti imprenditori onesti operanti in tali territori.

In tal senso, le odierne attività investigative testimoniano il continuo impegno assicurato dalla Guardia di Finanza e dalla Procura di Patti nella lotta alle frodi in danno al bilancio dell’Unione Europea nel delicato territorio della provincia peloritana.

Immagine di repertorio

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