L’esercito israeliano (Idf) ha lanciato un massiccio attacco terrestre nella Striscia di Gaza con carri armati, caccia e droni. Secondo quanto riferito da Tel Aviv, si tratta dell’“ultimo assalto a Gaza City”. Nella notte migliaia di civili sono fuggiti dalla città in lunghe carovane, ma gran parte della popolazione è rimasta, non avendo mezzi né luoghi sicuri in cui ripararsi.
Le vittime
Fonti mediche locali parlano di almeno 60 morti tra i palestinesi, mentre i combattimenti continuano in diverse aree urbane.
“Gaza sta bruciando. Non ci arrenderemo e non torneremo indietro – ha commentato il ministro della Difesa israeliano Israel Katz -, finché la missione non sarà completata”.
La protesta delle famiglie degli ostaggi
Mentre l’offensiva si intensifica, le famiglie dei prigionieri israeliani hanno protestato davanti alla residenza del premier Benjamin Netanyahu a Gerusalemme. Denunciano che i bombardamenti mettono a rischio la vita dei loro cari detenuti a Gaza.
L’esponente repubblicano statunitense Marco Rubio ha dichiarato che “Hamas ha solo pochi giorni per trovare un accordo”.
L’inchiesta Onu
Sul piano internazionale, la commissione d’inchiesta delle Nazioni Unite ha stabilito che Israele avrebbe commesso un “genocidio” a Gaza dall’ottobre 2023, agendo con l’“intento di distruggere i palestinesi” presenti nel territorio.