Gela, la necropoli diventa un Museo a cielo aperto - QdS

Gela, la necropoli diventa un Museo a cielo aperto

redazione

Gela, la necropoli diventa un Museo a cielo aperto

mercoledì 28 Aprile 2021

L’area, rinvenuta lo scorso anno durante i lavori per la posa della fibra ottica, sarà sistemata con un vetro calpestabile grazie a interventi che saranno interamente finanziati da Open Fiber

GELA (CL) – Hanno preso il via lunedì, in via Di Bartolo, i lavori di musealizzazione della necropoli greca, riferibile ai primi coloni fondatori della città, rinvenuta durante lo scorso anno nel corso dei lavori di scavo per la posa della fibra ottica. Il lembo di necropoli riguarda in particolare dieci sepolture, distribuite su due livelli, all’interno delle quali sono stati individuati centinaia di frammenti di pregevole fattura in stile proto-corinzio, corinzio e attico, molti dei quali ricomponibili.

Gli interventi, che saranno realizzati e interamente finanziati dalla Open Fiber, prevedono il mantenimento sul luogo dei reperti rinvenuti sui quali sarà posto un vetro calpestabile che darà l’effetto di un Museo a cielo aperto. I lavori, che prevedono la pedonalizzazione della via Di Bartolo, interessano anche la collocazione di apparati didattici, sia multimediali che di tipo tradizionale, nonché l’illuminazione interna ed esterna dello scavo.

“Con i lavori di musealizzazione di Gela – ha sottolineato l’assessore regionale dei Beni culturali e dell’Identità siciliana, Alberto Samonà – la Sicilia si esprime, in senso letterale, come Museo a cielo aperto. La necropoli di Gela, al di là dell’importanza che assume sotto il profilo storico, riveste un grande valore in quanto espressione della collaborazione pubblico-privato. L’iniziativa, fortemente voluta dalla soprintendente dei Beni culturali di Catanissetta, Daniela Vullo, realizza a pieno la volontà del governo regionale di rendere sempre più accessibile e condiviso il patrimonio culturale della Sicilia”.

La peculiarità del sito è rappresentata dalla presenza di sepolture del tipo ad enkytrismos, dove in un grosso contenitore tipo anfora (hydria) veniva deposto il corpo di un bimbo. Tra i reperti spicca una bellissima coppa su piede del tipo proto-corinzio degli inizi del VII secolo a.C. ancora integra e deposta durante un rito funebre che ha previsto anche la macellazione e la cottura di animali di grossa taglia e una “olpe”, ovvero una brocca con corpo allungato, databile allo stesso periodo.

Tra gli altri ritrovamenti una tomba contiene il corpo di un giovinetto di 5-8 anni, inumato coricato con il volto rivolto verso l’alto. Un’altra, invece, è una sepoltura costituita da un’anfora corinzia del tipo A (570-560 a.C), da cui si è recuperato il corredo posto all’esterno e che contiene i resti bambino di meno di un anno di vita, forse sepolto nell’anfora attraverso il collo della stessa, il cui orlo risulta sigillato da pietra e argilla.

Soddisfatta anche la soprintendente Daniela Vullo che ha voluto anche ringraziare Clara Di Stefano, regional manager per la Sicilia di Open Fiber: “Sono molto soddisfatta – ha detto – dell’esito della collaborazione con Open Fiber, che ha accolto con slancio la richiesta di finanziare e realizzare la musealizzazione della necropoli confermando di voler assolvere l’impegno assunto con i cittadini di Gela di rendere fruibile il sito. Una decisione maturata grazie anche alle numerose pressioni della cittadinanza sulla mancata visibilità in loco dei numerosi ritrovamenti archeologici”.

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