GAZA – Novanta vite spezzate al giorno, quasi una ogni 15 minuti. La conta costante dei morti a Gaza, iniziata il 7 ottobre 2023 con la brutale ritorsione dell’esercito israeliano nei territori occupati a seguito dell’attacco simultaneo di Hamas allo Stato ebraico, è un esercizio gravoso e funesto che non vuole avere fine.
A portarlo avanti, ogni giorno, è il ministero della Salute palestinese, l’unico Ente in grado di quantificare – attraverso continui report e aggiornamenti – il numero delle morti direttamente connesse al conflitto. Nel momento in cui scriviamo, il contatore elaborato con i dati forniti dal ministero della salute di Gaza all’Ufficio delle Nazioni unite per gli affari umanitari (Ocha) segna 52.862 vittime palestinesi (di cui 15 mila bambini) e 119.648 persone che sono rimaste ferite in 585 giorni di offensiva di Israele. Calcolando la cifra su scala quotidiana, si arriva ai numeri elencati in precedenza.
Una devastazione che, come abbiamo scritto, non si ferma nemmeno davanti agli occhi dei più piccoli. Così come documenta l’ultimo rapporto dell’Integrated food security phase classification (Ipc) pubblicato pochi giorni fa, il 12 maggio, più di 470 mila persone a Gaza rischiano di morire di fame a causa delle carenze…

