Condanne per oltre 56 anni di carcere sono state inflitte dal tribunale di Marsala a tredici dei venti imputati di un processo per numerosi furti di cavi di rame e ricettazione della refurtiva. Razzie di cavi elettrici che, tra il 2007 e il 2008, provocarono diversi black out in alcuni centri della provincia di Trapani (Mazara, Castelvetrano, Marsala, Salaparuta).
La pena più severa , 13 anni e 4 mesi di carcere (il pm aveva chiesto 13 anni), è stata inflitta a Pietro Randazzo, 39 anni, di Palermo, accusato di numerosi furti e di ricettazione. Questi gli altri condannati, quasi tutti di Mazara del Vallo e Castelvetrano: Domenico Caronia (5 anni), Alessandro Figgini (3 anni e 2 mesi), Damiano Guccione (3 anni), Samuele Salvo (3 anni), Antonello Sanfilippo (3 anni e mezzo), Nicola Gennaro (6 anni e mezzo), Aldo Nicolosi (5 anni e 8 mesi), Michele Coppola (4 anni e 2 mesi), Francesco Farina (3 anni e 2 mesi), Gaetano Sossio (3 anni), Gianluca Lanza (2 anni e 10 mesi), Mohamed Othomane (2 anni e 4 mesi). Gli ultimi sette giudicati con rito abbreviato.
Per altri sette imputati sono state sentenziate assoluzioni e prescrizioni. Il pm Niccolò Volpe aveva invocato quindici condanne per oltre cento anni di carcere. Le “basi operative” dell’organizzazione criminale sarebbero state a Mazara del Vallo e a Castelvetrano. L’indagine, coordinata dalla Procura di Marsala, è stata svolta da polizia e carabinieri.