Superior stabat lupus, longeque inferior agnus. Ricordate la favola di Fedro, favolista del primo secolo dopo Cristo, successivamente ripresa da Jean de La Fontaine, anch’esso favolista del diciassettesimo secolo?
È l’emblema della furbizia, di quei soggetti viventi che cercano di cogliere la buona fede altrui a esclusivo proprio vantaggio.
Il lupo che stava in alto del ruscello accusa l’agnello, che stava in basso, di inquinargli l’acqua che esso doveva bere; un pretesto per creare un litigio e per affermare la supremazia del più forte rispetto al più debole, evento che è accaduto e continua ad accadere secolo dopo secolo.
È proprio questo evento che va combattuto con molto vigore, ma non con la forza, bensì con la cultura, con la lettura e con l’umiltà, quell’umiltà della consapevolezza di non sapere. Però in ciascuno di noi deve esservi anche la consapevolezza della forza del pensiero, quel pensiero che deve dominare la nostra vita e i nostri comportamenti.
Cogito, ergo sum, ci ricorda René Descartes (1596-1650). È proprio questa meravigliosa attività di pensare, e di pensare bene, che deve guidare la nostra vita, evitando le soverchierie e le prepotenze che gli ignoranti e i presuntuosi tentano di esercitare nei confronti del più debole.
Altra furbizia riportata dalle favole è quella de “La volpe e l’uva”, favola di Esopo, secondo cui la volpe, che non arrivava a prendere l’uva in alto, disse che non la voleva perché era ancora acerba.
Di queste furbizie storiche ve n’è una moltitudine riportata nei libri, ma esse vi sono tutti i giorni, in una quantità enciclopedica, riportate nei motori di ricerca web, come Google, con la conseguenza che qualunque ignorante può scrivere non soltanto una stupidata, ma anche una falsità ed essa viene ripresa e riportata con altre falsità che hanno la funzione di non far capire nulla alla gente, oppure far capire questioni e situazioni infondate.
Prendere atto di questa realtà con grande consapevolezza è già un primo modo di “difendersi” dalle persone per male, dai disonesti e da tutti coloro che propalano notizie false per proprio interesse, alimentando un egoismo che invece dovrebbe essere bandito.
Come difendersi da questi disonesti? Illuminando la propria mente con i saperi che vi sono in tutti i libri, compresi quelli religiosi, attingendo a tutte le fonti possibili, le cui informazioni siano state verificate, controllate e ritenute vere.
Questo è il punto centrale delle persone per bene per contrastare quelle per male: la continua ricerca della verità, un’arma formidabile che cancella i furbi, le furbizie e le furbate. Senza questa arma si è facilmente gabbati e si è portati ad apprendere fatti e circostanze che non sono vere.
Ecco perché in questo quadro assume una rilevanza fondamentale la capacità e la buona fede di chi fa informazione, la quale deve essere sempre basata su più fonti, anche fra di loro in contrasto. In altre parole, chi fa informazione non deve trasmettere ai destinatari proprie opinioni confezionate, ma la gamma delle informazioni e lasciare poi libertà a chi le riceve di formarsi la propria opinione.
La regola, lo ripetiamo continuamente, è pensare con la propria testa e non con quella degli altri.
La furbizia non è intelligenza perché è basata sulle bugie, che, come è noto, hanno le gambe corte. La furbizia è basata sull’ignoranza e l’ignoranza si trascina la presunzione di quelli che sanno tutto (o almeno così dicono), dimostrando di non sapere niente.
Lo scibile umano è immenso. Guai a chi pensasse di conoscerne grande parte. Il furbo lo fa, ma la persona onesta con una cultura media deve “sgamarlo”, cioè deve neutralizzarlo ed in questo modo evidenziare la verità.
Tutto questo non è facile, ma vivere non è facile. Si tratta di decidere come si vuole vivere, cioè se percorrere la strada della correttezza, dell’onestà, della cultura e non quella dei valori opposti che trascinano verso il basso, anche se danno l’illusoria sensazione che portino verso l’alto.
Da ragazzo, mio padre mi ripeteva: “Chi troppo in alto va, cade sovente, precipitevolissimevolmente”.

