Gela e quei 33 milioni perduti, colpevoli politica e burocrazia - QdS

Gela e quei 33 milioni perduti, colpevoli politica e burocrazia

Liliana Blanco

Gela e quei 33 milioni perduti, colpevoli politica e burocrazia

mercoledì 08 Dicembre 2021

Il Cga ha posto una pietra tombale sul ricorso presentato dal Comune contro il definanziamento legato al Patto per il Sud. Responsabilità gravi da parte di tutta la macchina comunale

GELA (CL) – Due anni di invettive, accuse e battaglie politiche contro la Regione e alla fine il Consiglio di giustizia amministrativa ha dato ragione al Governo palermitano sul taglio dei fondi del Patto per il Sud. Il provvedimento è stato legittimo.

Con un primo provvedimento del 2019 e un altro del giugno 2020, furono definanziati progetti per 33 milioni di euro: gli iter di sei iniziative non seguirono però correttamente i cronoprogrammi e le risorse in questione furono così stornate per altri comuni i cui progetti erano già cantierabili. La Giunta impugnò il provvedimento regionale, ma i giudici del Cga, hanno ritenuto il ricorso “improcedibile”.

Il definanziamento dei 33 milioni di euro è stato adottato dopo un’attenta valutazione degli iter progettuali, in ritardo rispetto agli step fissati dalla Regione. Due anni di parole al vento dunque: di polemiche politiche che non hanno trovato riscontro nelle decisioni della magistratura.

Ora c’è un altro ricorso che verrà discusso a inizio del prossimo anno: il Tar Palermo dovrà pronunciarsi sul ricorso di tre deputati regionali del Movimento 5 stelle – Nuccio Di Paola, Ketty Damante e Luigi Sunseri – che si sono opposti ai tagli che colpirono i fondi per Gela e Termini Imerese, due aree di crisi complessa.

“La verità – ha commentato l’attuale sindaco, Lucio Greco – è semplice: abbiamo provato a salvare queste risorse, ma sapevamo che era difficile. Stiamo parlando di progetti estremamente datati, che le Amministrazioni che ci hanno preceduto e i politici parolai hanno rispolverato a ogni campagna elettorale per racimolare consensi e poi si sono buttati alle spalle. Voglio ricordare, a conferma di ciò, che noi ci siamo insediati nel giugno 2019 e il primo definanziamento è arrivato a novembre. Presentare ricorso era l’unica via per cercare di recuperare questi soldi”.

Ma proprio sulle tempistiche si sono accese nuove polemiche. “Mi pare – ha affermato il segretario provinciale del Partito democratico, Peppe Di Cristina – che la giunta Greco si sia insediata a maggio del 2019, mentre il primo provvedimento della Regione risale al successivo novembre. Cosa ha fatto l’Amministrazione in quei mesi?”.

Una domanda cui ha risposto senza troppi giri di parole l’assessore ai Lavori pubblici, Ivan Liardi: “Dal 31 maggio a novembre sono appena sei mesi. È opportuno rammentare che la questione con la Regione nacque nel gennaio del 2019 con la visita presso l’assessorato ai Lavori pubblici di alcuni funzionari della Regione. A seguito di quell’ispezione, il Comune di Gela fu diffidato a rispondere entro sessanta giorni a una nota che la Regione inviò. Tale nota, purtroppo, durante la gestione commissariale, rimase inevasa. Da quella mancata risposta scaturì la proposta di definanziamento dei famosi 33 milioni”

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