Frodi creditizie, in Sicilia più di 3.700 casi in un anno - QdS

Frodi creditizie, in Sicilia più di 3.700 casi in un anno

redazione

Frodi creditizie, in Sicilia più di 3.700 casi in un anno

martedì 14 Luglio 2020

Il report dell’Osservatorio Crif: nel 2019 l’Isola al terzo posto della classifica nazionale per illeciti registrati. Palermo la provincia più colpita (1.020 casi), seguita da Catania (842). Le vittime principali sono uomini e under 30

PALERMO – Le frodi creditizie mediante furto di identità – con il successivo utilizzo illecito dei dati personali e finanziari altrui per ottenere credito o acquisire beni con l’intenzione premeditata di non rimborsare il finanziamento e non pagare il bene – continuano ad avere un impatto non trascurabile sul credito alle famiglie. L’ultimo aggiornamento dell’Osservatorio sulle Frodi Creditizie e i furti di identità realizzato da Crif-MisterCredit evidenzia che nel 2019 in Italia i casi rilevati siano stati oltre 32.300 per un danno stimato che complessivamente supera i 150 milioni di euro. Ma la costante crescita di questo fenomeno criminale non sembra arrestarsi tanto che le elaborazioni relative alla prima parte del 2020 mostrano una ulteriore incremento nei primi 2 mesi dell’anno prima che il lockdown disposto dal Governo attenuasse la dinamica nel successivo bimestre, con la drastica riduzione degli spostamenti delle persone e la temporanea chiusura della quasi totalità degli esercizi commerciali.

La situazione in Sicilia
Per quanto riguarda nello specifico la Sicilia, sono stati 3.724 i casi di frode rilevati, dato che posiziona la regione al 3° posto della graduatoria nazionale, alle spalle di Campania e Lombardia. A livello provinciale, il maggior numero di frodi creditizie è stato registrato nella provincia di Palermo, con 1.020 casi (che la collocano al 5° posto nel ranking nazionale), seguita da Catania, con 842 (6^ posizione) e da Siracusa, con 433. Numeri preoccupanti anche a Trapani e Agrigento.

Le principali categorie
di beni acquistati con
un finanziamento fraudolento
Tra le forme tecniche di credito in cui si registra il maggior numero di eventi fraudolenti spiccano i prestiti finalizzati all’acquisto di beni e servizi, che rappresentano la metà del totale, seguiti dalle frodi sulle carte di credito (con il 30,7%) e da quelle sui prestiti personali, che arrivano a spiegare il 9,2% del totale. Entrando nel dettaglio dei beni e servizi acquistati con un finanziamento ottenuto in modo fraudolento, quasi un terzo dei casi ha per oggetto elettrodomestici ma una quota significativa riguarda anche i comparti auto-moto (11,8% del totale), elettronica, informatica e telefonia (8,6%) e arredamento (8,4%).

Aumentano i casi che hanno come oggetto di frode consumi (6,9% del totale ma +57,8% rispetto alla precedente rilevazione), spese professionali, trattamenti estetici/medici e soprattutto, prodotti assicurativi, che pur spiegando solo l’1,0% sono più che raddoppiate.

Per quanto riguarda il tipo di bene acquistato fraudolentemente in rapporto all’erogato, le categorie più colpite sono quelle del travel/entertainment, i consumi e l’elettronica/ informatica/telefonia. Relativamente all’importo dei finanziamenti ottenuti in modo fraudolento, se la media complessiva risulta pari a circa 4.650 Euro, nel 21,3% dei casi il valore risulta compreso tra 1.550 e 3.000 Euro, mentre nel 20,3% è inferiore ai 1.500%. Nel 18,1% dei casi, però, supera i 10.000 Euro.

Il profilo delle vittime
Dall’ultimo aggiornamento dell’Osservatorio Crif – Mister Credit sui furti di identità e le frodi creditizie emerge che, ancora una volta, la maggioranza delle vittime sono uomini (61,2% dei casi). Relativamente alla distribuzione per fascia di età, quella in cui si si rileva il maggior numero di casi è quella degli under 30 anni, con il 23,8% del totale. Seguono la classe compresa tra i 41 e 50 anni, con il 23%, e quella tra 31 e 40 anni, con il 21,2%

Relativamente alla tipologia del contratto di lavoro, dall’analisi condotta dall’unità antifrode Bpi di Crif è emerso che l’1,2% delle pratiche di finanziamento di lavoratori dipendenti è risultata non conforme, contro un’incidenza dello 1,0% per i lavoratori autonomi e un residuale 0,16% per altre categorie come i Cococo.

Come vengono perpetrate e quando vengono scoperte le frodi creditizie?
Analizzando gli alert sui documenti identificativi segnalati sui servizi di prevenzione frodi gestiti da CRIF con anche la tramitazione delle banche dati SCIPAFI, emerge che nell’81,7% dei casi i frodatori hanno utilizzato una carta di identità falsa o contraffatta, nel 16,1% dei casi una patente, nell’1,8% un passaporto e nello 0,3% un permesso di soggiorno.

Per quanto riguarda i tempi di scoperta delle frodi, infine, sono caratterizzati principalmente da due macro categorie: se da un lato il 53% dei casi viene scoperto entro 6 mesi, dall’altro lato continuano ad emergere frodi commesse anche 3, 4 e addirittura 5 anni prima. Queste ultime, in particolare, rappresentano il 14% del totale e risultano in costante crescita.
Infine, dall’Osservatorio Crif-MisterCredit emerge anche che la metà delle frodi scoperte entro 6 mesi riguardava finanziamenti di importo inferiore ai 5.000 Euro mentre per quelli con valore superiore ai 10.000 Euro in un caso su 4 servono oltre 5 anni.

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