103 organismi hanno sottoscritto l’appello per chiedere l'aumento del Fondo Unico Regionale per lo Spettacolo
Tra le fibrillazioni che attraversano i corridoi di Palazzo dei Normanni, sede dell’Assemblea regionale siciliana alle prese con la Legge di stabilità 2025-2027 che causa attriti anche all’interno della maggioranza, una lettera gira in tasca di ogni parlamentare ed è stata inviata dagli Stati Generali dello Spettacolo in Sicilia. Un elenco di 103 organismi che hanno sottoscritto l’appello indirizzato all’intero Parlamento siciliano per chiedere che venga incrementato il Fondo Unico Regionale per lo Spettacolo. Alla base dell’appello ci sono due cardini legati alla finanziaria ed a quel “caso Auteri” che ancora tiene banco all’Ars fino a fine lavori sulla finanziaria con il taglio delle risorse da destinare alle associazioni direttamente segnalate dai deputati.
L’appello per lo “spettacolo senza amici”
L’appello degli Stati Generali dello Spettacolo in Sicilia fa riferimento alle prime indiscrezioni circolate a mezzo stampa su una ipotesi di ripartizione delle risorse da destinare al territorio nella “disponibilità” dei deputati o che assecondano le richieste o segnalazioni. “Apprendiamo dagli organi di stampa che nella finanziaria 2025, in corso di approvazione, 80 milioni di euro potrebbero essere messi nella disponibilità discrezionale di tutti i deputati: 20 milioni per il Presidente ARS e i rimanenti 60 suddivisi per il 70% ai deputati di maggioranza e per il 30% a quelli di opposizione”.
Il Fondo Unico Regionale per lo Spettacolo
Partendo da questo assunto, gli Stati generali dello spettacolo chiedono ai singoli deputati “un segnale di evidenza e concretezza, devolvendo una piccola parte (fra 50 e 100 mila Euro) del fondo nella Sua disponibilità, a incremento del Capitolo 473742 relativo al Fondo Unico Regionale per lo Spettacolo (FURS) – strumento legislativo di evidenza pubblica a cui possono partecipare tutti con regole chiare, che a oggi sostiene oltre 240 organismi, che rispondono ai requisiti di merito, sana attività e produzione”. Un metodo, quello che propone l’appello delle 103 tra associazioni ed organismi vari dello spettacolo, che potrebbe indicare una via super partes nel sostegno alla cultura ed allo spettacolo ancora sottomesso al gioco delle richieste dirette ai referenti parlamentari del territorio con il rischio del clientelismo se non di altra e più grave forma di distrazione di risorse pubbliche a fini personali.
Un segnale di concretezza super partes verso la cultura
“Una tale scelta, che comunque inciderebbe per non più del 10% – prosegue l’appello degli Stati generali dello spettacolo rivolgendosi al singolo deputato regionale – sull’eventuale fondo a Sua disposizione, avrebbe una ricaduta e un significato straordinari, non solo di sostegno alla Cultura dell’intera regione ma anche di attenzione verso ogni Comune e territorio e a tutti gli operatori culturali, sociali e economici che vi operano”. Mentre l’appello circola tra gli uffici dei gruppi parlamentari, in ufficio di Presidenza dell’Ars si esperisce il tavolo politico tra il governo rappresentato in prima persona dal presidente Renato Schifani, il presidente dell’Ars Gaetano Galvagno ed i capigruppo dei partiti.
In discussione c’é la chiusura della Legge di stabilità e non è ancora chiaro se le voci di cui parla l’appello dei 103 firmatari dello spettacolo, con gli 80 milioni di cui sopra, troveranno risoluzione in questa fase oppure l’Ars chiuderà la finanziaria senza maxiemendamento rinviando tutto all’inizio del prossimo anno. Nel frattempo però, ripresi i lavori d’aula, in Sala d’Ercole sono intervenuti deputate del Movimento 5 Stelle e del Partito Democratico con proposte di interventi in favore del Fondo Unico Regionale per lo Spettacolo, dal tabellare depositato da Roberta Schillaci all’emendamento proposto da Ersilia Saverino con un fondo da cinque milioni di euro cui si sono poi associati molti altri deputati regionali.
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