ROMA – Un’Italia sempre sull’orlo della recessione con una classe dirigente in disarmo, una società impoverita e divisa, una crisi climatica conclamata. Il tutto inserito in un contesto mondiale dagli equilibri pericolosamente instabili.
Si apre con una spietata fotografia del presente il libro di Carlo De Benedetti intitolato “Radicalità” (144 pagine, edito da Sulferini). Eppure, come si legge nella sinossi, il volume “si chiude con un’ampia e luminosa visione del futuro”.
Cosa c’è in mezzo, cosa si inserisce nello spazio del possibile, tra disastro e rinascita? Per De Benedetti è la politica e, in particolare, la sinistra. “Risollevarci dall’attuale stagnazione – è scritto ancora nella sinossi – è infatti possibile, ma servono soluzioni radicali per una lotta senza quartiere alle disuguaglianze, a partire dalle politiche fiscali, e per il contrasto al cambiamento climatico e al consumo di risorse, in modo da fermare la devastazione non di un Paese, ma del pianeta intero”.
In pagine battagliere e appassionate, Carlo De Benedetti attinge alla sua lunga esperienza di imprenditore e a dati, informazioni, analisi di respiro internazionale per proporre, a questa Italia e alla sua politica, una prospettiva diversa, capace di dare speranza alle giovani generazioni, nuova linfa alla partecipazione democratica, una direzione chiara a un popolo sconfortato e stanco. “Riforme al risparmio e manovre minime – scrive De Benedetti – sono una perdita di tempo che non possiamo più permetterci: oggi è il tempo di un nuovo e moderno socialismo, è il tempo del coraggio”.
Un nuovo e moderno socialismo che secondo De Benedetti risiede nel “valorizzare appieno il vero capitale di un Paese come il nostro, privo di materie prime”, ovvero “l’intelligenza, lo stesso capitale che ci ha permesso di dare al mondo i più grandi artigiani della storia”.
Allo stesso modo, mentre l’Italia continua a ricordare come il lavoro sia elemento fondante della Repubblica, come recita la Costituzione, De Benedetti evidenzia come nel settore serva sì una rivoluzione smart, ma “nel senso della condivisione, non dell’onanismo”.
“Non ripetizione di gesti – precisa De Benedetti – o svolgimento di funzioni, ma impegno collettivo in funzione di uno scopo: produttivo, creativo e sociale. Per immaginare un simile cambiamento occorrono tre cose: cultura, coraggio e denaro”.
Anche su quest’ultimo aspetto, il denaro appunto, si possono leggere riflessioni importanti in “Radicalità”, in particolare per quanto riguarda le disponibilità economiche delle famiglie. “I figli di una famiglia agiata – scrive De Benedetti – possono salire senza sforzo una scala sociale ed economica che la maggioranza delle persone non arriva nemmeno a toccare. Che in più ottengano di essere a un certo punto sollevati con un paranco in cima alla scala non è giusto, non è difendibile, non è umano. Per questo la tassa di successione deve essere aumentata, magari in modo progressivo”.
La politica, dunque, continua a tornare nelle riflessioni di De Benedetti e la necessità di garantire al Paese stabilità nelle forme di governo, suggerendo di adottare anche a livello nazionale il modello in vigore per le amministrative: “Collegi uninominali in cui si confrontano due, tre, quattro candidati, e poi il ballottaggio. È il modo migliore per valorizzare ogni singolo voto”.
“Finché non avremo – aggiunge l’autore del libro – la possibilità di selezionare chi ci rappresenta all’interno della sede della democrazia, che è il Parlamento, il distacco dei cittadini dalle istituzioni non farà che crescere”.
Definire i problemi, immaginare soluzioni compatibili con la realtà e, infine, agire. Questo è, per De Benedetti, “il seme di un rinnovato destino italiano ed europeo”.
ROMA – Industriale italiano, azionista di maggioranza di numerosi gruppi industriali e finanziari e presidente della Cir e della Cofide oltre che del Gruppo editoriale L’Espresso, Carlo De Benedetti può essere considerato uno dei più importanti imprenditori italiani a cavallo del secolo, attivo nel corso del tempo nei più svariati settori del panorama economico nazionale (editoriale, componentistica, telecomunicazioni, alimentare, energia).
Laureatosi in ingegneria nel 1959, ha ricevuto una laurea honoris causa in Legge alla Wesley University (Usa). Oltre ad aver ricoperto i già citati incarichi, nel 2020 ha costituito la società Editoriale Domani Spa e lanciato il nuovo quotidiano “Domani”. Ha ricevuto diverse onoreficenze tra cui quella di Cavaliere del lavoro (1983) e di Commendatore della Legion d’onore (2015). Tra le sue pubblicazioni “L’avventura della nuova economia” (2000), “Centomila punture di spilli” (2008) e “Mettersi in gioco” (2012). (cld)