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Galvagno accusato per corruzione, la Fondazione Dragotto smentisce: “Nessun incarico ai suoi collaboratori”

Galvagno accusato per corruzione, la Fondazione Dragotto smentisce: “Nessun incarico ai suoi collaboratori”

La smentita arriva dalla Fondazione Tommaso Dragotto su uno dei passaggi su cui Galvagno è indagato dalla Procura di Palermo

Nessun incarico è stato conferito ai collaboratori del Presidente dell’Ars Gaetano Galvagno. La smentita arriva dalla Fondazione Tommaso Dragotto che smentisce uno dei passaggi su cui Galvagno è indagato dalla Procura di Palermo per due finanziamenti risalenti al 2023 per un totale di 300 mila euro con l’accusa è di corruzione in cambio di utilità.

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Fondazione Dragotto: “Nessun incarico conferito”

Questo è il testo della lettera: “Con riferimento alle notizie riportate in data odierna, secondo cui, in relazione all’evento ‘Magico Natale’ del 2023, la Fondazione Tommaso Dragotto avrebbe assegnato incarichi corruttivi ai collaboratori del presidente dell’ARS (Sabrina De Capitani e Salvatore Pintaudi), la scrivente Caterina Marcella Cannariato, vicepresidente della Fondazione medesima, che ha personalmente coordinato l’evento di cui sopra, precisa che nessun incarico è mai stato conferito dalla Fondazione Tommaso Dragotto ai predetti collaboratori del presidente dell’ARS e che, comunque, né la scrivente né la Fondazione hanno assolutamente compiuto alcun illecito”.

Galvagno: “Nulla da temere o nascondere”

Il presidente dell’Ars è a conoscenza dell’indagine dall’inizio dell’anno, da quando ha ricevuto l’avviso di proroga delle indagini stabilito dalla nuova legge. In una dichiarazione ufficiale, Galvagno dichiara: “Chi riveste ruoli di responsabilità è chiamato più di chiunque a dare spiegazioni del proprio operato ed è giusto che si sottoponga con serietà ad ogni analisi della propria attività istituzionale”.

“Proprio perché credo che non abbia nulla da nascondere o da temere e per il grande rispetto che ripongo soprattutto nei confronti di chi è chiamato ad esercitare l’azione di verifica, ho chiesto e ottenuto di essere ascoltato due settimana fa circa mettendomi totalmente a disposizione di chi indaga per chiarire ogni eventuale singolo dubbio circa i fatti contestati”, ha aggiunto.

“Mi dispiace che ancora una volta ci sia una fuga di notizie in una fase che addirittura non vede la conclusione delle indagini e confido che la magistratura possa valutare con la massima attenzione i fatti contestati”, ha concluso il presidente dell’Ars.