
“Esprimo la vicinanza e la solidarietà al poliziotto rimasto ferito durante la fuga di alcuni migranti dal centro di accoglienza di Siculiana ad Agrigento”: a dirlo in una nota il ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese. “Grazie a tutte le forze di polizia – ha aggiunto la titolare del Viminale – che, con grande dedizione e professionalità, stanno svolgendo l’attività di controllo del territorio e di vigilanza nelle strutture di accoglienza dei migranti anche a tutela della salute pubblica, offrendo un indispensabile contributo nella complessa e delicata gestione del fenomeno migratorio, aggravato dalla crisi pandemica”.
Terza fuga, dunque nel giro di un mese dal centro di accoglienza Villa Sikania, nonostante le forze dell’ordine disposte lungo il perimetro della struttura che si affaccia sulla Strada statale 115. I migranti lamentano un periodo di quarantena che va oltre i 15 giorni, chiedendo di essere rilasciati. Molti di questi tentano per questo motivo la fuga, disperdendosi tra le vie del paese o nelle campagne vicine.
| Bernini (Fi): “Solidarietà non basta” |
| “Il ferimento a Siculana dell’agente che stava i cercando di bloccare la fuga di un gruppo di migranti dal centro di accoglienza di Siculana è l’ennesima conferma che servono misure più rigorose, mentre il governo è impegnato solo a smantellare i decreti sicurezza. I sindacati di polizia chiedono giustamente di avere regole d’ingaggio certe e una maggiore tutela dei servitori dello Stato che lavorano in condizioni impossibili e ai quali non può certo bastare la solidarietà di maniera del Viminale”. Lo afferma in una nota la presidente dei senatori di Forza Italia Anna Maria Bernini. |

Fsp Polizia: “Centri colabrodo e noi troppo esposti. Ora scendiamo in piazza”
“Oggi il centro di accoglienza di Siculiana torna a far parlare di sé, come accade con cadenza inquietante. I colleghi di una squadra in servizio presso la struttura hanno tentato di arginare l’ennesima fuga di decine di ospiti frapponendosi davanti all’ingresso, ma i migranti li hanno travolti hanno divelto il cancello e molti sono fuggiti mentre i poliziotti sono rimasti feriti, uno in maniera più significativa. Dopo un’estate di supplizi ancora, sul piano della gestione dell’immigrazione aggravata all’emergenza coronavirus, nulla di nuovo sotto un cielo, dove si continuano a contare i feriti fra le forze dell’ordine, senza dimenticare, ovviamente, anche chi ha perso la vita fra gli stessi migranti. Esprimiamo tutta la nostra profonda vicinanza al collega ferito, e in questo siamo in ottima compagnia visto che il ministro Lamorgese ha prontamente espresso solidarietà. Siamo contenti che il ministro abbia iniziato pubblicamente a tenere il conto dei feriti, ma sarebbe davvero emozionante se si passasse anche a qualche gesto concreto per toglierci dalla graticola. Stabilire una certa politica sull’immigrazione deve significare poterla poi seriamente gestire. Scaricare tutto sulle spalle degli operatori di polizia non può bastare. Il sistema di sorveglianza di queste strutture, così com’è, non può funzionare, i colleghi rischiano il massacro. Le Istituzioni tutte devono intervenire in modo strutturale, perché noi siamo Servitori ma non servi. A che per questo saremo in piazza a Roma, il 14 ottobre, a far sentire la voce dei poliziotti ormai stufi”.

Così Valter Mazzetti, Segretario Generale della Federazione Fsp Polizia di Stato, dopo che una squadra di poliziotti è stata travolta nel corso dell’ennesima fuga dal centro di accoglienza di Siculiana, ad Agrigento. Molte decine di migranti si sono uniti e, una volta giunti nel piazzale dove si trova l’ingresso del centro che dà sulla Statale, raggiunto salendo lungo le scale laterali, hanno accelerato fino a caricare letteralmente la squadra di dieci agenti che erano posizionati davanti al cancello. I poliziotti li hanno visti arrivare bellicosi e hanno tentato di fermarli ma il numero dei migranti era tale che ne sono rimasti travolti, mentre il cancello scorrevole è stato divelto, andando quasi a finire sulla Statale dove le auto che sopraggiungevano si sono fermate appena in tempo per evitare il disastro. Circa 40 ospiti sono riusciti a fuggire mentre i poliziotti, malconci, si sono rimessi in piedi e in qualche modo hanno fermato tutti gli altri rintuzzandoli dentro al centro.
“Questi centri accolgono centinaia di persone – spiega Mazzetti -, che durante la quarantena non possono uscire, come chiunque altro, ma non vogliono saperne. Il numero degli operatori è esiguo, specie perché sono dislocati su lunghi perimetri, e se gruppi folti e compatti decidono di caricarli fermarli a mani nude è impossibile e pericolosissimo. La fortuna è stata solo che i migranti non avevano intenzione di aggredirli, perché se avessero voluto sarebbe stato un massacro”.

