GELA (CL) – A sessant’anni dalla posa della prima pietra per la nascita del Polo petrolchimico, il progetto Macchitella Lab rappresenta una grande opportunità per il territorio e per questo le difficoltà riscontrate nell’avviarlo continuano a destare qualche preoccupazione.
La struttura è completa e dovrebbe ospitare una sede distaccata dell’Università Kore di Enna, ma mancano le pertinenze, parcheggi e spazi esterni attrezzati, di competenza del Comune che, essendo in dissesto finanziario, non può eseguire gli interventi necessari. Da qui un tira e molla che si è tentato di interrompere nei giorni scorsi con un tavolo finalizzato ad avviare le azioni necessarie a completare la realizzazione e l’affidamento della struttura.
A prendere parte al vertice sono stati per Eni il presidente della Rage, Walter Rizzi, Gioacchina Di Cataldo e Francesco Manna, mentre per l’Amministrazione comunale oltre al sindaco Lucio Greco c’era il dirigente del settore Lavori pubblici Antonino Collura. Il vertice è stato definito positivo e utile a superare quelle incomprensioni che in questi giorni hanno caratterizzato anche un dibattito in città con gli appelli del mondo giovanile, dell’associazionismo e della politica.
Eni ha messo le proprie forze a servizio della comunità gelese ed è stato trovato un accordo di massima che prevede la gestione e il comodato d’uso della struttura al Comune. “La volontà è comune – ha detto il sindaco – è consegnare alla città una struttura che diventi centro nevralgico di start up, formazione, cultura e innovazione, nel più breve tempo possibile”.
Il Comune di Gela è destinatario, insieme ad altre cinque città siciliane, di un finanziamento di dieci milioni di euro nell’ambito del progetto Pon Metro Plus e Città Medie che ha come obiettivo promuovere l’inclusione e l’innovazione sociale attraverso la creazione di nuove imprese sociali. E Macchitella Lab in questo contesto si inserisce perfettamente. L’idea è quella di creare una progettualità che riguardi l’utilizzo, la gestione e la cura di uno o più beni in disuso o sottoutilizzati per creare imprese sociali, attivare regolamenti per l’amministrazione condivisa dei beni comuni e Patti di comunità.