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Gaza, una nuova Flotilla di 11 barche è salpata da Catania e Otranto

Gaza, una nuova Flotilla di 11 barche è salpata da Catania e Otranto

In tutta Italia proseguono le manifestazioni pro-Palestina con tanto di sciopero generale

Bloccate 42 imbarcazioni della Global Sumud Flotilla gli attivisti non ci stanno e riorganizzano altre flotte per raggiungere Gaza ed offrire il proprio sostegno alla popolazione palestinese. Una nuova Flotilla composta da 11 barche è salpata dai porti di Catania e di Otranto. L’iniziativa è organizzata da diverse associazioni come Freedom Flotilla e Thousand Madleen e coinvolge quasi cento persone provenienti da 25 Paesi. Questa non è legata alle 45 barche partite ieri dal porto di Arsuz Turchia.

Tra le barche anche Conscience: a maggio provò a raggiungere Gaza

Il convoglio partito dalla Sicilia e dalla Puglia come detto è composto da 11 imbarcazioni. Tra queste c’è Conscience che già a maggio era diretta verso la meta ma un drone la colpì gravemente al largo di Malta.

Dopo mesi di riparazioni, la nave ha ripreso il mare caricando a bordo decine tra medici, infermieri e giornalisti di diverse nazionalità. Tra loro c’è Riccardo Corradini, chirurgo trentino di 32 anni che nel 2019 aveva già lavorato a Gaza, fianco a fianco con colleghi palestinesi, molti dei quali sono oggi diventati bersagli del conflitto.

La Sicilia in piazza per Gaza: oltre 150mila manifestanti

Intanto è il giorno del secondo sciopero generale per Gaza e le manifestazioni – al grido di “Blocchiamo tutto” – stanno affollando le piazze e i luoghi pubblici di tutta Italia, Sicilia compresa. Migliaia di persone si sono unite allo sciopero indetto da Cgil, Usb e SiCobas da Palermo a Catania e Messina e non solo. Ci sono tutti: studenti, lavoratori, sindacalisti, esponenti politici, tutti contro il blocco della Flotilla e per una “Palestina libera”.

Numerosi i disagi in svariate parti d’Italia, in primis Roma Milano, dove i manifestanti bloccano i trasporti, le università, le piazze pubbliche per far sentire la propria voce. Nella serata dell’1 ottobre le manifestazioni hanno letteralmente bloccato anche la città di Palermo, dove un nutrito corteo ha richiamato l’attenzione collettiva e ha portato purtroppo anche a degli scontri con la polizia intervenuta per garantire l’ordine e la sicurezza.

Tutta l’Isola, insomma. Solo a Palermo, secondo quanto riportato sui social dalla Cgil, sarebbero scese in piazza oltre 30 mila persone. “Free, free Palestine”, gridano. Alcuni tra artisti di strada e clown impersonano soldati dell’Esercito, con i giubbotti antiproiettili ma adornati con fiori bianchi.

Anche a Messina, al corteo partito alle 9,30 da piazza Antonello, i manifestanti hanno sfilato per le vie principali del centro. Circa 1.500 i presenti tra lavoratori, studenti e comuni cittadini. Nella mattinata sembrano essere stati garantiti i trasporti e i traghetti per l’attraversamento dello Stretto. A Catania oltre 12mila i manifestanti attivi per dire “no al genocidio di Gaza” e pare che siano stati bloccati anche i binari della stazione centrale, con conseguenti disagi per i pendolari.

“Basta guerra”

Tra i manifestanti che hanno preso parola durante lo sciopero generale per Gaza nel capoluogo c’è Alfio Mannino, segretario della Cgil Sicilia: “Davanti a bambini che muoiono di fame, a cittadini inermi che vengono trucidati e che hanno l’unica ‘responsabilità’ di essere nati in Palestina, il mondo del lavoro non può non scendere in piazza. Il mondo del lavoro non può non essere protagonista di una grande battaglia per affermare le ragioni della pace. Il mondo del lavoro oggi è accanto al popolo palestinese, è un mondo che dice ‘basta’ alla guerra e alle provocazioni”.

Il segretario generale della Cgil di CataniaCarmelo De Caudo, si unisce alla manifestazione di Catania e grida ai presenti al comizio di piazza Federico di Svevia il suo dolore per Gaza: “Noi siamo qui, tantissimi, perché noi siamo il popolo della pace, non il popolo della vita. Questa volta non siamo solo contro l’aggressione ma contro l’indifferenza che lascia spazio alla violenza. Da Catania, da questa piazza lanciamo un messaggio chiaro al Governo italiano e all’Europa: fate rispettare il diritto internazionale, pretendete la tutela dei diritti civili, difendete la Costituzione non solo a parole ma con fatti concreti. Oggi scioperiamo per chi ha imbarcato la propria dignità sulle navi della Flotilla, per chi crede che la pace non sia un’utopia ma un dovere, per dire che la democrazia non si difende col silenzio ma con la mobilitazione”.

“Oggi siamo la voce di chi non ha voce, la voce viva di un Paese che non si rassegna, la mano tesa verso chi soffre e al tempo stesso il pugno chiuso alzato contro l’ingiustizia”, aggiunge.

Il dibattito sulla legittimità

Lo sciopero per Gaza del 3 ottobre, che ha interessato tutta l’Italia dal nord a sud (Sicilia compresa), è stato oggetto di non poche polemiche. La Commissione di garanzia ha valutato illegittimo lo sciopero generale di Cgil e USB, poiché “in violazione dell’obbligo legale di preavviso, previsto dalla Legge 146/90”; capitolo a parte per quello indetto sempre per il 3 ottobre da SI-COBAS, proclamato il 19 settembre e quindi legittimo secondo la Commissione. I sindacati annunciano il ricorso, hanno comunque manifestato e si appellano all’articolo 7 comma 2 della legge sul diritto di sciopero del 1990 che ammette il mancato preavviso “nei casi di astensione dal lavoro in difesa dell’ordine costituzionale o di protesta per gravi eventi lesivi dell’incolumità e della sicurezza dei lavoratori”.

Letture opposte – quella della Commissione e quella dei manifestanti – che hanno scatenato la polemica anche a livello politico, con la premier Meloni e il vicepremier Salvini che hanno apertamente condannato la manifestazione odierna. “Continuo a ritenere che tutto questo non porti alcun beneficio al popolo della Palestina, in compenso mi pare di capire che porterà molti disagi al popolo italiano”, le parole da Palazzo Chigi.