Armao: “Insularità? Qualunque atto normativo dovrà tenerne conto” - QdS

Armao: “Insularità? Qualunque atto normativo dovrà tenerne conto”

Raffaella Pessina

Armao: “Insularità? Qualunque atto normativo dovrà tenerne conto”

giovedì 01 Settembre 2022

Così Gaetano Armao, candidato Azione-Iv alle elezioni regionali. “Principio andrà declinato dalla scuola fino ad arrivare ai trasporti”

PALERMO – “Il prossimo governo regionale che verrà eletto il 25 settembre avrà una grande responsabilità: quella di pretendere che lo Stato riconosca gli svantaggi derivanti dalla condizione di insularità della Sicilia ed applichi quanto stabilito dall’articolo 119 della Costituzione”. È quanto ha dichiarato Gaetano Armao, vice presidente ed assessore regionale all’Economia del governo dimissionario.

Armao si è battuto in questi anni per il raggiungimento di questo obiettivo anche a livello europeo, come membro permanente della Conferenza delle Regioni e delle P.A., della Conferenza Stato-Regioni, del Comitato delle Regioni Ue, nonché come Presidente dell’intergruppo per le Isole europee e vicepresidente del Gruppo PPE, Vicepresidente della Commissione Isole europee della Conferenza delle Regioni marittime e periferiche d’Europa (Cpmr). Armao ha spiegato nel corso di un’intervista al Qds cosa significherà per i siciliani la applicazione di questa norma.

Vicepresidente Armao, come si declinerà il principio di insularità sotto il profilo normativo? Con quali benefici economici?
“Sono tre gli assi della insularità: continuità territoriale (vantaggi sugli spostamenti), fiscalità di sviluppo (incentivi per lo sviluppo imprenditoriale) e perequazione infrastrutturale, cioè infrastrutture che supportino la condizione di insularità. Qualsiasi atto normativo o amministrativo dovrà tenere sempre conto dell’insularità. Quindi ci vorrà un governo fatto da persone competenti che impugni ogni provvedimento che non rispetta questa norma e laddove l’insularità non sia riconosciuta, in ogni settore: dal piano per le scuole a quello dei trasporti a quello degli aeroporti”.

Quali saranno i vantaggi tangibili per i cittadini?
“Per i cittadini gli effetti si sono già in parte concretizzati: i cento milioni stanziati nella legge di bilancio di quest’anno sono stati spesi tutti per sostenere i cosiddetti maggiori costi ed in particolare la Regione ha stanziato risorse per far fronte agli aumenti del costo del carburante per i trasferimenti navali per le Isole Eolie o Egadi e le altre Isole della Sicilia, calmierando i prezzi dei biglietti che altrimenti sarebbero schizzati in alto. Nella legge sulle variazioni di bilancio è stato inserito il cosiddetto ‘Mare bonus’”.

Di cosa si tratta? Ci spieghi.
“Si tratta un bonus per le nostre imprese per far sì che non debbano mettere il caffè o l’aranciata che si produce in Sicilia sui camion e percorrere l’intero Stivale con enormi costi di gasolio, ma scegliere la via del mare abbattendo i costi e rendere competitive le nostre merci. Perché poi alla fine questo incremento dei prezzi del carburante e delle materie prime si trasforma in uno svantaggio competitivo per le regioni insulari, nelle quali pesa di più la distanza”.

Stesso discorso vale per gli spostamenti aerei.
“Già adesso per andare a Pantelleria o quando si parte da Comiso si spendono 60/70 euro e questo perché sono intervenuti Stato e Regione, ma abbiamo bisogno di un aeroporto molto più strutturato di quanto possa avere Bergamo che è attaccata a Brescia e a Milano. Ma in una regione come la nostra gli aeroporti devono essere molto più attrezzati e si deve creare un sistema di aviazione leggera, come avviene in tante parti del mondo. A Palermo potrebbe essere utilizzato per questo scopo Boccadifalco o anche l’aviosuperficie di Licata o quella vicino ad Agrigento. Ci sono aviosuperifici che potrebbero benissimo ospitare voli con trasporto di una ventina di persone. Come assessore all’Economia ho potuto inserire le SuperZes che sono le più vantaggiose d’Italia, in pratica ho costruito accanto alle Zes un regime ulteriore di vantaggio fiscale rendendo ancora più conveniente l’investimento in Sicilia. E questo è potuto avvenire perché c’è l’insularità che consente la fiscalità di sviluppo. Da domani nulla sarà come oggi perché è cambiata la Costituzione e l’insularità ha ritrovato il suo ruolo centrale”.

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