Gender gap, Manlio Messina: "No legittimazione donne per decreto" - QdS

Gender gap, Messina (FdI): “No a legittimazione donne per decreto, basta millantare parità”

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Gender gap, Messina (FdI): “No a legittimazione donne per decreto, basta millantare parità”

Redazione  |
sabato 05 Novembre 2022

Il parere del deputato di Fratelli d'Italia, Manlio Messina, sulla parità di genere e sulla nomina di Giorgia Meloni come prima premier donna della Repubblica: "Segnale storico"

Il deputato Manlio Messina, esponente di Fratelli d’Italia, commenta al Quotidiano di Sicilia l’elezione di Giorgia Meloni come prima premier donna della storia Repubblicana del Paese.

Onorevole Messina, per la prima volta, in Italia, un premier donna, che parte pure dal basso. Crede che questo possa fare la differenza per l’emancipazione femminile?

“La nomina di Giorgia Meloni è un segnale storico. A differenza di tutti coloro che millantavano la parità di diritti e ritenevano che questo bisognasse farlo per decreto, noi abbiamo dimostrato che le donne possono arrivare ad alti livelli col merito, col lavoro e col sacrificio”.

“Giorgia Meloni è stata sempre contraria alle quote rosa, così come Fratelli d’Italia, e alla legittimazione delle donne per decreto. Le donne si legittimano dando loro spazio, facendole lavorare e consentendo loro di ambire a ruoli importanti senza ostacoli. Giorgia ha dimostrato che è possibile farlo”.

Quali sono gli interventi che Fratelli d’Italia propone per superare il gap di genere?

“Lo Stato deve aiutare la natalità, senza dover essere condizionati dal futuro. Spesso le donne non mettono al mondo figli per difficoltà economiche o perché questo potrebbe essere un ostacolo in ambito professionale. Per questo abbiamo scelto d iaggiungere la denominazione ‘natalità’ al ministero: lo Stato deve essere presente e vicino a tutte queste donne”.

Le pari opportunità non riguardano soltanto le donne, ma anche le minoranze, come i disabili e i migranti. Abascal sostiene la necessità addirittura di deportare i migranti irregolari. Quali sono le vostre posizioni nel merito?

“Già la parola ‘deportare’, per ovvie ragioni, a me non piace. A me quello che interessa è che le persone che vengono nel nostro Paese abbiano un titolo per farlo e che non stiano in centri di accoglienza indegni dove vengono trattate come schiave, sfruttate e costrette a delinquere, perché è chiaro che non c’è la possibilità di accogliere tutti”.

“Non siamo per deportare nessuno, semmai siamo per riportare democraticamente nei loro Paesi di provenienza coloro che non hanno diritto a restare, tutelando e accogliendo invece chi scappa da una guerra. Chi non ha diritto non può restare qui in Italia, rimanendo in una condizione sociale indegna per un essere umano. Questo attuale sistema messo in piedi dal Pd esiste esclusivamente per lucrare su questa povera gente: non possiamo più consentirlo”.

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