L’epidemia ha evidenziato, in modo plastico ed evidente, come l’articolo 3 della Costituzione sia disatteso in modo macroscopico. Che dice tale articolo? Che “tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge”.
Non ci sembra che questo sia accaduto perché il Popolo è stato diviso macroscopicamente fra i garantiti, che hanno regolarmente preso i loro emolumenti ogni mese, e l’altra parte, appunto i diseredati, che hanno sofferto e continuano a soffrire, con scarsi salvagenti.
Altro che Repubblica dell’eguaglianza, a noi non resta che certificare la “Repubblica dei diseguali”.
I privilegiati sono stati dipendenti pubblici e privati non in Cassa integrazione, nonché i pensionati. I diseredati sono stati i dipendenti privati in Cassa integrazione, tutte le partite Iva fatte di piccoli imprenditori, artigiani, ristoratori, operatori del Turismo e via elencando.
La situazione è drammatica per tutti i diseredati, i quali non vedono la ripresa della normalità e quindi la gestione dei loro affari secondo le regole economiche.
Milioni e milioni di italiani e le loro famiglie hanno prosciugato eventuali risparmi, si sono indebitati, hanno gettato via merci e derrate alimentari avariate e non vedono come rimettere in equilibrio le loro attività.
La responsabilità di quanto precede è da addebitarsi interamente al Governo Conte II che ha gestito malissimo l’epidemia a cominciare da marzo del 2020. Infatti, quell’improvvisato presidente del Consiglio, e l’altrettanto improvvisato ministro della Sanità, in balia dei sapientoni del Comitato tecnico-scientifico, non hanno trovato di meglio che chiudere tutto e portare al disastro qualche decina di milioni di italiani.
Cosa avrebbero dovuto fare, invece? Due manovre. La prima, applicare un prelievo di solidarietà a tutti coloro che continuavano a percepire lo stipendio, la pensione o l’emolumento intero, magari al di sopra della soglia di 2 mila euro al mese. Tale prelievo di solidarietà sarebbe cresciuto nei confronti di manager pubblici e privati che hanno continuato a percepire compensi milionari.
La somma così ricavata si sarebbe dovuta spalmare sugli italiani in sofferenza in modo da attenuare il loro enorme disagio economico e familiare.
La seconda manovra doveva bilanciare la necessità di chiudere le attività con l’opposta di tenerle aperte parzialmente. è ormai a tutti noto come i contagi non avvengano dentro i negozi, i ristoranti, i cinema, i musei o le palestre, bensì all’esterno ove si creano assembramenti, anche per entrare in codesti luoghi.
E allora quel Governo avrebbe dovuto stabilmente mettere sulle strade la maggior parte degli uomini e donne delle Forze dell’ordine per contrastare severamente gli assembramenti e i comportamenti contagiosi, come baci e abbracci.
Però, sotto la dittatura del Comitato tecnico-scientifico, Conte e Speranza hanno dissennatamente chiuso tutto, mandando in malora tanti cittadini incolpevoli. Quel Governo avrebbe dovuto fare un’altra azione, forte e capace: procurarsi i vaccini in qualunque parte del mondo, pagandoli a qualunque prezzo.
Così hanno fatto Israele e, dopo errori marchiani, Boris Johnson, finalmente fuori dall’asfissiante controllo europeo, e Joe Biden, insediatosi dopo il giuramento del 21 gennaio di quest’anno. I citati Paesi stanno raggiungendo l’immunità di massa e quindi la ripartenza in pieno di tutte le attività economiche.
Ora si pone il problema della circolazione dei cittadini in Europa e nel mondo intero. I Paesi dovrebbero rapidamente concordare per la formulazione di un’app universale che costituisca una sorta di passaporto verde, e quindi la possibilità di muoversi liberamente in qualunque parte del mondo.
Il passaporto verde, com’è noto, sarebbe dato ai vaccinati, ai guariti e a coloro che effettuano tamponi poco prima della partenza, con qualunque mezzo.
Per fortuna, l’Italia ha un apparato produttivo quasi tutto nel Centro-Nord, che ha funzionato bene e che, anzi, nel 2020 ha aumentato le esportazioni. Ma il macigno di aver perso 170 miliardi di Pil lo sconteremo nei prossimi anni.
