Le incertezze all’interno della maggioranza si ripercuotono sulla vita di tutti i giorni. Manca il Bilancio comunale del 2022 e sul Municipio pende la Spada di Damocle della Corte dei Conti
GELA (CL) – È un Natale dai toni minori quello che la città sta vivendo in questi giorni. Niente festoni, niente manifestazioni, nessun concerto di Capodanno. Le strade, rispetto al passato, sono meno trafficate e sembrano rispecchiare lo stato di torpore in cui sembra essere caduta tutta la cittadinanza.
Serate e cenoni vengono organizzate privatamente. Manca, rispetto al passato, l’iniziativa di un Comune alle prese con difficoltà evidenti. Economiche, gestionali e politiche. È Natale e il corso principale è al buio: niente luminarie, non ci sono soldi. Almeno c’è la musica, che risuona come il ricordo scarno di festività ampiamente ridimensionate rispetto al passato.
Mentre la maggioranza è alle prese con una crisi che continua a ritardare il proprio epilogo (in un modo o nell’altro), il Bilancio del 2022 continua a mancare e sulla testa del Consiglio comunale pende la Spada di Damocle della Corte dei Conti, che ha bloccato i documenti economici del passato. Si rischia il default.
L’Amministrazione del sindaco Lucio Greco è alla disperata ricerca di nuovi equilibri dopo la fine dell’appoggio di Forza Italia e la Nuova Dc che ha chiesto un progetto a lungo termine per concludere la legislatura. L’Esecutivo è stato azzerato, ma i nomi che circolano per riorganizzare l’assetto del Palazzo di città suonano tanto come una minestra riscaldata. Si fanno i nomi dell’uscente Romina Morselli, dell’uscente Ivan Liardi, dell’ex presidente della Ghelas Francesco Trainito, del consigliere Salvatore Incardona. Ma una soluzione, almeno per il momento, non si trova. Per la nuova Dc i nomi sarebbero quelli di Enzo Cascino e Vincenzo Cirignotta, per i lombardiani quello di Ugo Costa. E intanto la città aspetta.
Aspetta che questa crisi possa finalmente avere fine, che il Governo cittadino si metta al lavoro per rendere finalmente concrete le promesse del programma elettorale, che le strade possano tornare a risplendere di luci. Forse si dovrà attendere il prossimo anno. È il primo dei buoni propositi per il 2023.