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Ganasce di civiltà

Ganasce di civiltà
sindaco catania enrico trantino

Catania tra civiltà e illegalità diffusa: l’amministrazione Trantino prova a cambiare rotta, tra resistenze, minacce e un lento ritorno alla legalità.

Se la Sicilia è la fogna del potere, Catania è (anche) la discarica dell’inciviltà. E i nodi sono venuti al pettine di un’amministrazione che ci sta provando a cambiare le cose. Quello che sta accadendo da quando è sindaco Enrico Trantino, con un’intensificazione progressiva negli ultimi mesi, ha del sorprendente in una città abituata a una classe politica che, pur di mantenere un labile consenso e soprattutto non scontentare gli amici degli amici, si è sempre girata dall’altra parte di fronte al pachiderma (altro che Liotru) dell’illegalità diffusa che ci soffoca, ci fa diventare pazzi mentre restiamo bloccati tra auto in doppia fila e bracieri selvaggi, ci fa pensare che non esista alternativa razionale a quella di scappare – quanto prima, appena possibile – da questa terra senza regole e senza speranza.

Multe salate per chi viene sorpreso con sacchetti della spazzatura non conformi, ganasce su vetture parcheggiate nel più totale disprezzo dei cartelli stradali, intere piazze con monumenti iconici liberate dalla giungla delle auto. Parliamo di provvedimenti ordinari in qualunque comune evoluto. E c’è, in effetti, una parte dei catanesi che sta vivendo un tale tsunami di normalità come una liberazione. Ma esiste un’altra parte, aggressiva e rumorosa, che rivendica orgogliosamente il ritorno all’ancien régime, cioè al “privilegio” di continuare a fare come diavolo gli pare: lo si apprende con sconcerto dai commenti striscianti nelle varie pagine social che animano il dibattito cittadino intorno ai temi più polarizzanti.

E, dunque, in un clima avvelenato non sorprendono le minacce al sindaco: è lui il bersaglio su cui si sfogano le frustrazioni di chi evidentemente gode (perché da sempre abituato così) nel vivere in uno stato che Hobbes non avrebbe faticato a prendere come esempio di scuola per quello di “natura”. Non riescono a capire che il primo cittadino, in realtà, non sta facendo nulla di eccezionale: sono le leggi che, finalmente, vengono applicate. Allora di fronte a cotanta violenza, finora solo verbale fortunatamente, non resta che esprimere in modo netto la propria posizione. O di qua o di là. Pur non condividendo in toto le scelte dell’amministrazione, in questo caso non possiamo che stare dalla parte di chi vuole ridare una dignità a Catania.