“Gela, una terra da scoprire e custodire: attirare il turismo farebbe rinascere il mercato immobiliare” - QdS

“Gela, una terra da scoprire e custodire: attirare il turismo farebbe rinascere il mercato immobiliare”

redazione

“Gela, una terra da scoprire e custodire: attirare il turismo farebbe rinascere il mercato immobiliare”

venerdì 19 Marzo 2021


Riceviamo e pubblichiamo le considerazioni di un nostro lettore, Francesco Agati

Caro Direttore,

A Gela la storia si tocca in ogni centimetro di sottosuolo, la Città del Golfo vanta 2.700 anni di storia. Tutto il territorio gelese è un tesoro interrato da scoprire, ritrovare, custodire e esporre.

I più antichi lingotti di oricalco (al mondo), sono stati ritrovati e recuperati dalla Soprintendenza del Mare in contrada da Bulala a Gela, i lingotti di Oricalco, rientrano al mitico Oro di Atlantide. I reperti finora conosciuti forgiati con questa lega sono molto rari, addirittura in alcune trasmissioni americane si identificano i lingotti di Gela come di provenienza aliena, un imbatto e affermazione giornalistica fantasiosa, ma soprattutto per i più giovani di impatto, propaganda, pubblicità e marketing niente male per Gela e il Libero Consorzio di Caltanissetta.

Inoltre, il Golfo gelese è tra i pochi luoghi al mondo che vanta la scoperta di tre navi greche in perfetto stato di conservazione, sono imbarcazioni della fine del VI-inizi del V secolo a.C. rinvenute in prossimità della città, colonia dorica fondata nel 689 a.C. e il più importante emporio commerciale greco sulla costa meridionale della Sicilia, dove si producevano pure monete.

Cito il museo di Siracusa Paolo Orsi dove all’interno dell’edificio sono esposti migliaia di reperti provenienti da Gela, ogni anno è visitato da turisti provenienti da tutto il mondo per vedere anche gli antichi reperti lasciati da Gelone. Rinnovo all’amministrazione comunale la mia proposta di acquistare e restaurare l’antica chiesa San Rocco posizionata al centro storico e trasformarla in museo archeologico in tre livelli.

Nell’era moderna, in data 9-10 Luglio 1943, l’unica città che si oppose agli alleati, che più volte furono respinti in mare fino a quando il Generale George Patton non decise di utilizzare i prigionieri italo/tedeschi come scudi umani, fu la nostra città. I bunker costruiti nelle colline dagli Italo-tedeschi furono inespugnabili una vera fortezza per le 51 nazione alleate degli americani dove persero circa diecimila soldati.

Importanti tracce del passato, utili a costruire un futuro, anche turistico, la città e il libero Consorzio di Caltanissetta lo meritano, pensiamo di inserire Gela nel circuito turistico siciliano anche con una campagne pubblicitarie su tv, radio, riviste di settore, con rappresentanti che promuovano l’archeologia negli istituti in tutta la Sicilia organizzando visite guidate in città.

Se il passato è stato generoso con la città del Golfo, il recente futuro causa la mancata programmazione non lo è stato, mancano vie di comunicazione quali ferrovie, autostrade, porto passeggeri (utilizziamo il porto isola con le “floating platforms”!), collegamenti veloci con l’aeroporto di Comiso, e molto altro ancora. Un archeologo proveniente dal Giappone o America che spenderà mille euro per visitare le ricchezze di Gela (lingotti di oricalco, tre navi greche su tutte) ci sarà sempre, ma se dobbiamo orientare la Città dalle mille contraddizioni al turismo bisogna attrarre ogni anno cinquemila persone, e riuscire a fargli spendere almeno cento euro.

Fare arrivare cinque mila persone ogni anno significherebbe un sostanzioso aumento del Pil locale, e la nascita di attività ricettive B&B, Affitta Camere, Case Vacanze, e molto altro ancora, oggi scarsamenti presenti, all’asta giudiziaria, o abbandonate, anche sul lungomare, strutture ricettive uniche attaccante alla soffice spiaggia color oro di Gela e al Mar Mediterraneo, (cito: l’Hotel Mediterraneo), in vendita da anni. Un peccato!…

Programmare tra dieci anni sembrerebbe essere futuro ma da professionista nel settore immobiliare posso garantire che è già passato.

Francesco Agati
Gela

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