CATANIA – Preoccupazione. È quanto esprime il capogruppo del Movimento per l’autonomia in Consiglio comunale, Orazio Grasso, in relazione al potenziale abbattimento degli archi della Marina. Del futuro del viadotto ferroviario realizzato a Catania nell’Ottocento e, dopo tempo, diventato monumento simbolo del centro storico catanese, ne ha parlato il sindaco Trantino: lo ha fatto mercoledì mattina, in Confindustria, in occasione dell’incontro tra gli industriali etnei e il presidente dell’Autorità di sistema portuale della Sicilia orientale, Francesco Di Sarcina, organizzato per discutere di Piano regolatore portuale. Un progetto di riqualificazione profonda dell’infrastruttura portuale che, a quanto pare, tra le altre cose potrebbe prevedere l’eliminazione degli archi, di fatto la cerniera tra il porto e la città, per fare spazio ad altre opere.
“L’abbattimento degli archi della Marina? Certo, indispone molti catanesi, tuttavia potrebbe essere necessaria questa decisione – ha affermato il primo cittadino. Occorre una valutazione approfondita, e a breve ci sarà un incontro a Roma con le Ferrovie dello Stato per decidere come procedere. Ad ogni modo quella che verrà abbattuta è la parte finale e quindi ‘non barocca’ degli archi”. In ogni caso, il primo cittadino, ha parlato di una soluzione che comunque richiederebbe “un confronto con la cittadinanza intera”.
Ancora nessuna certezza, anche se le foto apparse nel profilo Facebook del sindaco Trantino con il rendering di quella che sarà l’area, non riportano il viadotto. Elemento questo che, probabilmente, ha spinto il consigliere Grasso a chiedere conto e ragione. “Mi desta parecchia preoccupazione l’idea di un piano regolatore portuale che preveda l’abbattimento degli storici ‘Archi della Marina’, una vera e propria icona che rappresenta da più di 100 anni l’immagine e il paesaggio distintivo della nostra città – scrive l’esponente autonomista. Piuttosto – prosegue – gli stessi Archi, una volta dismessa ed interrata la linea ferroviaria potrebbero rappresentare una lunga passeggiata per cittadini e croceristi, che potrebbe regalare una visuale del tutto inedita e caratteristica per chi dal porto volesse raggiungere il centro città”.
Ipotesi, quest’ultima, portata avanti in passato, in particolare sotto il sindaco Bianco che, proseguendo nell’azione avviata dal predecessore, Raffaele Stancanelli, sotto la cui sindacatura la città si è mobilitata contro una prima ipotesi di demolizione, aveva parlato di nuova vita del viadotto ferroviario.
“Il progetto prevede inoltre che, sulla linea degli Archi della Marina, là dove ora ci sono i binari, saranno creati un percorso pedonale e anche una pista ciclabile. Lo stesso vale per la Galleria e la trincea di Acquicella” – aveva detto Bianco, nel 2018, in occasione della presentazione alla stampa del nuovo tracciato per il raddoppio della tratta Zurria-Acquicella. “E tutto questo nel cuore antico della città. Con le stazioni che saranno progettate per avere limitati impatti visivi e funzionali a salvaguardia del Barocco catanese Patrimonio Unesco. Insomma, davvero uno straordinario progetto, una delle più belle realizzazioni che si concretizzeranno nei prossimi anni nella nostra città”.
Sei anni e due sindaci dopo, la possibilità di demolizione degli archi torna attuale, facendo storcere il naso a quanti vorrebbero quantomeno coinvolgere la città in una decisione di questo calibro. E di chi crede che il cambiamento urbanistico della città non vada subito, ma provocato con criterio. È il caso di Graziano Bonaccorsi, esponente del Movimento 5 Stelle a Palazzo degli Elefanti.
“La questione è una – tuona – e riguarda il fatto di come l’amministrazione comunale quella portuale vogliano operare in una città in queste condizioni, cioè senza un piano regolatore. Vorrebbero modificare una parte importante dell’ingresso a Catania, in pieno centro storico, a pochissimi passi dal Piazza Duomo, modificando un prospetto urbanistico senza passare dal consiglio comunale, – prosegue – ma, sinceramente, non si è capito bene come intendano procedere”. Bonaccorsi sottolinea come, in questo modo, si permetterebbe all’Autorità portuale, estromettendo quindi la città e i suoi organi politici, di modificare il Waterfront, “di fronte Palazzo Biscari e il barocco catanese – afferma ancora il consigliere. Ci chiediamo quale sia il motivo reale. Gli archi della Marina sono lì dal 1860, sono parte della città – conclude. Perché non farne una passeggiata come tra l’altro ipotizzato in passato?”.
Sulla questione, il Quotidiano di Sicilia ha aperto un sondaggio rivolto ai lettori, chiedendo come immaginano il futuro dell’area portuale: con o senza archi?