Questo Governo non ha preso nella giusta considerazione la grande efficacia che hanno i giornali cartacei e digitali ai fini della concorrenza e della trasparenza. Per cui non ha ritenuto di accogliere l’invito della Federazione degli Editori di continuare a pubblicare nel 2024 i bandi di gara per le aste pubbliche, sostenendo che è sufficiente che essi siano pubblicati sulla piattaforma dell’Anac e del Ministero.
Non si può condividere questa posizione, non perché siamo di parte, ma perché obiettivamente fare sparire dai giornali i bandi di gara non consente a milioni di cittadini/e e imprese di leggerli e quindi aiuta le deprecabili operazioni sottobanco. Non solo, ma soprattutto nelle regioni ad alta intensità criminale, l’opacità le incentiva e danneggia la comunità.
Uno degli obiettivi primari del Governo dovrebbe essere quello di alimentare al massimo la concorrenza, perché con essa vi è trasparenza e lotta alla criminalità organizzata e non, oltre che di aiutare i/le cittadini/e a saperne di più. L’opacità è una benda sugli occhi della gente.
Ci auguriamo che il Governo voglia ritornare su questa improvvida decisione e ristabilisca la comunicazione. Più c’è trasparenza, più c’è concorrenza, più c’è lotta alla criminalità.
In questo quadro, bisogna evidenziare altri tre settori in cui vi è opacità e quindi danno per cittadini/e e imprese: spiagge, taxi ed ambulanti.
Per quanto concerne la concessione delle spiagge, esiste una direttiva europea del 2006, detta Bolkestein, di cui più volte abbiamo scritto, la quale prevede che tali concessioni debbano essere messe a gara in modo che chi se le aggiudica paghi il canone più alto e quindi un ristoro per gli enti.
Contro la direttiva Bolkestein hanno “lavorato” tutti i Governi da quella data a oggi, cioè da circa vent’anni, e ora l’Unione europea si è decisa ad aprire la procedura di infrazione contro l’Italia perché questa situazione non è più sopportabile.
La lobby che impedisce le gare pubbliche è quella degli attuali gestori che, con speciose argomentazioni, si oppongono. Però, se vogliamo dirla a chiare lettere, non sappiamo perché essi si rifiutino di partecipare a gare pubbliche ove chi è più competente vince.
Il Governo ha prorogato al 31 dicembre 2024 lo status quo, ma non vi è dubbio che sorgeranno moltissime cause davanti ai Tribunali amministrativi che, con il massimo organo, cioè il Consiglio di Stato, hanno ormai scritto con sentenze che le proroghe delle attuali concessioni sono illegali e quindi debbono cessare. Ma si sa che il tempo dei processi aiuterà il Governo ad arrivare al 31 dicembre, cosicché le giuste sentenze amministrative avranno una sorta di vittoria di Pirro.
Altra questione che vìola la concorrenza e quindi danneggia cittadini/e e imprese riguarda i taxi. In questo settore vi è il mercimonio delle licenze, che pare siano arrivate a oltre 150 mila euro cadauna quando si trasferiscono da un soggetto all’altro.
Ora, la questione è del tutto illegale perché la concessione di un ente, in questo caso i Comuni, è ad personam. Questa non può essere trasferita ad altri. Eppure questi trasferimenti si fanno ormai da molti decenni.
D’altra parte, non si può pensare di danneggiare quei tassisti che hanno sborsato questa rilevante somma per acquistare la licenza. Per conseguenza, il Governo dovrebbe costituire un fondo indennizzi nei confronti di questi tassisti e poi emanare una legge con la quale vieti, da oggi in avanti, la compravendita delle licenze.
Questo passo sarebbe propedeutico per emettere un pari numero di nuove licenze, assolutamente necessarie per assicurare questo servizio pubblico, soprattutto nei periodi di punta quando i tassisti servono per la mobilità. Ovviamente, soprattutto i Comuni più grandi, dovrebbero moltiplicare le corsie preferenziali in modo da aumentare la velocità di percorrenza.
Infine, vi è la questione degli ambulanti. Anche in questo caso, le concessioni sono bloccate, mentre andrebbero revocate e rimesse all’asta perché le acquisti chi è più competitivo pagando un canone adeguato.
Semplice a dirsi, difficile a realizzarsi.