Frode UE, durante l'interrogatorio Papania sceglie il silenzio

Corruzione a Trapani, Nino Papania sceglie di non rispondere al Gip durante l’interrogatorio

Corruzione a Trapani, Nino Papania sceglie di non rispondere al Gip durante l’interrogatorio

Redazione  |
giovedì 24 Ottobre 2024

L’inchiesta, condotta dalla Guardia di Finanza, ha portato al sequestro di 9 milioni di euro e coinvolge 24 indagati.

L’ex senatore Nino Papania si è avvalso della facoltà di non rispondere durante l’interrogatorio di garanzia davanti al gip di Trapani, Massimo Corleo. L’inchiesta, condotta dalla Guardia di Finanza, ha portato al sequestro di 9 milioni di euro e coinvolge 24 indagati.

Iscriviti gratis al canale WhatsApp di QdS.it, news e aggiornamenti CLICCA QUI

Questi sono accusati di aver utilizzato gli enti di formazione come un “bancomat” per spese personali e come strumento per favorire il cambio di partito di avversari politici.

Interrogatorio Papania, silenzio anche per altri due indagati

Anche altri due indagati, Mario Castelli e Filippo Tilotta, hanno scelto di non rispondere al GIP durante l’interrogatorio, come Papania. Castelli, figura di riferimento di Ires, ente collegato al presunto sodalizio di Papania, Vitello, Chianetta e Rocca, è stato raggiunto da un divieto di dimora nelle province di Trapani e Palermo. Tilotta, presidente del Cesifop, la cui carica è stata definita “fittizia” dal gip, ha ricevuto un divieto temporaneo di esercitare impresa o ricoprire uffici direttivi. Anche Ignazio Chianetta, ex allenatore di calcio e politico, si era avvalso della facoltà di non rispondere in un precedente interrogatorio.

Il gip ha disposto i domiciliari per Papania, il divieto di dimora per Castelli e il divieto di esercitare impresa o uffici direttivi per Tilotta. Sono stati disposti sequestri preventivi per 714 mila euro a carico di Papania, Tilotta, Vitello e Cesifop di Palermo. Oltre a 232 mila euro a carico di Rocca e 50 mila euro a carico di Castelli o all’ente Ires. L’Associazione Tai è il terzo ente coinvolto nell’inchiesta.

Frode all’UE e corsi di formazione fantasma

Gli indagati sono accusati di aver ottenuto indebitamente oltre 8,7 milioni di euro di finanziamenti europei destinati a corsi di formazione e progetti sociali. Secondo l’accusa, molti di questi sarebbero rimasti solo sulla carta. L’accusa è di frode all’UE, e l’inchiesta coinvolge anche la Procura europea. Gli enti coinvolti attendevano, inoltre, un’ulteriore tranche di finanziamenti europei pari a 2,5 milioni di euro.

Il sindaco di Marsala, Massimo Grillo, interviene sulla vicenda, ribadendo la propria estraneità ai fatti e sottolineando il suo impegno per la legalità e la trasparenza nell’azione amministrativa. Grillo afferma di aver sempre rifiutato compromessi e di aver agito in modo libero da pressioni e condizionamenti, anche a costo di perdere la maggioranza in Consiglio comunale.

Tag:
Articoli correlati

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta

Ediservice s.r.l. 95126 Catania - Via Principe Nicola, 22

P.IVA: 01153210875 - Cciaa Catania n. 01153210875


SERVIZIO ABBONAMENTI:
servizioabbonamenti@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/372217

DIREZIONE VENDITE - Pubblicità locale, regionale e nazionale:
direzionevendite@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/388268-095/383691 - Fax 095/7221147

AMMINISTRAZIONE, CLIENTI E FORNITORI
amministrazione@quotidianodisicilia.it
PEC: ediservicesrl@legalmail.it
Tel. 095/7222550- Fax 095/7374001
Change privacy settings
Quotidiano di Sicilia usufruisce dei contributi di cui al D.lgs n. 70/2017