La protesta dopo il maxi blitz della polizia che ha causato oltre 120 morti nelle favelas di Rio de Janeiro. Le persone sono scese in piazza definendo l’operazione di ieri “Un genocidio”. E ancora: “Perché uccidono solo nelle favelas?” si domanda Barbara Mideiro, una donna delle pulizie. Ma con lei tante altre persone che sono scese in piazza a manifestare.
Lula: “Integrare forze polizia sotto il comando del governo federale”
Intanto, il presidente del Brasile, Luiz Inácio Lula da Silva, ha fatto appello all’unità per combattere la criminalità organizzata, nella sua prima dichiarazione pubblica sull’operazione di polizia in due aree delle favelas nella zona nord di Rio de Janeiro, che ha causato più di 120 morti.
“Non possiamo accettare che la criminalità organizzata continui a distruggere famiglie, opprimere i vicini e diffondere droga e violenza nelle città”, ha scritto su X, dopo essersi riunito con il suo gabinetto al Palazzo dell’Alvorada per discutere di quanto accaduto martedì nei complessi di Penha e Alemao.
Lula ha annunciato di aver incaricato il ministro della Giustizia, Ricardo Lewandowski, e il segretario generale della Polizia Federale, Andrei Rodrigues, di recarsi a Rio de Janeiro per incontrare il governatore dello Stato, Cláudio Castro.
Ha inoltre sottolineato la necessità di “lavorare in modo coordinato” per “colpire la spina dorsale” della criminalità senza mettere a rischio poliziotti e civili e ha ricordato che il governo ha già presentato una riforma della legge sulla sicurezza che mira alla “azione congiunta” di tutte le forze di polizia. La riforma della sicurezza citata da Lula è già all’esame del Congresso dal mese di aprile, ma si trova in una fase intermedia del suo iter a causa della mancanza di consenso tra le forze parlamentari. Fra le altre cose, la norma propone di integrare le diverse forze di polizia sotto il comando del governo federale.
Il bilancio del blitz nelle favelas
Secondo l’ultimo bilancio del governo di Rio de Janeiro, 121 persone, tra cui quattro poliziotti, sono morte durante l’operazione di martedì, considerata la più letale nella storia dello Stato, una cifra leggermente inferiore a quelle apparsa nelle ultime ore, che parlava di 138 vittime.
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