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Galvagno: “Limitazione o abolizione, dipende dalla sensibilità dei deputati”

Galvagno: “Limitazione o abolizione, dipende dalla sensibilità dei deputati”
Gaetano Galvagno, presidente dell’Ars

Il presidente dell’Assemblea regionale siciliana interviene al QdS. “Scrutinio segreto per eliminarlo? È fra le opzioni attualmente sul tavolo”

“Se si volesse fare un atto di responsabilità, di trasparenza in un momento simile, io ritengo che oggi sia il miglior momento per essere quanto più cristallini, limpidi possibile”, aveva detto il presidente dell’Ars Gaetano Galvagno a fine luglio, in merito al voto segreto, dopo i colpi dei franchi tiratori che avevano affossato la riforma dei Consorzi di bonifica e qualche giorno dopo anche parte della manovra ter. Il presidente dell’Ars aveva in quell’occasione anche precisato che “se non si può eliminare, quantomeno se ne limitasse l’uso”. Dopo, a distanza di appena tre mesi, la Caporetto sulla manovra quater ha riacceso la luce sulla crisi di governo e sul voto segreto. Abbiamo quindi chiesto al presidente dell’Ars lumi sulla eventuale rimodulazione del regolamento per l’accesso allo strumento in Aula.

Presidente, l’ipotesi di variazione di regolamento dell’Ars, già paventata, prevede una equiparazione con il regolamento del Senato della Repubblica sull’ausilio del voto segreto in Aula, quindi con una limitazione per mantenere il voto segreto per l’elezione del presidente dell’Ars ma escludendo tale strumento per leggi in materia finanziaria?
“A dire il vero, l’ipotesi di variazione del regolamento dell’Assemblea Regionale Siciliana, come in questo caso, non prevede necessariamente una equiparazione con il regolamento dei lavori del Senato. Al momento, è stato detto più volte, ci sono diverse ipotesi di modifica in campo: c’è quella che punta all’abolizione del voto segreto, un’altra invece ne immaginerebbe un utilizzo limitato. Per essere chiari: se per analogia volessimo adeguare il regolamento dell’Ars a quello delle Camere, allora avremmo un divieto di utilizzo del voto segreto sul voto al Bilancio e a tutti i ddl di natura finanziaria; se invece guardassimo alle altre Regioni, a quel punto il voto segreto dovrebbe essere eliminato in toto”.

Verosimilmente come e quando potrebbe concretizzarsi, e quale sarebbe l’iter parlamentare?
“Come sempre occorre un passaggio iniziale attraverso la Commissione di competenza, in questo caso da quella ‘Per il Regolamento dell’Assemblea Regionale Siciliana’ che si occupa proprio di questioni interne relative al funzionamento e alle regole di procedura. Dopo il dibattimento in Commissione, si formalizza quindi la proposta di modifica vera e propria che viene trasmessa all’Aula con il compito di esaminarla”.

Una volta giunti a Sala d’Ercole, allo stato attuale il regolamento prevede che anche per modificare le regole di accesso al voto segreto si possa chiedere il voto segreto; qualora la modifica del regolamento venisse bocciata dall’aula come e quando si potrebbe riproporre una rimodulazione dello strumento in questione?
“E’ vero, fra le opzioni, ovviamente, c’è anche la possibilità che il documento possa essere deliberato con il voto segreto, ma va chiarito da subito che qualora la proposta di modifica venisse bocciata può essere sempre comunque riproposta in una sessione parlamentare diversa, quindi anche nella successiva, rispetto a quella in cui è avvenuto l’esame”.

Di abolizione del voto segreto si parla già dalla scorsa legislatura; pensa che nel corso dell’attuale sia fattibile regolamentarlo come da lei auspicato nei mesi scorsi?
“Credo che si possa almeno limitarlo, ma è altrettanto vero che tutto ciò passa comunque da una sensibilità dei deputati che, a volte, non è facile comprendere”.